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Stacitta' - Stravillaggio.

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Ho titolato come un dibattito che sorse agli inizi del 900 perche' da ieri ho una decina di email che mi chiedono cosa io pensi dell'"Italicum". Ho letto un pochino in giro e ho visto quanto superficiali e stupide siano le letture date finora. Sembra gente che fa il fantacalcio: stanno a contare i goal simulando il risultato senza interrogarsi sulla partita: nessuno si chiede che effetto avrebbe una legge elettorale simile sulla politica in se', sui contenuti. Ci provo io.

Allora, gli affetti di un Italicum sarebbero assai pesanti, anche se - pur nutrendo un certo disprezzo per CarCarlo Pravettoni-Renzi - secondo me sarebbero positivi per la politica italiana. Perche? Per una ragione molto semplice, che viene dal proporzionale che si vuole attuare.

A quanto leggo, si tratta di un proporzionale ma non alla spagnola, ovvero senza alcun collegio, una mera sommatoria di voti simile ad un referendum,  che non conta il territorio ma il numero di voti, secco. Significa che non viene calcolato il vincitore del posto, ma un vincitore globale, su semplice somma dei voti su scala nazionale. 

Fatto questo, il punto e' che la citta' adesso vale piu' della provincia.

Cosa significa? Se dovete trovare voti a iosa, in termini meramente numerici, se immaginiamo di fare un comizio, vi conviene spendere un'ora del vostro tempo nel centro di Roma con duecentomila ad ascoltarvi, o nel centro di Busecchiolo Fosfato, con 70 persone?

La risposta e' abbastanza ovvia: se fossimo in un maggioritario, sarebbe uguale.Comunque, vincere a Busecchiolo Fosfato vale una poltrona, visto che poi da quella provincia nel maggioritario salta fuori un candidato.

In questa condizione, le citta' interessano semmai ai sindaci, mentre ai politici interessa la provincia. E' meno complessa da gestire, sono pesci piccoli, hanno problemi piccoli se non miserabili, e se il tuo candidato non parla bene l'italiano, vabe', basta che sia del posto.

Ovviamente non si fanno piu' comizi, ma se dovessimo scegliere un mass media oggi, escluse le zone del paese ove la densita' di popolazione in provincia e' relativamente alta, dovremmo sceglierne uno che vince in citta'. 

Le citta', a differenza della provincia, hanno caratteristiche perlomeno peculiari:

  1. Hanno un'elite. Chiaramente, se convincete l'elite, avete molto del business locale al vostro fianco, quindi le citta' che hanno un'elite riconoscibile e compatta diventeranno politicamente piu' interessanti di quelle "piatte", popolate da cafoni arricchiti che non hanno nulla da dire. Allo stato attuale, cioe', e' molto facile che Torino possa superare Milano in importanza politica, per dirne una: Torino ha una classe alta riconoscibile e molto storicizzata, ben strutturata e riconosciuta socialmente. Milano l'ha persa negli ultimi anni, a favore del grigiume pata-cattolico. I partiti DOVRANNO dotarsi di contenuti capaci di convincere le elite. Oggi dovevano convincere la casalinga di Voghera.
  2. Hanno un'identita' culturale. Le attivita' culturali, quelle poche che restano in Italia, sono concentrate in citta'. Il mondo della scuola e' concentrato in citta', le grandi universita' sono in citta'. Questo grosso strato di servizi e' tutto concentrato nelle citta', ed e' fatto di elettori. Conquistando gruppi musicali, intellettuali,  e il mondo dell'arte in genere, si ottiene in citta' un payoff che non si ottiene in provincia. Dovete quindi aspettarvi che le citta' piu' vive culturalmente diventino politicamente piu' importanti delle altre.LA citta' dove una notte bianca dei musei ha un successone' una citta' ove il partito dovra' organizzare notti bianche per raggiungere gli elettori. Oggi, per raggiungere gli elettori il partito deve organizzare una sagra della polenta con la minchia, o una bella caccia al zanzantello negro , qualsiasi cosa sia in qualche tribu' di valligiani.
  3. Hanno una societa'. In provincia non esiste alcuna societa', esiste una tribu' con alcune figure primitive e poi ci sono le famiglie. La provincia e' essenzialmente una desolata distesa di miserie umane vestite all'ultima moda. Per inseguire questo orrore antropologico, la politica italiana si e' dovuta adattare e fornire messaggi "politici" che , onestamente, si potevano anche evitare. Oggi che tra un messaggio destinato alle citta' ed uno alla provincia conviene rendere mainstream quello destinato alle citta', i partiti dovranno cambiare linguaggio.
non dico che nessun partito parlera' piu' alle provincie. Ovviamente fanno voti anche loro, dal momento che c'e' un bel pochino di gente. Quello di cui sto parlando e' un ordine di priorita'. Oggi gli elettori sono molto inurbati, e questo significa che sui media mainstream si dovra' usare un messaggio capace di convincere le elite economiche, culturali, e che si adatti al tessuto SOCIALE delle citta' anziche' a quello tribale della provincia.

Sinora i partiti hanno dovuto usare i media per soddisfare la pancia del paese, con messaggi che lasciavano la "testa" del paese a pensare ad altro. Diciamo la verita', tranne i peones "sempreSI" , tutti gli altri una trasmissione politica non la reggevano per dieci minuti di fila. Non potevate convincere una classe dirigente economica che "la leadership e' male" e che "la persona alla guida e' male": state parlando ai CEO delle imprese , e' IMPOSSIBILE che un messaggio simile li trovi concordi.

Cosi' come nessuna elite culturale si lascia raccontare che "il partito col capo" sia un male: almeno al capo puoi fare domanda, col capo puoi dialogare. Questa invenzione della burocrazia del PD, che il leader sia il male, e' dovuta al fatto che i burocrati non amano il leader visto che il leader per definizione cambia le cose. Quindi il PD , partito di burocrati del PD, continuava a recitare il mantra "no al partito col leader", "il leader e' male" e cosi' via. Ma questa balla la potete spacciare alle classe meno dotate culturalmente, iniziate a far fatica quando cercate di proporla a chi ha letto Max Weber.

Ma la provincia pagava, cosi' alle politiche si diffondeva in TV un messaggio a dir poco ripugnante, che faceva allontanare intellettuali, elites, mondo della cultura e classi dirigenti , e poi al massimo nelle citta' si recuperava  quando si andava ad eleggere il sindaco. Allora si parlava sia alle elites che alla societa' locale. Ma si parlava in loco, e nessun altro sentiva.

In un mondo politico puramente proporzionale, il partito deve agire diversamente. Alle politiche, per conquistare le citta' ove gli elettori sono piu' numerosi, il partito deve dare il messaggio della leadership, del pensiero chiaro e strutturato, e deve parlare alla societa' e non a delle tribu'. Poi, semmai, alle locali rimediera' accontentando le scimmie di provincia.

Cosa cambia? Nel caso attuale la TV mostra scimmie e maiali che grufolano per soddisfare il tamarro di provincia, mentre poi nella vostra citta' avete magari il sindaco che dice cose intelligenti, ma lo sapete solo voi.

Nel caso di proporzionale alla spagnola ma senza collegi, avrete il messaggio "alto" in TV, sentito da tutti, e le scimmie lotteranno nel fango coi maiali alle elezioni locali, absque strepitu brunovesporum.

Se insomma dividiamo i messaggi politici in due categorie, diciamo "mainstream" e "underground", sinora abbiamo avuto un messaggio mainstream concepito per la provincia, e un messaggio underground, di qualita' migliore, ma inudibile dalle masse.

In un mondo politico sul proporzionale , il messaggio "alto" diventa "mainstream" per colpire le citta' e fare voti facilmente, mentre le poltrone di provincia poi si conquistano alle locali, con un messaggio volgare ed orribile, che pero' e'"underground", visto che e' un messaggio che investe solo media locali.

E' un bene perche' questo obblighera' i partiti a dotarsi di idee per convincere il mondo piu' acculturato, a dotarsi di leadership per convincere il mondo aziendale, e dovranno concepire messaggi mirati alle dinamiche sociali: in provincia esiste solo la tribu' , divisa in famiglie, mentre in citta' esiste una societa', che si compone di "ambienti". Il messaggio che convince la tribu' e' semplicemente "facciamo contento il nonno, il padre, il figlio ", mentre in una societa' occorre coprire uno spettro piu' ampio di interazioni oltre a quelle familiari.

Questo passaggio dal proporzionale secco al maggioritario e' secondo me quello cruciale: si torna dallo stravillaggio, esperimento orribile e fallito, che ha mandato al potere il maiale di provincia, alla stracitta', modello non perfetto, che ha almeno il pregio di includere gli ambienti della cultura e le elite economiche.

Questo ultimo punto non e' forse chiaro per molti, visto che i concetto di "cultura" non e' chiaro. Ma per capire un attimo come io vedo l'orizzonte culturale dovro' ricorrere ad un esempio estremo. Il dualismo tra il "cinepanettone" e il "film di critica politica".

Allora voi avete il cinepanettone che secondo voi e' la cultura di destra, perche' addirittura esalta la classe antropologica amata dal centrodestra e dai nuovi ricchi,  OPPOSTO al film di critica politica, che invece e' culturalmente di sinistra, ed e' satirico. Per esempio, Luttazzi e' di sinistra perche' raffigura la satira, quella vera e corrosiva.

Sono tutte cazzate.

Vedete, i Vanzina coi cinepanettoni hanno dipinto il nuovo modello vincente, la classe dirigente de facto, come un ammasso di macchiette mostruose, deformi, patetiche. E le loro donne sono state dipinte come un indegno bagasciame dal labbro salvagoccia.E' vero che le scimmie di centrodestra si divertivano e lo consideravano un panorama "anticomunista", ma se in QUALSIASI posto, diciamo la Russia di oggi, io facessi un film dove ritraggo cosi' le vacanze dei nuovi arricchiti vicini al partito di Putin, finirei in galera DOMANI. 

NESSUNA classe economica, sociale, politica del mondo avrebbe piacere a venire ritratta in quel modo. Luttazzi pensa di aver fatto il furbo mettendo la Santanche' nella vasca da bagno piena di merda, ma i Vanzina hanno preso l'intero modello antropologico di donna cui la Santanche' fa riferimento e l'hanno deformata in un immondo bagasciame dal labbro salvagoccia.  E le scimmie , che pure venivano mostrate deformi e orrende, patetiche ed ignoranti , applaudivano.

E' stata la prima volta nella storia , quella in cui una nuova classe di ricchi e' stata cosi' palesemente ignorante e cialtrona da AMARE una categoria di film che in qualsiasi altro paese avrebbe trovato posto SOLO nella piu' feroce satira avversaria. In OGNI paese del mondo, se io prendo l'umanita' di riferimento di un partito e la dipingo come la dipingono i Vanzina nei cinepanettoni, finisco quando va bene in galera, divento il nemico numero uno di quel partito.

Ma mentre il PDL mostrava il nuovo arricchito ganassa come modello vincente di uomo e di donna, i VAnzina ti sparavano dei film ove il "vincente" era deformato, grottesco, patetico, circondato da una donna che definire ignobile prostituta e' un complimento. Provate ad andare in Cina e definire in quel modo i nuovi ricchi vicini al partito comunista al potere, e cronometrate quanto tempo ci vuole per  finire in carcere.

Quando dico che i messaggi dovranno essere culturalmente piu' tarati, non intendo dire che Luttazzi vincera' sui cinepanettoni: essendo di gran lunga piu' satirici i cinepanettoni, ed avendo come bersaglio la stessa identica umanita', dovete considerare la possibilita' che le masse aprano gli occhi, e realizzino che il "cinepanettone" e' il film satirico che prende di mira i nuovi ricchi, umanita' di riferimento dello scorso centrodestra.(1)  e che quindi Luttazzi, in fondo, era solo un bamboccio che grida "pipicacca!" per farsi rimproverare dai grandi.

Davvero, dovreste provare. Prendete un "cinepanettone" , lo traducete in cinese, e lo titolate "le vacanze dei membri del Partito". Oppure andate in Russia , traducete un cinepanettone in russo, e lo chiamate "le vacanze degli elettori di Putin". Poi cronometriamo quanto ci mettete a finire in galera.

siamo d'accordo su questo? E siamo d'accordo che "Vacanze a Cortina" parli di una classe di piccoli imprenditori arricchiti, proprietari di PMI, insomma l'umanita' di riferimento del centrodestra?

In Italia quello era chiaramente un ritratto delle vacanze dei nuovi ricchi del centrodestra... E A LORO PIACEVA VEDERSI RITRATTI COSI'! Non se ne sono nemmeno accorti, di essere presi per i fondelli.

Cosa significa questo esempio? Significa che i punti di riferimento di un mondo dalla cultura piu'"alta" non sono necessariamente quelli della provincia: per chiunque guardi un cinepanettone SENZA essere parte della provincia italiana un cinepanettone e' un film satirico che mostra in maniera deforme e ripugnante un'umanita' che e' quella di riferimento del partito al potere. Satira allo stato puro.

Solo la restrizione del dibattito culturale a livelli subumani, da tifo calcistico, ha messo Moretti contro i Vanzina: Moretti e' semplicemente molto moderato, mentre i Vanzina ci vanno giu' MOLTO pesanti. Quando guardate l'uomo di riferimento del centrodestra messo in ridicolo dai Vanzina provate molto piu' fastidio e compatimento di quando guardate gli stessi uomini "criticati intelligentemente" da Moretti. La ragione e' semplice: i cinepanettoni sono satira, solo che il dibattito era cosi' superficiale da identificarli come una esaltazione di quei personaggi.

Cosi', quando dico che un sistema politico ove il messaggio mainstream e' indirizzato verso le citta' la cultura riprendera' peso non intendo dire necessariamente che Moretti vincera' sui Vanzina: intendo dire che probabilmente qualcuno avra' il coraggio di spiegare alla massa che i Vanzina sono stati gli autori satirici piu' feroci verso l'umanita' di centrodestra, rispetto agli autori moderati di centrosinistra come Luttazzi , solo che l'uomo del centrodestra era cosi' stupido da non capire cosa succedesse.

E quindi, penso in definitiva che questo nuovo modello elettorale SIA un bene , se si mantiene proporzionale col calcolo su base nazionale, perche' puo' costringere i partiti a invertire la "marcia verso la pancia del paese" e a rivolgersi, dopo tanti anni, alla testa.

Ma questo non significa con certezza la vittoria della cultura di "MOretti" su quella di "cinepanettone". Significa che probabilmente le certezze ideologiche di molti avranno brutte sorprese.

Ah, si, ultima cosa, per chi mi chiede del fatto che M5S stia facendo le consultazioni online per decidere tra maggioritario e proporzionale. Il metodo con cui si decide online (se anche non fosse un mero sondaggio ma un sistema di voto)  e' evidentemente proporzionale puro senza collegi, ed e' l'unico ove "uno vale uno". Se usando un proporzionale puro senza collegi decidessero per un maggioritario, sarebbe dimostrato che hanno la sabbia nel cervello.  Del resto, c'e' UN SOLO sistema elettorale ove "uno vale uno", e non e' il maggioritario: la consultazione era palesemente inutile, un simulacro di democrazia.

Uriel


(1) Che poi siano stati cosi' stupidi da non accorgersene e da considerarli addirittura film "antidoto" alla cultura comunista dimostra, qualora fosse possibile, che il cinepanettone ci prende in pieno nel dipingerli in quel modo.



Ripresa si o no?

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Ho diverse email in coda, con la richiesta di dare un parere su "ripresa: c'e' o non c'e'?" . In realta' il problema sarebbe di capire come sia una "ripresa", nel senso che se c'e' ripresa economica ma solo per i nati nel segno del saggitario probabilmente non e' quello che avete in mente, ma capisco che in ogni caso se non si puo' parlare di ripresa non si puo' neanche porre un interrogativo su quale ripresa e come. Cosi', facciamo una cosa per volta.



Per prima cosa, non c'e' alcuna ripresa. Ci sono dei fenomeni positivi, che sono causati da un fenomeno MOLTO diverso.

Ogni nazione ha un "distretto industriale", e spesso anche piu' di uno. Chi di voi ha una certa eta' ricordera' MI-GE-TO, il triangolo industriale che si stabili' tra un polo finanziario e commerciale (Milano), uno industriale (Torino) ed uno portuale (Genova). Ovviamente la divisione non era cosi' netta e c'e' un motivo per questo: i distretti industriali non nascono da sistemi separati e distinti, ma attraverso l' integrazione fra zone. Il che significa che durante il periodo del "triangolo" Milano era commerciale e finanziaria, MA ospitava anche notevoli industrie, mentre Torino era industriale, ma aveva anche discreti poteri finanziari, e se aggiungiamo genova, essa era sicuramente un porto , ma aveva industrie come Ansaldo.

Dunque, l' INTEGRAZIONE tra queste tre citta' fece nascere un distretto industriale. In realta' ne esistevano diversi, a seconda dei settori, ma il punto e' che se rendete facile per le aziende comunicare e scambiarsi beni e servizi allora nasceranno i distretti, perche' le economie tendono ad integrarsi.

I fenomeni economici positivi che vedete oggi, e che fanno gridare alla "ripresa" il governo consistono nel definitivo consolidamento del primo distretto industriale europeo. Esso comprende l'ovest tedesco (che impropriamente chiamate "renania" solo per fare un pompino postumo a Schröeder) , l'est della Francia, la Svizzera, Piemonte, Lombardia, Emilia e parte del Veneto. Sul perche' il veneto sia integrato ma non troppo, arriviamo dopo.

In definitiva, e' finalmente andato a "regime" il primo grande distretto industriale europeo , che sta marciando a pieno ritmo, e sta salvando dalle pesche i francesi, costituisce il grande motore della Germania. Le aziende, ci hanno messo molto tempo, si sono finalmente integrate, e se andate in questa zona e osservata la ragnatela di rapporti commerciali , osservate che da una certa dimensione in poi, esse si comportano come si comportavano un tempo le aziende italiane nel triangolo Mi-GE-TO.

Questo distretto , "piuttosto grandino"  in dimensioni , ha iniziato a marciare a pieno ritmo. Questo produce fenomeni come quelli che leggete sui giornali, ovvero che la Whirlpool chiude in Svezia per aprire in Italia. E ovviamente aiuta tutte le aziende che si sono integrate nel distretto. Oggi un'azienda manufatturiera italiana di successo ha, per definizione, interazioni PRODUTTIVE (materiali, servizi acquistati) in diverse nazioni: Italia, Germania, Svizzera, Francia.

Poi magari esporta in tutto il mondo, ma tant'e'.

Un altro distretto produttivo in via di consolidamento si trova sul baltico e coinvolge Svezia, Finlandia, paesi baltici, Polonia. Chi pensa che la Polonia sia una provincia economica tedesca non ha mai letto un libro di storia o non ha mai letto i numeri: e' vero che ci sono ingenti investimenti e ingenti flussi economici, ma quel distretto si sta concentrando molto di piu' sui servizi IT. Se considerate che solo tra Svezia e Finlandia ci sono stati 9 miliardi di euro di investimenti americani in Data Center,e  considerate che Svezia e Finlandia hanno pochi abitanti,  piu' quelli di altre nazioni, capite che entro tre-quattro anni anche quel distretto decollera', e l'europa avra' la sua "Ice-Valley".

In ogni caso, siamo al primo distretto industriale operativo, e al secondo che sta circa al 70/80% dal pieno regime, ed ha uno sbocco naturale nel mercato polacco, poiche' la polonia cresce molto e quindi assorbe molti servizi IT.

Questi due fenomeni danno quei "fatti" economici che vanno a far sproloquiare i politici italiani di "ripresa". Effettivamente si tratta di  eventi economicamente positivi, per cui sono sempre belle notizie, ma come potete ben immaginare, se non si spiega agli attori che diavolo stia succedendo, non sapranno MAI che devono trovare partnership in questo distretto.

Era assai facile , ai tempi del triangolo industriale, per chiunque aprisse un'azienda a Milano, capire che doveva avere subito una sete a Genova e una a Torino. Tutti sapevano cosa fosse il triangolo industriale.

Oggi, coi giornali che NON spiegano che si e' creato un nuovo distretto (mai sia che qualcuno pensi di vivere senza adorare il totem di Detroit!) , gli industriali italiani NON sanno di questo distretto: non sanno in quale zona sarebbe meglio che trovassero i partner, i fornitori, eccetera. Sarebbe MOLTO meglio se le camere di commercio e Confindustria iniziassero a parlarne: il distretto ora esiste, marcia a pieno ritmo, sfruttatelo.

Ci sono anche due distretti che NON stanno partendo, per miopie politiche e altre stupidita'.

Il primo e' il distretto iberico. Si tratta di una zona che coinvolge i paesi baschi , l' Olanda, la normandia, i paesi baschi spagnoli, il nord spagnolo e il nord del portogallo, e dovrebbe avere come polo finanziario  l' inghilterra. Il motivo per il quale non si sta creando questo grande distretto di servizi e' che il governo inglese e' retto da un ciarlatano incompetente in confronto al quale Gasparri sembra Giolitti.

Il ciarlatano in questione, nonostante le rimostranze dei suoi industriali (che SANNO di non aver speranze a lungo termine contro il distretto produttivo mitteleuropeo) , rifiuta una maggiore integrazione, tenendo in scacco la formazione del distretto produttivo in se'. Cameron ha una visione del 1930, e persino Obama gli ha detto di muovere il Q verso il continente, visto che la storia del trampolino fiscale irlandese verso gli USA non durera' in eterno. Ma lui, che ha poche idee ma ben confuse, sta a dire cazzate sui miracolosi creatori di ricchezza che salveranno tutto e tutti.

Questa mancata integrazione costringe l'est francese, il nordest e Spagna e Portogallo a creare un distretto di tipo agricolo e commerciale. Di fatto, questo distretto si sta costruendo, ma il risultato e' che, per via delle dimensioni, stritola l'agricoltura del meridione d'italia e dei greci. L'agricoltura di quei paesi si sta effettivamente integrando, e lo stesso dicasi per il mondo TLC , ma non ha alcun senso un distretto cosi' grande : la sua produzione potenziale, specialmente quando cadranno le quote, sara' molto superiore al fabbisogno.

In ogni caso, l'agricoltura di Grecia e italia del sud e' stritolata proprio da questo nascente distretto agroalimentare. Se considerate che Cameron avrebbe solo vantaggi nel partecipare ad un distretto industriale e finanziario in quella zona, capite quanto ciarlatano sia il capo di governo inglese.

In ogni caso, come distretto agroalimentare sono circa al 50% dell'andata a regime, mentre come distretto industriale/finanziario sarebbero al 70% se gli inglesi cooperassero, oppure sono attorno al 40%, visto che non cooperano. Anche olandesi e Belgi stanno soffrendo della mancata integrazione.

Un altro distretto che sta faticosamente nascendo e' quello balcanico. Si tratta di un distretto sudorientale che parte, teoricamente, dal triveneto italiano e arriva sino in Romania. Teoricamente potrebbe essere un distretto enorme, anche per via delle risorse locali mai sfruttate del tutto, come miniere e sorgenti idroelettriche. Attualmente marcia ancora attorno al 30%/35% della sua andata a regime, e ha sbocco verso est, cioe' turchia , Russia e medio oriente.

A frenarlo sono le riluttanze dei paesi della ex jugoslavia, che pero' si "piegano" mano a mano che ricevono investimenti e diventano cosi' dipendenti dal resto d'europa, e i disastri che succedono in Ukraina e (ma molto meno) in Moldavia. Il problema non e' che l' Ukraina entri o meno in Europa. Il problema e' che prenda una decisione. Dal punto di vista di quel distretto, occorre capire cioe' se gli ukraini  sono clienti o se sono partner. Se sono clienti, il distretto industriale finira' in Romania, e poi e' tutto mercato. Se invece si integrano, allora e' una ulteriore espansione , e alle aziende occorre budget per investire anche in Ukraina.

In ogni caso, Croazia, Serbia, Romania Bulgaria hanno gia'"varcato la soglia" degli investimenti, quindi non possono piu' tornare indietro ed isolarsi, visto che perderebbero gli scorsi 20 anni di sviluppo. D'altro canto, le incertezze in Ukraina e i ritardi nell'integrazione "fermano" questo distretto, che e' ancora embrionale.

Di questa difficolta' di consolidamento pagano il conto Bulgaria, Austria, Croazia, Serbia, Romania, Ungheria, Slovenia in Europa, in Italia il nordest e il meridione orientale (Puglia, per dire la regione piu' colpita).

In nero la situazione reale dell'integrazione industriale in europa. Il distretto centrale, che chiamano renano, con la sua espansione (in azzurro) verso la Francia (corridoio di Lione). Completo al 100%, in espansione rapida. Il distretto in alto a destra, vicino ad andare a regime, che coinvolge l'area IT ruota attorno al baltico (chiaro perche' i paesi baltici aderiscano all' UE?) .Integrazione in corso, ~70%. A sinistra, in nero il distretto agroindustriale "di ripiego" come sta crescendo, in verde come poteva essere (ma gli inglesi non hanno voluto). A destra in basso, il distretto balcanico, ancora indietro, e il "dubbio ukraino" in giallo.   Le zone economiche impattate dai distretti a regime  sono chiare,  come quelle impattate dalle difficolta' e dubbi. Notare che il distretto  renano  si espande in Francia: chi non vuole la TAV e' un pazzo o un mafioso. O entrambi.



Quindi, ricapitolando: le buone notizie per l'economia di alcune regioni italiane viene dall'entrata a regime del distretto "renano" e del buon processo di integrazione, e nel mondo IT italiano si inizia a sentire l'effetto benefico dell'entrata a regime del distretto informatico del baltico.

Le cattive notizie sono che il distretto che definirei "angloiberico" e quello "balcanico" sono in ritardo o distorti, impattando sul meridione d'italia (per via del distretto iberico che si sposta sull'agroalimentare) e e sull'est , sia nord che sud, che non riesce a trovare sbocchi sufficienti ma risente della concorrenza.

Detto questo, il problema e': ma se supponiamo che il prossimo governo inglese abbia sale in zucca e rimedi al disastro(1), e se supponiamo che l' Ukraina decida da che parte stare e i serbi si rendano conto di essere un pochino meno speciali di quanto credono, e partisse anche il distretto produttivo balcanico, che cosa succederebbe? Ok, ripresa, ma QUALE ripresa? La societa' italiana come ne beneficierebbe?

La risposta sta negli indici di Gini. Stando a Wolfram Alpha, l'indice di gini sui redditi in Italia e' di 0.36. Quello sui patrimoni e' attorno a 0.52.

Per chi non lo sapesse, l' indice di Gini misura l'equita' nella distribuzione delle cose che si misurano 0.36 per i redditi non e' male ma neanche un bene se consideriamo che la Danimarca sta attorno allo 0.23 (cioe' la ricchezza e' ben redistribuita) , ma neanche tanto un bene, se pensiamo che negli USA e' 0.49 e su scala mondiale e' 0.70. Sebbene l' indice di Gini tenda a migliorare su popolazioni piccole, per via di un ovvio problema di varianza , diciamo che si potrebbe fare di meglio. Ma non e' questo IL punto.

Il punto e' che ho nominato DUE indici di Gini: uno sul reddito (che in Italia ha un valore abbastanza occidentale) ed uno sulle proprieta' (immobili, conti in banca, beni di lusso che non svalutano, etc), che in Italia  ha un valore tipicamente "sudamericano", ovvero un valore da sistema latifondista.

Adesso dobbiamo chiederci: questi due indici come interagiscono? Se pensiamo che solo chi ha un buon reddito ha possibilita' di possedere patrimoni, e che i patrimoni hanno una resa che produce reddito, capiamo subito che tendenzialmente i due indici tendono AD AVVICINARSI.

Ora, il guaio e' che bisogna capire quale dei due si muova. Se le proprieta' ed i patrimoni passano facilmente di mano, mentre i redditi sono rigidi,  ovviamente nel tempo sara' l'indice sui patrimoni a scendere e diventare simile a quello sui redditi. Se invece i redditi sono volatili mentre le proprieta' sono stabili, sara' l'indice sui redditi ad alzarsi, fino ad assomigliare a quello sui patrimoni.

Ora, in passato i redditi erano molto rigidi, perche' molto garantiti,  cosi' (volente o nolente) era il patrimonio che lentamente (perche' garantito anch'esso, ma meno) si muoveva verso il reddito. Il benessere avuto nel periodo del boom era trainato proprio da questo: redditi ben garantiti da lavoro ben garantito davano risparmi alle famiglie, che compravano cosi' proprieta' costruendo lentamente il patrimonio familiare.

Se al sud molte famiglie hanno due case (una per vivere ed una per l'estate) e' anche per via del gran numero di impieghi pubblici , che sebbene garantissero stipendi non altissimi, davano alle famiglie la possibilita' di costruire lentamente la seconda casa. In questo esempio, l'esempio di come la distribuzione delle proprieta' si adatti al reddito.

Il disastro e' venuto con la riforma Treu, che ha improvvisamente reso molto volatile il reddito, per una singola generazione. Questo ha fatto si' che l'indice di gini sui redditi, piu' mobile, fosse "attratto" da quello sui patrimoni. Ma un indice come quello sui patrimoni  , se si verificasse sui redditi, trasformerebbe l' Italia in un paese socialmente infernale, come il messico o certe aree del Brasile.

Poiche' una "ripresa" indica comunque uno spostamento di redditi, che sono piu' volatili delle proprieta', essa si esprime come una concentrazione di redditi nelle stesse mani di chi possiede le proprieta'.
Fatto salvo il fatto che "uscire dall'Europa" oggi non e' possibile se non al prezzo di uscire dal distretto produttivo renano (per integrarsi nel quale si e' investito moltissimo da parte delle aziende ) al costo di una catastrofe vera e propria, il vero problema dell' Italia e' di manovrare il rapporto tra distribuzione del patrimonio e distribuzione del reddito in modo che sia la distrubuzione dei patrimoni (oggi iniqua) ad avvicinarsi a quella dei redditi.

Il guaio e' che invece l' UNICA proposta dominante, da Berlusconi a Renzi, e' proprio quella OPPOSTA: detassazione dei patrimoni (immobiliari e non) e liberalizzazione del licenziamento.

In questo modo, si rende stabile e rigido l'indice di Gini sui patrimoni  (se non pago tasse sul patrimonio ma le pago sul lavoro, perche' usare il patrimonio per creare lavoro?) facendo in modo che chi possiede patrimonio NON lo venda e tenendo alta la domanda. Poi si rende "flessibile" il lavoro, ovvero si rende volatile l'indice di distribuzione dei redditi.

Che cosa succede cosi' facendo? Che appena togliamo tasse sugli immobili e rendiamo piu' flessibile il lavoro, improvvisamente l'indice di Gini sul reddito viene "attratto" da quello sul patrimonio. E vi trovate un indice di Gini a sul reddito a 0.52, cioe' una situazione da favelas brasiliana.

Quello che serve in Italia e' semmai l'opposto:

  • Piu' tutela sul reddito dipendente, in modo da ri-spostare in basso l'indice di Gini sui redditi. Meno precariato.
  • Piu' tasse sul patrimonio, in modo da portare chi non lo reinveste con resa alta a venderlo, rendendolo volatile.

in questo modo, non sara' l'indice di Gini sui redditi (che stabilizziamo) ad essere attratto da quello sui patrimoni (che invece rendiamo volatili) , bensi' il contrario.

Se non gettate quell'idioliberista di Renzi nel cesso e non osservate meglio i dati economici del paese anziche' seguire ideologie precotte, il risultato sara' che questa "ripresa" portera' ricchezza, ma aumentera' le disuguaglianze.

E siccome anche l'indice di Gini sul patrimonio PER ETA' e' catastrofico, quello che otterrete e' una distribuzione del reddito per eta' simile a quella sui patrimoni: un disastro epocale.

Quindi, in sintesi, direi di si: esistono segni buoni, diciamo positivi, ma se volete che diventino "il vostro benessere" dovete per prima cosa fermare i cialtroliberisti come Renzi e Berlusconi. E poi dovete spiegare bene ai vostri industriali cosa succede, ovvero dove siano le occasioni e come sono fatte. Non e' possibile che ancora molti industriali al nord non abbiano capito di trovarsi dentro un distretto industriale che copre 4-5 nazioni.



Uriel

(1) Presto non saranno piu' in tempo. Il distretto produttivo renano, nella sua integrazione, sta investendo persino la svizzera (che sinora non aveva mai brillato per integrazione) e si sta espandendo lentamente: acquisti come Ducati e la lenta penetrazione in marche e toscana fanno capire che il distretto e' in espansione, anche in Francia e Belgio, cosi' come in repubblica ceca. Motivo per cui trovo stupido chiamarlo "renano". Se l'espansione continua, presto per gli inglesi sara' troppo tardi.Hanno 2/3 anni di tempo per decidere. Molto meno se la politica fiscale irlandese dovesse cambiare.

Una breve risposta ai cialtroliberisti.

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Mi avvisano che alcuni cialtroliberisti stanno dicendo in giro che , sebbene cerchino su internet, non trovano tracce di un "distretto industriale renano". Bene, non so che internet usino, perche' persino un giornale italiano mai tenero con germania ed europa ne e' al corrente: http://www.lastampa.it/2014/01/21/economia/tre-lepri-tirano-la-volata-della-crescita-ItAYAJr7MybYZ4GFqx4xnK/pagina.html , e si tratta di una informazione piuttosto nota, alla portata di un assessore regionale. Il mio suggerimento ai cialtroliberisti in questione e' di cambiare internet. O di cambiare cervello.

L'esistenza di distretti industriali in Europa e' nota da anni , e si trova su google ( http://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=10&ved=0CF0QFjAJ&url=http%3A%2F%2F644892358441536678.weebly.com%2Fuploads%2F1%2F0%2F4%2F2%2F10420289%2Fworld_industrial_regions.ppt&ei=cDviUpX7LJHEswaE44CwDw&usg=AFQjCNFwf8xzKUFkvqqBFxnIHfwulpumaw&sig2=IqigKlgNH4ot2k4nNN5XCw&bvm=bv.59930103,d.Yms&cad=rja ) e gli studi su questo tema abbondano, proprio su google: http://books.google.de/books?id=is32LEJZIN8C&pg=PA126&lpg=PA126&dq=europe+industry+rhine+district+france+germany&source=bl&ots=_plWi8_JoT&sig=tInJdETnv_XHrX-dbknfwgj-rs8&hl=en&sa=X&ei=cDviUpX7LJHEswaE44CwDw&redir_esc=y , dove trovate abbondante bibliografia sul fenomeno dei distretti: il fenomeno della regionalizzazione dei distretti europei e' noto da anni. Soltanto i cialtroliberisti euroscettici non ne erano a conoscenza. Chissa' come mai non sono stupito.

Peraltro, il distretto renano e quelli spagnoli sono descritti sin dagli albori, in alcuni vecchi documenti e di dimensioni molto piccole, che se ci fate caso crescono di dimensioni mano a mano che il tempo passa. In ogni caso, proprio su google books esiste copiosa documentazione sui distretti.  Non riesco a capire su che diamine di google abbiate cercato. Forse vi siete fatti il vostro google liberista in casa?

Chi mi scrive che non esistono i distretti perche' non li trova su google, sparisca dalla mia vista: se la specie umana ha creato una immensa costruzione capace di mettere ogni scibile online, vi danno pure un motore di ricerca come google, e non trovate nulla su argomenti del genere, nella scuola pre-internet non sareste stati capaci di prendere nemmeno una quinta elementare.

Uriel

Cerebral divide.

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Non mi aspettavo di ricevere obiezioni cosi' stupide al mio articolo sulla crescita, ma tant'e'. Dell'obiezione "io e i miei 20 amici non abbiamo mai sentito parlare di questa roba, quindi non esiste" ho gia' parlato, ed e' semplicemente la tendenza dell'ignoranza a diventare punto di vista mediante i vari tribuni della plebe. Il vero problema e' venuto quando mi hanno detto che "anche cercando su Google non ho trovato nulla". Preso dal dubbio, ho fatto due ricerche, e ho trovato quasi 20.000 link sui distretti industriali, europei compresi. Poi sono andato su google books, e ho trovato copiosa bibliografia sui distretti industriali, mondiali ed europei.



Cosi', la domanda e': ma in che modo hanno cercato?

Su google books ho eseguito una ricerca sola, in inglese, e mi e' arrivata subito una certa bibliografia di distretti industriali. Cercando nei libri, e andando in ordine cronologico, si vede l'espansione di quello renano e il consolidamento di quelli del benelux e dell'area di Lione.

Non ci ho messo tanto a trovare quel che cercavo, come ho spiegato qui:

http://www.keinpfusch.net/2014/01/una-breve-risposta-ai-cialtroliberisti.html


in TRE query ho trovato quel che cercavo, e cosi' mi e' venuto in mente come si faceva PRIMA che ci fosse internet e google. Sapete, non sono sempre esistiti. Come facevate, per esempio, una tesi PRIMA di Internet?

Andavate per biblioteche , universitarie e non. E non era che tutto fosse comodo: se anche un libro parlava dell'argomento che cercavate, dovevate leggerlo, o almeno sfogliarlo, sinche' non saltava fuori. Cosi', i libri che vi servivano erano spesso sparpagliati per tot biblioteche, magari fuori citta'. Gli indici del periodo permettevano di trovare libri anche in biblioteche non locali.

Ma pensate che fosse tutto oro colato nelle biblioteche?

No, trovavi quintali di merda anche nelle biblioteche, solo che pesavano DAVVERO quintali. E dopo aver letto un libro scritto dal "figlio di" e aver scoperto che si tratta del libro del padre rinfrescato, e aver realizzato di aver perso tempo a leggere due volte lo stesso libro, ti rendevi conto che avevi perso settimane e settimane.

Quindi no, anche in questo oggi  come generazione internet siete avvantaggiati. Perdete pochi secondi perche' per cercare qualcosa nel testo non dovete proprio leggere, esiste un motore di ricerca.

Io, se volevo cercare che so io "Liveness" di una Rete di Petri, dovevo cercare prima di tutto di capire quale libro ne parlasse, ma quando l'avevo trovata, se il testo era straniero dovevo pregare nel traduttore, perche' se non ci aveva capito un cazzo, non ero mai sicuro che parlasse proprio della Liveness o meno, e dovevo confrontarla con lo stesso argomento in un libro italiano. Che forse si trovava all' archiginnasio, forse nella biglioteca di ingegneria, forse a Padova, forse a Milano. Nel frattempo avrei trovato MOLTE cose anche nella mia, di biblioteca, ma tutta quella merda di rumore bianco , di cattive traduzioni, di libri di merda fatti stampare da papino e compilati da dottorandi speranzosi con la firma del rampollo, te la dovevi scremare TU.

Poi vi scontravate con altri due  fenomeni:

  1. Quando un professore universitario vuole far fare carriera a qualcuno (figli, amanti) non fa altro che farsi dare il budget per aprire l'ennesima "rivista di fisica nucleare universitaria" o "quaderno di filosofia universitario", da solo o con altri cattedratici. Dopodiche' pubblicheranno riviste e raccolte, che finiranno invariabilmente ad intasare le biblioteche. Non hai idea della merda che c'e', dentro le biblioteche universitarie.
  2. Quando un professore universitario vuole aggiungere un libro al suo carnet, non fa altro che fare "Vanity Publishing", cioe' pagare 3/4000 euro per scrivere un libro, che poi viene stampato dall'editrice universitaria o da quella studentesca (o collegata) ,ed ecco, il chiarissimo prof ha pubblicato ben ventordici libri di testo. Poi, a suo tempo, il figliolo dara' una rinfrescata al libro e fara' lo stesso. Nel campo di tecniche in evoluzione, se il figliolo non "rinfresca bene", ti puoi trovare della roba obsoleta o delle affermazioni senza capo ne' coda, risalenti "a prima che venissero smentite" le quali rimangono in un libro moderno.  
Il guaio era che le rinfrescate ai libri non erano tanto curate. Cosi', se una determinata scienza era avanzata trovando risposta ad un interrogativo, e il figliolo che rinfrescava il libro di papa' non era molto bravo, lasciava la "vecchia " interpretazione, la vecchia tecnologia o la vecchia affermazione (oggi smentita) nel libro.


Ma non era solo un problema di tecnologie che avanzavano perche' anche nel mondo umanistico la conoscenza avanza:  nelle biblioteche trovavamo tonnellate di merda su tutto (magari gia' smentita da storici piu' moderni), anche su Giulio Cesare. Se cercavi un argomento storico, prima di capire che diavolo dire di Cesare doveviimpazzire e finire nelle biblioteche vaticane, probabilmente, che hanno sofferto meno del fenomeno. Non come ora,  consultando la biblitoeca del Congresso americano.


Ma prima  di internet nuovavi nella merda, perche' oltre  ascrivere merda questi ciarlatani OBBLIGAVANO le biblioteche universitarie a dotarsene.

Ora, se confrontiamo la capacita' di ricerca di una persona di quel periodo, sulla "conoscenza mai sentita", dovete chiedervi: quanta gente conosceva una rete di Petri? Pochissime. Per molti di loro erano una cosa "che ne' io ne' i miei 20 amici abbiamo mai sentito nominare". E quindi, a detta loro non esisteva.

Il fenomeno non e' nuovo nell'evoluzione umana: una donna di 6 secoli fa poteva uscire a raccogliere erbe, e sapeva riconoscere almeno 6 cereali , una dozzina di legumi commestibili, erbe e radici da bollire. Oggi, una casalinga a malapena riesce ad orientarsi in un supermercato. La capacita' di ricerca di una donna di 6 secoli fa era ENORMEMENTE piu' sviluppata.

Allo stesso modo, e' possibilissimo che uno studente moderno non saprebbe nemmeno fare una ricerca da terza media coi mezzi di allora: noi attingevamo dall'"enciclopedia", mentre loro hanno google. Se togliessimo google a queste persone, probabilmente non supererebbero il vecchio esame di quinta elementare, pur avendo una laurea.

Ma non e' questo il punto: se proprio dovete usare google, allora DOVETE saperlo usare.

Quando mi e' arrivato il delirante messaggio che diceva "non ho trovato niente su Google, quindi non esiste quel che dici", ho provato a fare alcune ricerche. Facendo per prima quella  in italiano, mi e' comparso un link sulla Stampa. Al primo colpo, non e' che io abbia dovuto sforzarmi piu' di tanto. Un giornale mainstream, neanche una rivista scolastica stampata a ciclostile.

Era su un cazzo di quotidiano mainstream.

Poi ho provato con l'inglese, e ho trovato quasi immediatamente qualche migliaio di links, tra cui quello che ho postato nello scorso  post, un poco datato, con l'estensione iniziale dei centri del distretto che chiamano "renano" .

Infine sono andato su google books, (faccio notare che non ho cercato in amazon, scribd & altro) e in UNA SOLA query mi sono saltati fuori una dozzina di libri sui distretti industriali. Ne ho aperti a caso i primi 3, e in tutti ci sono i distretti di cui parlo.

In pratica, bastavano 3 query di google. Tre.


Quindi non siamo nella situazione in cui confronto una donna di 6 secoli fa con una casalinga di oggi. La donna di sei secoli fa NON sarebbe sopravvissuta in un supermarket, mentre la donna moderna non sarebbe sopravvissuta 6 secoli fa.

Ma qui siamo in una situazione nella quale la donna moderna NON sopravvive nel supermarket.

Quando ero all'universita', alcuni prof accettavano le calcolatrici programmabili e alcuni no. In caso di errore, esistevano diversi criteri di valutazione: se la formula scritta era giusta, ma il numero sbagliato, in genere erano tolleranti perche' alla fine con la fretta e senza tempo per verificare un errore puo' capitare.

Ovviamente, non se le formule erano sbagliate.

Ma il professore che tollerava l'uso di calcolatrici NON tollerava errori di calcolo. Dal momento che si usava una calcolatrice programmabile, ANCHE i numeri dovevano quadrare. Se usavate la calcolatrice, cioe', NON avevate scuse.

Ora, la mia posizione e' assolutamente identica: se qualcuno mi scrive che "ho cercato su google e", mi sta dicendo che USA google. E se USI google, NON accetto che tu "non trovi". Col cazzo. Se usi una calcolatrice calcoli bene, e se usi google trovi bene. End of story.

Non e' possibile che un argomento come i distretti industriali europei, che e' discusso in migliaia di pubblicazioni, sia introvabile. E neanche che lo sia un articolo della Stampa di pochi giorni fa.(1)

Ma qui siamo proprio al cuore del problema. l'umanita' ha realizzato un vecchio sogno, che era quello di poter diffondere la conoscenza in tutto il mondo ed in tempo reale, di poter disporre di tutta la conoscenza del mondo in tempo reale, e di avere un INDICE ANALITICO preciso ALLA PAROLA di OGNI contenuto in rete.

Chi costruiva, a costi immani, la biblioteca di Alessandria sognava un progresso del genere. I primi cartografi SOGNAVANO qualcosa come google maps. Quando gli illuministi del 700 si misero a parlare di enciclopedismo, di quei blocchi di conoscenza analitica e consolidata che poi presero il nome di enciclopedie, SOGNAVANO che TUTTI avessero un accesso al sapere, ad OGNI conoscenza, uguale a quello di oggi.

Se portaste un illuminista francese al giorno di oggi e gli mostraste Wikipedia, o gli mostraste Google, piangerebbe DI GIOIA. Tutto il sapere del mondo. Tutto a disposizione. Basta chiedere. E voi, quando usate Maps per prima cosa cercate casa vostra.

Gli illuministi encoclopedisti vedevano un tale legame tra progresso e disponibilita' del sapere che se avessero sognato un futuro con Google e Wikipedia lo avrebbero associato ad una umanita' evoluta, intelligente , sofisticata, educata, progredita, intellettualmente sovrumana per gli standard dell'epoca.




ma le cose non sono andate esattamente cosi'. Qualcuno va in giro parlando di "digital divide", ma la vera domanda e': il divide e' digitale o intellettuale?
Perche' voi potete portare cavo e banda larga ovunque, ma: se poi le persone non riescono a fare tre miserabili query, e' del tutto inutile. Se la gente usa Maps per vedere se qualcuno abbia fotografato una donna nuda, se si usa wikipedia per fare copia-incolla e passare indenni gli esami scolastici, potete portare un gigabit su ogni cellulare, computer o tablet del mondo, e ancora non avete portato internet.

Internet, insieme alla rete mobile, e' il piu' enorme manufatto funzionante mai costruito dalla specie umana. Le altre "meraviglie del mondo", tipo il Taj Mahal, le Piramidi, il Colosseo o altro, sono minchiatine insignificanti.

Ma se gia' l'infrastruttura e' una conquista tecnologica enorme, i contenuti hanno una portata storica. Tra biblioteche online, wikipedia, le varie fondazioni che hanno messo libri online, contenuti di ogni genere, e specialmente motori di ricerca (una biblioteca e' utile quanto il suo indice) , l'uomo ha realizzato un sogno vecchio di secoli e secoli: tutto il sapere disponibile a tutti, dopo una ricerca brevissima.

Si, certo, alcuni di voi si lamentano che su internet c'e' troppo "rumore bianco". Aha. Il che vi costringe, oh povere stelline di mamma, a fare anche dieci, venti query per scremare. Ommioddio, ce la farete a sopravvivere?

Un tempo, se un libro era in una biblioteca di Milano, prendevo il mio bell' eurostar e andavo alla biblioteca del politecnico. Ci perdevo il giorno, due giorni, tutto quanto serviva. Se ce lo avevano: potevate telefonargli e chiedere se c'era, o se te lo mettevano da parte - alcuni pietosi lo facevano.

Se non c'era dovevate accontentarvi di quello che avevate trovato. Se c'era , dovevate LEGGERLO TUTTO per cercare quel che vi serviva. Non come oggi che cercate le parole specifiche nel libro. (alcuni avevano un indice analitico, o miracolo un indice dei termini con le pagine ove erano menzionati!) .

E oggi c'e' gente che dice che "per colpa del rumore bianco", col culo comodamente poggiato sulla sedia e TUTTE le ricerche eseguite in pochi secondi, non trova le cose.

Questo non e' un digital divide: e' un "celebral" divide. Non si colma con piu' banda passante. Non e' la differenza tra 7 megabit e 25 megabit che vi cambia le cose. E' una differenza nelle strategie celebrali.

Una donna di campagna  di sei secoli fa prendeva una cesta, usciva in un bosco, e tornava con una cesta piena: tra bacche, funghi, radici, tuberi, cereali , legumi ed erbe da bollire, era capace di sopravvivere laddove Rambo sarebbe morto di fame. A parte la conoscenza in se' e per se', la sua mente aveva probabilmente acquisito una vera e propria specializzazione, un allenamento, nel fare questo genere di ricerche.

Oggi esistono i supermarket, e sono pronto a scommettere che una donna di 6 secoli fa sarebbe stata assai confusa , abituata a selezionare le cose toccandole, guardandole, a volte odorandole. Con etichette e scatolame sarebbe impazzita.  Ma oggi serve probabilmente un'abilita' diversa.

Ora, nel mondo di internet si chiede all'uomo di saper identificare quali siano le parole chiave da cercare insieme, e di maneggiare una logica di query fatta di not, and e or. Niente di che.

Ma c'e' chi non riesce a farlo!

A queste persone "internet" non e' di alcun vantaggio. E' solo una TV con molti piu' canali. Probabilmente la loro capacita' di ricerca delle parole chiave semanticamente "pesanti" in una serie di concetti e' cosi' bassa che non riescono nemmeno a trovare cio' che cercano se si trova in un giornale che parla la loro stessa lingua, uno tra i primi 5 giornali del paese, che appare di regola in cima alla lista dei risultati di google.

Quando vi dicono che siete "inoccupabili" nel mondo moderno, intendono questo. Intendono dire che in un mondo come quello di oggi, non riuscite a trovare cose che sono su giornali nazionali, che sono alla portata di assessori regionali, sulla quale ci sono dozzine di libri.

In pratica, non siete solo inoccupabili.

Siete inadatti a vivere nel mondo odierno. E non ho detto "moderno", che sembra quasi una proposta che potete accettare o rifiutare, un bivio di fronte a voi, tra modernita' e tradizione. No, dico "odierno": una realta' di fatto che c'e', qui ed oggi,  vi piaccia o meno, e non se ne andra'.

E voi non sapete viverci.

E' il celebral divide.

Uriel




(1) Non e' una coincidenza. Eurostat ha rilasciato delle statistiche a riguardo. E si, ve le trovate voi con google. E no, se non le trovate non cagate il cazzo a me. Oggi come oggi avete uno strumento che la mia generazione non sognava neanche, non si accettano piu' richieste tipo "menziona le fonti". Ok, giusto per farvi capire quanto siete idioti se non trovate nulla:

http://ec.europa.eu/geninfo/query/action?query_source=ENTERPRISE&language=en&text=regional+clusters 

 

Oro

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Ho dato un'occhio sul web italiano, circa il fatto che la Germania stia ritirando l'oro che veniva custodito in USA, e ho visto ogni genere di speculazioni. In realta', per capire cosa stia succedendo sarebbe sufficiente aver ascoltato il professore durante le lezioni di storia, o avere mai letto un libro di storia che uno. Quanto sta succedendo e' sotto gli occhi di tutti, solo che chi guarda solo dietro alle quinte si perde lo spettacolo.

Il primo punto e': cosa ci fa li' quell'oro?

In passato si scelse di custodire l'oro negli stessi sotterranei di New York (e non a Fort Knox come scrivono alcuni) per tre motivi:


  1. L'Europa era a rischio di invasione sovietica, e non si voleva che i sovietici, eventualmente occupassero l'europa dell'ovest, mettessero le mani su quell'oro. In realta' pochi sanno che le forze Nato divennero superiori a quelle del patto di varsavia solo nella seconda meta' degli anni '80: prima, a garantire la stabilita', c'era solo il deterrente nucleare. Di fronte all'ipotesi che se avessero attaccato i sovietici avrebbero facilmente conquistato l'europa, si mossero le riserve negli USA, che si consideravano piu' sicuri. 
  2. Dentro l'impero sovietico c'erano delle "defaillances". Chiunque sappia dei fatti di Praga, o della "ostpolitik", cosi' come della decisione degli Jugoslavi di "non allinearsi" pur essendo comunisti, o dell'ostilita' tra comunisti cinesi e compagni russi, sa che il mondo comunista non era del tutto unito. Tenendo i soldi dentro un forziere americano , il messaggio era che la NATO era fatta da alleati cosi' fidati che non c'erano problemi a tenere i soldi tutti a casa dello Zio Sam. Nel mondo sovietico, ognuno si teneva le riserve per se'.
  3. Era piu' sicuro. Tenendo i lingotti sempre dentro dei sotterranei , gli stessi sotterranei, un trasferimento di oro tra , per dire, Francia e Germania , non richiedeva nessun trasporto. Dopo la seconda guerra mondiale avvennero degli spettacolari furti di oro durante il trasporto, per via del molti soldati allenati e pronti all'azione , decisi a far soldi. Mettendo tutto nello stesso sotterraneo, un trasferimento non implicava alcun movimento fisici: i lingotti erano numerati, e semplicemente si scriveva su un foglio di carta che i lingotti numero XYZ, XYK e XYJ passavano di mano da caio a sempronio. 

poiche' questi furono i motivi , e' chiaro che una decisione del genere puo' venire solo dalla palese scomparsa dei motivi iniziali. Fa eccezione solo l'oro custodito in Francia, che arrivo' li' per motivi diversi legati a noti eventi storici. Quindi, nell'ordine:


  1. La Germania ritiene di poter garantire la sicurezza del proprio oro di fronte ai possibili invasori attuali. Che possa garantire tale sicurezza MEGLIO degli USA e' un veleno sottile che la diplomazia non puo' frenare sul piano delle chiacchiere. Del resto, una decisione simile DEVE avere un significato, e senza chiarire quale sia di preciso, si lasciano aperte le porte alle interpretazioni. Nel complesso, quindi, la malagrazia dell'operazione lascia parlare i maligni: la Germania e' piu' sicura o gli USA lo sono di meno?
  2. Freddezza nei rapporti. Non so se avete letto, ma quando la Merkel e' caduta dagli sci Obama ne ha preso la scusa per salutarla (i rapporti sono piuttosto freddi dopo le rivelazioni sullo spionaggio) e invitarla a washington. Oggi, dopo ormai un mese, non e' ancora stata decisa una data per la visita. Nel mondo diplomatico questo e' uno sgarbo, qualcosa come un pesante e deciso "raffreddamento" dei rapporti. La  Germania vuole far sapere al mondo che i rapporti tra gli "alleati" della nato non sono piu' tanto buoni come un tempo, e che insomma, e' qualcosa come era il vecchio mondo dei paesi comunisti. Grandi baci in bocca, ma ognuno a casa propria.
  3. Congelamento. Se l'oro da ora in avanti deve essere spostato fisicamente, riprende il rischio di assalti alla diligenza, a meno che non si intenda smettere di spostare oro. Questo significa , effettivamente, che la Germania non ha piu' intenzione di fare scambi di oro fisico, ne' di trovarsi in una situazione di volatilita' tale da dover spostare quei lingotti altrove, al punto da non ritenere vantaggiosa la soluzione cartolare americana. E significa anche che i tedeschi non accetteranno, se non un casi rari e pericolosi, oro a garanzia: esso non si puo' piu' muovere cosi' facilmente. Insomma, stanno svalutando le riserve di oro.
che cosa produrra' questo? Diverse cose. Per prima cosa, e' ormai chiaro che i rapporti sono raffreddati con gli USA, ma e' anche chiaro che sono raffreddati anche con altri paesi. Togliendo l'oro da li', i tedeschi si mettono nelle condizioni di poterlo spostare solo in casi eccezionali, e quindi si mettono nelle condizioni di rendere meno attraente anche per gli altri il giochino dello spostamento facile tra stati, che avviene tutto dentro un sotterrano.

Che la Merkel senta di avere un governo in acque ostili e' ovvio. Lo dice la nomina di un uomo dell'intelligence tra i segretari, prima volta nella storia. Lo dice lo strettissimo monitoraggio di ogni oggetto presente nell'edificio del cancellierato, e il fatto che appena si muove un oggetto (1) i giornali chiedono al governo di mettere la cancelliera dentro un qualche tipo di bunker piu' sicuro, e specialmente piu' lontano dall'ambasciata inglese.(2)

Anche sul piano politico la Merkel ha costruito una coalizione formidabile, e sta mirando a cementarla sempre di piu', al punto che le opposizioni lamentano di non riuscire nemmeno a capire se esista ancora una differenza tra i due partiti.(3) Non si capisce per quali gigantesche riforme abbia bisogno di un simile consenso monolitico: per il semplice "business as usual" non c'era bisogno di una compattezza simile, cosi' sistematicamente perseguita.

Mettere il proprio delfino a ministro della difesa e' un'altra mossa che dice male. Era normale, nel periodo delle monarchie, che l'erede al trono avesse un titolo militare. Che il successore candidato al posto da cancelliere diriga il ministero della difesa significa che i tedeschi stanno dicendo "prova ad eliminarmi, e va al potere Ursula. Quella li', proprio dietro al cannone.

Insomma, e' chiaro che la Merkel intende prendere delle decisioni pesanti, che sta aspettando l'esito delle europee, e che si aspetta come reazione un tentativo straniero di farle perdere il cancellierato mediante interferenze esterne: i soliti disordini di piazza made in Soros , o roba del genere.

Ovviamente non e' dato sapere cosa intenda fare, ma le cose che si osservano sono:

  • Per fare questa cosa e' consigliabile un raffreddamento netto del rapporto diplomatico con gli americani.
  • Per fare questa cosa e' consigliabile la sua "delfina" insediata al ministero della difesa.
  • Per fare questa cosa e' consigliabile un uomo dei servizi segreti come parte dell'entourage governativo (e non personale come prima)
  • Per fare questa cosa e' consigliabile un parlamento europeo indebolito dagli euroscettici ed una BCE indebolita da una specie di plebiscito contro l'euro.

un'ultima notizia puo' essere la polemica sull'operato della BSI. La BSI, una spinoff informatica  del bundesnachrichtendienst ,   ha scoperto una grossa botnet capace di usare username e passwords per le email di milioni e milioni di utenti.  Il guaio e' che dopo averne preso il controllo ha aspettato quasi un mese per darne notizia (la botnet contiene indirizzi e password da tutti i paesi) e ha "governato" la botnet per quasi tutto dicembre e gennaio. (4)

A parte il risvolto comico: se siete tedeschi andate sul sito e controllate se eravate in questa botnet, ovvero se qualcuno controllava la vostra email, (https://www.sicherheitstest.bsi.de/#email il sito vi restituisce un codice, che vi verra' inviato nell'email con la quale vi diranno se eravate controllati dalla botnet. Io lo ero dal pc del lavoro, per dire: bisogna usare per foza windows...). la grande polemica e la grande stranezza consiste nella decisione del BSI  di NON fermare la botnet, di lasciarla espandere e di prenderne il controllo tenendolo per quasi un mese.

A parte che e' un bel colpaccio per la BSI, che testimonia un aumento di investimenti sulla sicurezza ed un bel salto di qualita' nell'hardening della rete , il punto e' che nessuno puo' dire per quali scopi la BSI abbia tenuto la botnet (che probabilmente non era solo in Germania) e che cosa abbia fatto degli username e password che ha trovato. Lo scopo della botnet, btw, non era quello di fare DDOS, ma di praticare identity theft in massa.

Se come capita spesso , per dire, gli utenti usano la stessa password per tutti i servizi, e se per dire la botnet si era diffusa anche negli USA, il BSI ha avuto un mese e rotti di tempo per gironzolare per le email di mezzo mondo, e se la stragrande maggioranza del traffico va in USA, e' abbastanza chiaro chi debba aver paura.

Questi sono piccoli eventi, ma parlano di un apparato governativo che si sta mettendo in guardia (avvisatemi, quando la Polizia Postale prende il controllo di una botnet da 16 milioni di PC) , e che si sta preparando a litigare e ricambiare alcuni favori. E' chiaro chi debba preoccuparsi: tutti quelli che in questi anni ci hanno marciato un pochino con "Germania di qui e di la'" , ma prevedere cosa intendano fare non e' semplicissimo.

Qualcuno dice che si tratti di una questione legata alle banche, ma la strategia di Deutsche Bank parla chiaramento: quelle che ne hanno dichiareranno le perdite PRIMA  dell'ispezione della BCE, in modo che la BCE di fatto non trovi nulla che non si sappia gia'. In questo modo, il monitoraggio della BCE non aggiungera' valore , non verranno usati soldi del contribuente per salvarla (come da accordi europei voluti da Schäuble) , e sembra solo una continuazione del pessimo rapporto tra Merkel e DB. Non credo quindi sia una questione tra banche: del resto per punire le banche tedesche sarebbe meglio un parlamento europeo forte, e per salvarle sarebbe meglio una BCE forte , cui offrire in cambio un fondo salvabanche piu' corposo.

Cosi', quel che si vede oggi e' semplice: 

un governo che si prepara ad una azione che sara' considerata fastidiosissima o intollerabile dagli USA , che come risposta potrebbe avere uno spettro di azioni vastissimo, al punto da dover mettere in sicurezza la successione politica sia del governo che della CDU, che iniziera' dopo le elezioni europee (e prevedibili esiti ) e che spinge i servizi tedeschi ad azioni estremamente penetranti su internet, e che c'e' nervosismo riguardo alla sicurezza dell'edificio del cancellierato.


che cosa sia non e' possibile saperlo, quindi ogni speculazione vale l'altra, e siccome comunque non possiamo farci niente come comuni cittadini, direi che valga la pena di aspettare qualche mese e guardare che succede.

Nel frattempo, Kerry e' a spasso per l' Europa. Andra' a Roma, Parigi, Londra, Bruxelles. Non a Berlino, se non a Febbraio, per incontrare Lavrov. la citta' l'hanno scelta i russi.

Butta male, dopo l' invito di Obama alla Merkel, di recarsi negli USA, che non ha ancora visto fissare una data.



Uriel




(1) Si tratta di un complesso enorme di edifici , stracolmo di persone e di eventi. Un certo numero di eventi "strani" e' inevitabile.

(2) Gli inglesi avevano camuffato alcuni dispositivi spia da condizionatori d'aria e li avevano piazzati sul tetto in direzione del cancellierato.

(3) Qui non potete costruire un partito, che so io, come quello di Grillo o di Forza Italia. Esistono leggi su come si deve svolgere la vita democratica dentro i partiti, con precisi limiti e prescrizioni. In altre parole, M5S qui sarebbe illegale. Di conseguenza, se due partiti si uniscono sono liberi di farlo, ma devono farlo secondo certe regole.

Salotti 2.0

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Ho sempre pensato che i salotti fossero una velleita' piccolo/borghese, ovvero una velleita' tipica dei nuovi ricchi, incentrati sull'imitazione degli ambienti esclusivi e dei circoli dei nobili. E credevo che fossero essenzialmente inutili , almeno sul piano puramente sociale. Dopo aver "diretto" con la stessa logica di un "salotto" il forum del blog, sto iniziando a ricredermi. Racconto la mia esperienza.

L'infrastruttura. 

Avevo da gestire un sito con troppe letture - almeno rispetto al tempo che potevo dedicargli - e mi rendevo conto che anche usando un sistema abbastanza sofisticato come Disqus, o come IntenseDebate, il tempo necessario a tenere in ordine il dibattito ed impedire che questo blog diventasse una discarica di sciroccati tipo "La Chiesa Uccide con l' Onda" ( http://it.wikipedia.org/wiki/C.T. ) , come e' successo per esempio al blog di Grillo.

Mi serviva quindi qualcosa la cui gestione non dipendesse dal numero di persone che VOLEVANO postare, ma al numero di persone che io abilitavo a postare. Usando Disqus potevo settare i messaggi ad essere moderati, ma questo metteva tutti gli utenti sullo stesso piano.

Ricordai cosi' i primi tempi di Internet, cioe' le mailing list. 

Per prima cosa, occorre iscrivervi. Se non siete iscritti ad una mailing list chiusa, semplicemente non potete fare nulla, nemmeno proporre un messaggio alla coda di moderazione. Il che eliminava i vari fanatici (colpisci e scappa), i troll, e gli avvelenatori di professione, come gli sbirri e gli sbirroidi, nonche' le truppe cammellate dei vari partiti.

Ma fare spoofing degli indirizzi e' possibile, anche se google usa bene i record SPF per evitarlo. Cosi' i messaggi sono moderati, tranne per alcune persone che hanno dimostrato di essere intelligenti, ed i cui ISP hanno record SPF.

Rimane una specie di limbo , di persone che hanno chiesto l'iscrizione ma, come succedeva alle vecchie mailing list, stavano in lurking. Puo' succedere che qualche volta postino, ma in questo caso vanno nella coda di moderazione. Questo riduce la dimensione della coda di moderazione.

Cosi', eliminata la massa che colpisce e scappa, quelli che io paragono ai writer che imbrattano i muri la notte (1), che non affronteranno mai il processo di iscrizione(2), rimangono quelli piu' sofisticati: quelli che lavorano per le segreterie dei partiti, per mediaset, i fanatici di Grillo, che si iscriveranno certo, ma finiranno nello stato di "moderati". In questo modo, se anche inviassero il loro delirio, lo fermerei. Peraltro, nell'interfaccia di moderazione di Google ci sono due tasti utilissimi: uno e' quello che dice "fai passare questo e tutto quanto segue", e l'altro e'"blocca questo ed espelli il tizio dalla lista". Insomma, potete far passare il singolo messaggio o decidere che l'utente e' ok, oppure se riconoscete un fanatico di qualche tipo, potete cassare messaggio e utente con un solo click.

Poi c'e' la terza fase, quella di benvenuto, che io definisco "challenge of assumptions". Per quanto si sforzi , una persona immersa nel mainstream ha una serie incredibile di pregiudizi stupidi che si porta appresso. In genere nascoste dietro a parole inglesi che poi alla fine diventano un linguaggio occulto, cioe' mi parlano di magia (z.b: un "watermark" in un file di testo" : quale potenza magica si attribuisce alla parola "watermark"? )  , oppure altre cose.

In genere il mio metodo consiste in una doccia fredda che costringe la persona ad esaminare i fondamenti del suo pensiero, tutte le frasi senza senso che ha imparato ad accettare per abitudine (z.b " poveri ma felici", "decrescita" , etc) senza mai andare a svilupparne i concetti dentro un sistema fisico reale.

Dopo il primo duro scontro, chi non e' un narcisista convinto o un idealista assoluto (z.b: gli idealisti progressisti mi garbano, ma spiegare che dalla stessa scuola passino Einstein e Bossi, e che quindi non si puo' pensare che la scuola cambi i processi cognitivi , e' impossibile. ) in genere inizia  a capire di trovarsi in un ambiente diverso dal solito, ove pensare prima di scrivere. 

E siccome la differenza tra una miserabile bestia ed un essere umano e' che l'essere umano inserisce un momento di raziocinio tra lo stimolo di fare ( ripetere a pappagallo cose sentite in TV ) e l'atto di fare (scriverle su un blog) , diciamo che questo garantisce un'altissima percentuale di esseri umani nella mailing list.

La massa critica.

Inizialmente, mi trovavo ad essere il mattatore ed il conduttore della lista, in un modo che ricorda molto le trasmissioni televisive. Questo era dovuto ad una mancanza di massa critica, ovvero al fatto che moltissimi di quelli che si erano iscritti si erano iscritti pensando che si trattasse di una cosa come quella di Grillo, o una specie di Disqus, e non avevano capito bene di cosa si trattasse. Quando hanno scoperto che era impossibile fare danni o agire da guastatori, si sono messi in silenzio.

Ci e' voluto un pochino di tempo prima che si facesse massa critica, ovvero che ci fosse una situazione per cui molti messaggi risultassero interessanti per altre persone, che si creassero dei gruppi contraddistinti da interessi analoghi, e quindi si creasse la situazione per la quale non serve piu' il mattatore, o il conduttore televisivo.

A fare questo, pero', e' stato il meccanismo della cooptazione, cosi' come il meccanismo della condivisione di link su diversi social network. Tuttavia, ad un certo punto mi sono reso conto che meccanismi come Facebook e Twitter erano dannosi alla creazione di un bell'ambiente. 

Me ne sono accorto perche' mi sono accorto che alcuni volevano piazzare qui gli stessi commenti che leggete su Facebook, con la stessa orribile miseria umana, la stessa cattiveria ingiustificabile per gli altri. 

Insomma, mi sono accorto che se le due regole di base per la permanenza in un salotto sono:

  • Parla solo se hai qualcosa da dire.
  • Renditi amabile e non essere un problema per gli altri.

Da fuori stavano venendo elementi il cui scopo nella vita e' dimostrare di esistere provocando negli altri questa sensazione:


ovvero personaggi che hanno l'intenzione di distruggere ogni tentativo di socialita'. 

Cosi', una volta raggiunta una massa critica di persone che comprendono come ne' io ne' altri abbiamo il dovere di sopportare persone che deliberatamente decidono di essere un problema, il discorso si e' stabilizzato.

Nelle discussioni su twitter e su facebook ho visto solo una cosa: il fallimento delle rivoluzioni dal basso come quella comunista, se confrontata col successo delle rivoluzioni elitarie come quella francese, ho visto l'equivalente internettiano dei porcili puzzolenti che sono le comunita' anarchiche, che degradano facilmente in merdai , sempre per via della loro volonta' disperata di accettare chiunque.

Il "social" e' , essenzialmente, una merda nella misura in cui si crede che si riferisca alla massa, cioe' a quei gruppi di umani che si caratterizzano dalla tendenza a dividersi in due fazioni di fanatici su ogni argomento. Non ha senso andare su un social network per sopportare tutti quelli cui non concedereste un minuto di attenzione nella vita reale.

Il risultato.

Mi sono reso conto, negli ultimi tempi, dello scopo dei salotti di un tempo. Essi si proponevano di far sentire meno sole le persone che avevano degli interessi, contro "tutti", ovvero coloro per i quali il non conoscere qualcosa coincide con la sua non esistenza.

Quando per esempio ho postato sui distretti economici, mi riferivo a cose che avevo letto io. Le contestazioni del tipo "io non ne ho mai sentito parlare quindi non esistono", che sono l'acme del pensiero provinciale, mi hanno fatto incazzare nella misura in cui odio quel pensiero, ma ha ottenuto di aumentare il senso di solitudine. Possibile che solo io avessi letto le statistiche pubblicate dalla commissione europea? O che solo io avessi letto dei distretti europei? 

In verita' no, e ad un certo punto altre persone hanno postato in lista altri link che parlavano dei distretti economici e produttivi. Il fatto che io NON avessi mai visto quei links faceva si' che da un lato potevo confrontare le mie conclusioni con altre, ma dall'altro ha rotto il senso di solitudine: no , non ero io il solo ad aver letto dei distretti. 

Perche' il modo di fare del "dio tutti" e' proprio questo: quando si sentono superati, i mediocri provinciali reagiscono facendoti sentire come se tu fossi il solo a pensare queste cose stravaganti, tipo che puoi anche leggere qualcosa che non si trova sul Carlino, e quindi ti dicono "hai visto? Sei il solo che lo dice. Tutti pensano diversamente. E' per questo che sei solo". 

E' un pochino quello che succede quando una ragazza che viene violentata pretende che la colpa sia dello stupratore, e le altre donne le dicono "ma se tu fossi rimasta a casa come tutte le altre brave ragazze, se non avessi voluto essere li' in quel momento... sei la sola a comportarti cosi', e per questo..." la tecnica consiste nel cercare le colpe delle vittime, la colpa dell'escluso, che si e' escluso di proposito in modo da potergli snocciolare le sue colpe, che avrebbero portato all'esclusione.

E' come se il "dio tutti" costruisse un mondo in cui e' la pena a provare la colpevolezza: sei in galera? Allora hai ucciso. Ti hanno stuprata? Allora hai fatto qualcosa da puttana. Sei isolato, solo, preso in giro? Allora sei stupido, sei TU l'ignorante.

Ecco, quando ho capito questo, e ho capito di non essere stato il solo a leggere dei distretti, e' come se il dio tutti , o almeno il suo totem, si fosse sgretolato di fronte a me. Riesco a capire le nuove classi borghesi nel 700 ed 800 , e il loro bisogno di salotti. Un borghese che volesse crescere culturalmente poteva anche leggere libri a casa, o dipingere, ma sarebbe stato quello strano, circondato da un lumpenproletariat che non avrebbe mai accettato di essere stato superato.

Solo costruendo il salotto, una socialita' diversa, chi aveva letto un libro in piu' poteva sentirsi meno solo, sentire che non sapeva qualcosa che "lo dici solo tu", o qualcosa che "nessuno ne ha mai sentito parlare, saranno stronzate" o qualcosa che "tutti la pensano diversamente". Questo e' il punto: improvvisamente ho capito il perche'. 

Non era una velleita'. Era un bisogno. Era il bisogno di sfuggire alle spire di una piovra, un dio che si chiamava "tutti", per il quale chiunque volesse capire o pensare di piu' del solito.

Poi, c'era anche una seconda cosa: il vantaggio.

Non so quanti libri siano ormai passati sulla mailing list, e non so quanti link interessanti. Non so quanto tempo avro' per leggerli , di un paio mi sono annotato il titolo, ma questo non e' il punto: il punto e' che se per esempio torniamo al discorso dei distretti, almeno un sito sui distretti e' interessantissimo e ha un interessante sistema di statistiche da cui prendere dati e capire nuove cose.

Quindi, specialmente in un mondo caratterizzato dal buzz, dal rumore bianco che caratterizza ogni cosa e la rende inutile, avere delle fonti di buona qualita' e' un guadagno enorme. Era un guadagno enorme per i primi borghesi, cui non era facile trovare nomi, autori, libri, stimoli interessanti.

Oggi c'e' tutta Internet a disposizione, ma soltanto la possbilita' di avere fonti di  buona qualita' e' un vantaggio enorme. Insomma, c'e' anche un guadagno.

Ho realizzato quindi come, anche se parliamo di social e di web 2.0, dopo un pochino emerge comunque la necessita' di sollevarsi dal mare magnum , sia da quello del lumpenproletariat che da quello della lumpenbourgeousie ( http://en.wikipedia.org/wiki/Lumpenbourgeoisie ) , e di crearsi un salotto.

Ma questo non e' ancora un fenomeno compreso dagli "analisti del social", che viene considerato un "media", qualcosa che si mette tra i contenuti e le masse. Essi non riescono a concepire l'idea di un "social" che non soddisfa molte persone, le quali sentono il bisogno di salotti, i quali servano principalmente a disfarsi del "dio tutti". 

Questo non e' social, ed e' inutile chiamarlo cosi'. Social e' un concetto inclusivo tipicamente inglese, per il quale comunque occorrerebbe socializzare con chiunque: ma Facebook e' social quanto una festa di compleanno ad entrata libera, dopo che arrivano ubriaconi e puttane, la casa e' devastata e saccheggiata, e diventa un porcile. 

Di fatto, vi troverete a pensare che sarebbe stata migliore una festa con pochi intimi, ovvero una festa MENO social. 

Credo che l'era dei social network stia collassando lentamente: da un lato lumpenproletariat e lumpenbourgeousie si terranno in qualche social per il "dio tutti", dall'altro alcuni cercheranno di fuggire e di trovare un ambiente piu' soddisfacente.

Chiaramente, i "guru" del social non accetteranno mai questo principio, perche' si stanno vendendo come consulenti del social  network come "media" (su cui farsi pubblicita') , e non del social come ambiente per la crescita e l'automiglioramento.

Per loro e' incomprensibile che nasca qualcosa che non e' semplice da sfruttare sul piano commerciale: l'idea di posti ove del tuo "brand" non frega un cazzo a nessuno non piace loro: la frammentazione dei social network in una "jeopardy" e' il loro incubo peggiore.

Ma succedera'. 

Non basta ignorare qualcosa: un'esperienza positiva e' un'esperienza che si diffonde. E internet ha realizzato sia molti incubi(3) che molti sogni.  

Uriel


(1) No, non e' arte. E' un reato. End of story. Quando lo faranno sulla facciata della casa di papino invece che sulle case altrui, o sull'auto di papino anziche' sulla metro, ne riparliamo. 


(2) Ho chiesto di scrivere qualcosa di se' stessi. Il che esclude una quantita' di persone che non immaginate: dire "scrivi qualcosa di te" a certe persone e' come dire "salta questo muretto" ad un tetraplegico. 

Ohoho, FIAT

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Avevo gia' scritto in passato che FIAT avrebbe lasciato l' Italia, per la semplice ragione che i suoi piani industriali apparivano evidenti: se compri un mercato ove vendi maggiormente, ove hai maggiore credito e dove produci di piu', e' chiaro che non sei tu a comprare loro, ma sono loro ad assorbirti, capitale compreso. Adesso che arriva l'indiscrezione che Fiat andrebbe a Londra come ragione sociale e a New York come quotazione in borsa, mi arrivano le richieste di commento. Allora forse non avete capito bene l'intervista di Marchionne. Cosi', vedo di tradurla per chi non ha capito:




Magari  se leggete bene l'intervista che ha rilasciato, e la traducete in italiano, capirete meglio l'evidente futuro di Fiat:

http://www.repubblica.it/economia/2014/01/09/news/intervista_a_marchionne-75530856/

in rosso la traduzione in italiano:

DOTTOR MARCHIONNE, la settimana scorsa la Fiat si è comprata tutta la Chrysler, ha cambiato dimensione e identità e lei non ha ancora detto una parola. Cosa succede?
"Quel che dovevo dire l'ho scritto il giorno dopo la firma ai 300 mila dipendenti del gruppo, insieme con John Elkann. Adesso dobbiamo soltanto lavorare perché questo sogno che abbiamo realizzato, e che io inseguivo dal 2009, si metta a camminare, anzi a correre, e produca i suoi effetti".
Mi faccio un pelo di cazzi miei , insomma. Ho scritto una lettera, che altro volete? Sono italiano, io. Insomma, spaghetti meatballs, si? A uno uaglione si crede, paisa`!



Si ricorda come è incominciato tutto?
"Sì. Avevamo un accordo tecnologico con Chrysler, un'intesa di minima, e mi sono accorto che non serviva a niente, perché non produceva risultati di qualche rilievo né per Fiat né per gli americani. È stato allora che l'idea ha cominciato a ronzarmi per la testa. Un'idea, non un progetto. Diceva così: o tutto o niente. O posso entrare nella gestione e prendermi la responsabilità delle due aziende, oppure perdiamo tempo".
Eravamo praticamente spacciati.Non avevamo nuovi modelli, le vendite in crollo, il mercato di fascia alta perso, Lancia scomparsa dal mercato. Il governo italiano non ci dava una lira e i nostri bond erano classificati come junk. In USA c'era un'altra azienda simile, ma il governo aveva una paccata di soldi per chi se la fosse caricata in groppa. E cosi', siccome piu' buio che a mezzanotte non puo' fare, ci abbiamo provato, dopo che ho fatto dei sogni per via delle fettuccini alfredo.


E poi?
"Poi è arrivato il piano. La chiami fortuna, istinto, visione, quel che vuole. Resta il fatto che in quel momento di crisi spaventosa abbiamo visto nei rottami dell'industria automobilistica americana la possibilità di far rinascere una grande azienda in forma completamente diversa. E l'America ha creduto nelle nostre idee e ci ha aperto le porte".

Una botta di culo: erano in ginocchio, ma e' bastato fare un pochino di blablabla e ci hanno dato una paccata di soldi. Insomma, non c'e' stato alcun management, nessuna pianificazione, nessuna strategia: passavamo di li' per caso e abbiamo visto un'azienda in regalo.Ecco tutto. Ste cose tipo la pianificazione, noi, non le abbiamo mai fatte. Per questo l'azionista crede in noi: improvvisazione e fatalismo.


Vuol dire che soltanto in America sarebbe stata possibile un'operazione di questo tipo?
"Dico che per tante ragioni storiche e culturali noi europei siamo condizionati dal passato, l'idea di chiuderlo per far nascere una cosa nuova ci spaventa. Da loro no: c'è una disponibilità quasi naturale verso il cambiamento, la voglia di ripartire".

Negli USA puoi prendere soldi dallo stato per devastare una citta' come Detroit , comprare un'azienda in perdita e devastare ancora di piu' Detroit, e quando hai finito, dopo che hai comunque licenziato 3000 persone e cacciato i sindacalisti dal CDA, ti fanno pure gli applausi. Quando sono arrivato in USA e ho spiegato quanti danni avessi fatto ai lavoratori italiani, hanno capito che potevo fare ancora piu' danni a Detroit . Hanno creduto in me. Non e' come in Europa, che appena parlo si mettono a ridere.
 

Meno vincoli e meno dubbi?
"Se porti un'idea nuova, in Italia trovi subito dieci obiezioni. In America nello stesso tempo trovi dieci soluzioni a possibili problemi. E poi è arrivato Obama".

Se ti proponi di trasformare una Torino nella periferia radioattiva di Seveso, in italia ti rompono un sacco i coglioni. Mentre negli USA, mi hanno subito chiesto se gradissi anche un incendio a Detroit, o se sarebbe bastato un sindaco come quello che hanno. E poi, ci coprivano di soldi solo per far vedere che il governo non stava fermo. Mica seghe. Sembrava di rivedere i bei tempi di De Mita , dai soldi che piovevano. Gli USA sono profondamente dorotei.


Che ha creduto subito al suo progetto?
"Aveva l'obiettivo di salvare quelle aziende. La nostra fortuna è stata di poter trattare direttamente con il Tesoro, con la task force del Presidente, non con i creditori di Chrysler, come voleva la vecchia logica. Se no, oggi non saremmo qui".

Il sindaco di Detroit ci ha creduto subito, poi e' crollato ubriaco sul parquet. MA per fortuna, abbiamo potuto andare subito alla politica, come facevamo in Italia per avere soldi dallo stato. Mica abbiamo dovuto pagare i nostri debiti, come voleva la vecchia logica: li abbiamo fatti pagare agli americani. Altrimenti, non saremmo certo qui: meglio la basilicata, allora.

L'amministrazione vi ha sempre sostenuti?
"Abbiamo scoperto che il nostro piano era più prudente del loro. Ma la seconda fortuna è stata che il mercato è ripartito prima del previsto, gli Usa oggi sono tornati a produrre 15 milioni di veicoli, la cura che abbiamo fatto a Chrysler funziona, noi ci siamo, tanto che la Jeep non ha mai venduto tante macchine come nel 2013, cioè 730 mila".

Non ne capivano un cazzo di niente, cosi' balbettavano minchiate senza senso. Noi almeno sappiamo distinguere un parafango dal portacenere, almeno il 75% delle volte, cosi' li abbiamo supercazzolati subito, tra-trAAA-TRAAAAAAAHHH!!! Godi, troia!. Poi, per un'altra botta di culo (sia chiaro che le strategie ed il mio management non c'entrano un cazzo) gli americani hanno ricominciato a comprare automobili senza nemmeno chiedersi che cazzo comprassero, pensi che si comprano persino la Jeep Wrangler.



Questo basta per mettere Chrysler al riparo?
"Guardi che in America il mercato c'è ma è difficile, la competizione è durissima. Ma nelle vendite retail lo scorso anno Chrysler è cresciuta negli Usa più degli altri due big, Ford e Gm. Siamo il quarto produttore americano, perché in mezzo si è infilata Toyota. Quindi c'è molta strada ancora da fare, ma siamo in cammino. E meno male che l'istinto aveva visto giusto nel 2009, perché un'occasione così si presenta una volta sola nella vita: non accadrà mai più".

In USA ci sono dei concorrenti, il che per noi di Fiat era una cosa nuova, pensavamo che fosse una cosa tutta francese e tedesca. Pero' siamo il quarto produttore americano su un totale di tre. Voglio dire, essere quarti con tre concorrenti non e' semplice. Eppure, perdendo coi giapponesi, ce l'abbiamo fatta. E sia chiaro: vendere questo risultato come una vittoria, voglio dire, e quando lo troviamo un altro paese cosi'?

Un piccolo non potrà mai più comprare un grande grazie alla crisi?
"Abbiamo sfruttato condizioni irripetibili. È vero che normalmente il sistema americano è capace a digerire la bancarotta e a assicurarti le condizioni finanziarie per ripartire, perché il Chapter 11 negli Usa ti lava la macchia del fallimento. Ma quando siamo arrivati noi il sistema digestivo delle banche si era bloccato, ed ecco che abbiamo potuto negoziare direttamente con il governo, cosa mai accaduta prima".

Noi vinciamo principalmente quando gli altri perdono per pura sfortuna. E' anche vero che negli USA pagare i debiti non e' piu' una cosa tanto comune, perche' col Chapter 11 non paghi un cazzo di fornitori e nessuno ti puo' toccare. Abbiamo fatto quello che abbiamo sempre fatto in Italia, ovvero chiedere solo al governo, e gli abbiamo pure raccontato che era la prima volta. Ma gli USA sono un paese meraviglioso, dove Cicciolina avrebbe ancora tre anni di garanzia. E li ha: il primo anno onsite.

Un negoziatore più facile perché politicamente interessato al risanamento aziendale?
"Mica tanto facile. Continuavano a dirmi che la Fiat doveva metterci la pelle, cioè i soldi. Ho avuto la faccia tosta all'inizio di dire no. Avevamo studiato bene le ceneri dell'automobile americana, sapevamo che il rischio era altissimo. Se vuoi, rispondevo, metto in gioco la mia pelle, vale a dire reputazione e carriera, ma la Fiat no. Nemmeno un euro".

Erano allo stremo, ma hanno cercato di dire cose sensate, tipo che se vuoi soldi dal governo e poi ti va male, allora dovrai restituirli. Neanche De Mita era mai stato cosi' arrogante. Cosi' gli abbiamo detto: il rischio lo paga il contribuente, i profitti li facciamo noi: e' la cucina italiana, darling. Pizza salami, yes.



Perché hanno accettato?
"Tenga conto che stiamo parlando della tragedia del 2009, quando i manager uscivano per strada con gli scatoloni perché le aziende chiudevano, quando la quota di mercato di Chrysler era precipitata al 6 per cento, non so se mi spiego. Certo, ogni tanto mi arrivava un messaggio dal mio partner al Tesoro: secondo te, questa rotta si sta invertendo? Bene, si è invertita. Abbiamo restituito al governo Usa tutti i soldi che aveva messo in Chrysler, 7 miliardi e mezzo di dollari, abbiamo ripagato tutti e dopo l'accordo con Veba non dobbiamo più niente a nessuno. A questo punto, ci siamo comprati il resto dell'azienda. Chrysler ha trovato un partner".

Erano nella merda. E' gia' tanto che gli abbiamo restituito i soldi, ma in cambio abbiamo preteso un bello scoop di Obama in persona che in TV si e' messo a dire quanto siamo fichi. Adesso gli americani pensano che la Ferrari ha comprato Chrisler e che vedranno una monovolume da sei tonnellate in formula uno. Davvero, sono dei coglioni: glielo butti nel culo e dicono che sei un partner.Qui se gli dici che e' hai la minchia detox, si mettono in fila per farti un pompino.


Direi un padrone, no?
"Direbbe male. La nostra non è una conquista, è la costruzione di un insieme. Ho scritto una lettera riservata al Gec, il Group Executive Council, cioè gli uomini che gestiscono il Gruppo, e ho detto che quello di Fiat-Chrysler è per me un sogno di cooperazione industriale a livello mondiale, ma soprattutto un sogno di integrazione culturale tra due mondi".

Si, ma un padrone di sinistra, uno che ti supercazzola. Dovrebbe vedere che palle gli racconto, e come se le bevono!


Non vi sentite padroni di Chrysler, dunque?
"Qualcosa di più, di meglio. Abbiamo creato una cosa nuova. E da oggi il ragazzo americano che lavora in Chrysler quando vede una Ferrari per strada può dire: è nostra. Poi, certo, se quando sono arrivato qui mi avessero detto che saremmo diventati il settimo costruttore del mondo, mi sarei messo a ridere. Capisco anche che in questi anni qualcuno ci abbia preso per pazzi. Per fortuna gli azionisti hanno creduto nel progetto e lo hanno appoggiato. John è venuto subito a Detroit, ha capito il potenziale dell'operazione e l'ha sostenuta fino in fondo".

E' successo un casino. Non avevamo pianificato un cazzo di niente, non avevamo una strategia, non c'e' stato nessun management, cioe' ci stavamo a grattare i coglioni e vedere come andava a finire. E zac: e' andata. Lo vedi, qualsiasi stronzo puo' fare il manager quando ha culo. Fa tutto il culo. Non per niente il leit motiv del futuro sara' proprio il culo. Magari faremo anche una Fiat Culo, o una Ferrari Culo, cosi', per ricordare all'operaio di Detroit che vive in un porcile malavitoso  che lo stiamo, appunto, prendendo per il culo.



Lei sa che su questo successo americano c'è il sospetto che sia stato costruito a danno dell'Italia, delle sue fabbriche e dei suoi operai. Cosa risponde?
"Che è vero il contrario. Questa operazione ha riparato Fiat e i suoi lavoratori dalla tempesta della crisi italiana ed europea, che non è affatto finita. Non solo: ha dato la possibilità di sopravvivere all'industria automobilistica italiana in un mercato dimezzato. Altrimenti non ce l'avremmo più. E invece potrà ripartire con basi, dimensioni e reti più forti".

Insomma, che cazzo vi aspettate? Non comprate piu' automobili, vi state buttando sul car sharing, invece di allargare le autostrade fate ferrovie, state costruendo una - mi tenga la manina che mi sento male  solo a dirlo - TAV in piemonte, sapendo che la famiglia agnelli ha sempre vietato di costruire buone ferrovie nella Terra Sacra dell' Auto, e che cazzo volete ancora, branco di ingrati? Una stazione ferroviaria decente a Torino? Dico, ma si rende conto che hanno addirittura costruito una metropolitana, nella citta' Feudo dell' Auto? Una metropolitana! Roba da fare la Jihad! E voi pensate che adesso noi vi vogliamo bene?


Lei dopo la firma è ottimista, ma proprio oggi il Financial Times le fa notare che 4,4 milioni di vetture prodotte da Fiat- Chrysler sono appena la metà di Toyota, e l'accusa di essere un abile negoziatore ma non un costruttore, un uomo d'automobili. Come si difende?
"Se adesso che ho Chrysler valgo mezza Toyota, quale sarebbe il mio valore senza l'America? Quanto alle automobili, al salone di Detroit 2011 abbiamo presentato 16 nuovi modelli tutti insieme. E aspettiamo il nuovo piano Alfa Romeo, per favore, prima di parlare".

Miva, lanciami i componenti! Supercazzola prematurata come se fosse antani. Alabarda spaziale! Maglio perforante! Urbi et orbi!



Però Moody's non ha aspettato, e ha già minacciato il downgrade Fiat per i troppi debiti e la poca liquidità dopo l'acquisto di Chrysler. Chi ha ragione?
"Capisco il loro ragionamento, ma ricordo che nel 2007 arrivammo a zero debiti, prima che scoppiasse quel bordello nei mercati. Bisognerà vedere con il piano di aprile dei nuovi modelli dove si posizionerà il debito. Io non sono preoccupato, proprio no".

Sti stronzi. Pensi che nel 2007 avevamo persino pagato i fornitori in tempo. Ma chi se ne frega, alla fine? Tanto, mica sono soldi miei.

Ma la strada maestra nelle vostre condizioni non sarebbe un aumento di capitale?
"Sarebbe una distruzione di valore. Ci sono metodi, modelli diversi e innovativi per finanziare gli investimenti".

E chi cazzo viene a buttare soldi?

Come il convertendo da un miliardo e mezzo di cui si parla?
"Lasci stare le cifre. Ma il convertendo potrebbe essere una misura adatta".

A me i numeri mi fanno male, sono allergico. Diciamo che procediamo a spanne. Ma anche a yarde indiane.

In un passato recente con il convertendo i banchieri italiani si sentivano già padroni della Fiat, non ricorda?
"Ricordo, anche perché quando venivano al Lingotto mancava solo che prendessero la misura delle sedie. Invece la verità è che siamo qui, pronti a ripartire, ma abbiamo bisogno di soldi per finanziare la ripartenza. Le sembra un discorso troppo esplicito, troppo poco italiano?"

Quando hanno smesso di piovere soldi dal governo, ce la siamo vista brutta. Per poco non fallivamo. Ma poi piovevano soldi dal governo americano. Ah Obama: un uomo della tradizione dorotea, quasi come De Mita.



No, se lei però mi dice dove quoterete la nuova società.
"Fiat è quotata a Milano. Poi, andremo dove ci sono i soldi. Mi spiego: dove c'è un accesso più facile ai capitali. Non c'è dubbio che il mercato più fluido è quello americano, quello di New York, ma deciderà il Consiglio di amministrazione. Io sono pronto anche ad andare a Honk Kong per finanziare lo sforzo di Fiat-Chrysler".

Insomma, a Milano nessuno ci da' una lira. Ormai ci conoscono. Ma il mondo e' pieno di fessi. Insomma, e' come quando fai phishing: qualcuno che clicca c'e' sempre. A me non frega un cazzo in quale borsa trovo credito, tanto non ho nessuna strategia per il futuro, quindi vediamo un pochino: se qualcuno si illude di trovare un briciolo di management in me si illude, per me una borsa vale l'altra.



Come si chiamerà la nuova società?
"Avrà un nome nuovo".

Volevamo chiamarla "Derivato". Insomma, stiamo facendo un derivato con azioni in cui non crede nessuno, e lo stiamo vendendo con un altro nome, ma e' sempre un tipo di azione, diciamo un'azione subprime. Creiamo una societa' fantoccio che contiene le due cui nessuno fa credito a sufficienza, e la vendiamo come una cosa nuova. Coi mutui subprime ha funzionato, perche' non dovrebbe funzionare con noi?


Quando avverrà la fusione?
"Spero subito, con l'approvazione del Consiglio al dividendo Chrysler di 1,9 miliardi. A quel punto il processo è chiuso, si può partire".

Non ho una strategia, quindi non ho date. Non sto neanche facendo qualcosa tipo il manager, quindi posso solo sperare che sia subito. Vedremo quando sara' . Chissa'. E' per questo che si pagano i manager, per sperare che le cose succedano subito.Stabilire una data e' una cosa che non ho mai fatto, e puzza molto di tedesco. Vade retro!


E dove sarà la sede della nuova società?
"Lo decideremo, anche in base alla scelta di Borsa, ma mi lasci dire che è una questione che ha un valore puramente simbolico, emotivo. La sede di Cnh Industrial si è spostata in Olanda, ma la produzione che era qui è rimasta qui".

A dire la verita', non sappiamo neanche dove cazzo andremo al lavoro alla mattina il mese prossimo. Vi assicuro, non e' cosi' facile cancellare qualsiasi tipo di pianificazione dal calendario e dipendere totalmente dal caso, ma abbiamo una vasta esperienza di spianificazione, e di random expectations. Prima o poi qualcuno mi dara' un post-it con scritto sopra dove abbiamo l'ufficio domani.

Lei dovrebbe capire dove nascono certe preoccupazioni. Quando è arrivato in Fiat si producevano un milione di auto in Italia, due milioni dieci anni prima, oggi appena 370 mila su un totale di 1,5 milioni di auto vostre. Come si può aver fiducia nel futuro dell'auto italiana in queste condizioni?
"Se ritorniamo al punto in cui Fiat doveva investire in controtendenza in questi anni di mercato calante, io non ci sto, perché se posso scegliere preferisco evitare la bancarotta. Peugeot ha investito, e oggi si vede che i soldi sono usciti, ma il mercato non c'è. In più bisogna tener conto che le auto invecchiano, e un modello lanciato (e non comprato) durante la crisi sarà vecchio a crisi finita, quando i consumi possono ripartire. No, la strada è un'altra".

Ma nessuno vuole la vostra fiducia. Ci facciamo la birra , con la vostra fiducia. Noi volevamo i soldi dal governo. Guardi i francesi: hanno prodotto automobili e ci hanno rimesso. Noi abbiamo prodotto solo interviste di Marchionne, e guardi dove siamo arrivati con un pochino di culo. Ma le sembra che adesso noi ci rimettiamo a fare automobili, coi rischi che si corrono?

Quale, dopo le promesse mancate di Fabbrica Italia?
"Ecco un'altra differenza tra Italia e America. Là quando cambiano le carte si cambia gioco, tutti d'accordo, qui avrei dovuto mantenere gli investimenti anche quando il mercato è sparito. No, la nostra strategia è uscire dal mass market, dove i clienti sono pochi, i concorrenti sono tanti, i margini sono bassi e il futuro è complicato".

Ecco la differenza tra italia e america. Li', se fai una promessa e non la mantieni, non si incazzano. Gli accordi sono carta straccia, se sei ricco puoi fare il cazzo che vuoi e se sei povero la prendi nel chiu'. I piani in USA si fanno solo per le interviste, nessuno segue i piani in USA. E poi per fare piani ci vogliono manager , non certo il primo italiano che passa per far credere agli Italiani che ci teniamo a loro. Spaghetti Meatballs, cazzo! Questo e' il cibo del guerriero, lo diceva anche Julius Evola.

Uscire dal mercato tradizionale Fiat per andare dove?
"Nella fascia Premium, prodotti di alta qualità, con concorrenza ridotta, clienti più attenti, margini più larghi. In fondo abbiamo marchi fantastici e per definizione Premium, come l'Alfa Romeo e la Maserati. Perché non reinventarli?".

Droga. Ci daremo alla droga. E grazie alla droga, ci illudiamo di produrre l'intera filiera del lusso su volumi cento volte piu' grandi di oggi, usando la stessa catena di distribuzione, per portare marchi di cui nessuno sa un cazzo fuori dall' Italia a negozi sconosciuti ai clienti che potrebbero comprarle. Perche' no? Con la droga, puoi credere tutto.  E non mi parli di Supply Chain, che il suppli me se rinfaccia.



E perché non lo avete fatto?
"E lei, mi scusi, che ne sa? Sa della Maserati a Grugliasco, dove lavora gente in guanti bianchi a scegliere le rifiniture in pelle per andare sui mercati del mondo. Ma non sa che in capannoni-fantasma, mimetizzati in giro per l'Italia, squadre di uomini nostri stanno preparando i nuovi modelli Alfa Romeo che annunceremo ad aprile e cambieranno l'immagine del marchio, riportandolo all'eccellenza assoluta".


Alabarda spaziale urbi et orbi! Pornovampiri in leasing! Ti pisciamo in testa, ti diciamo che c'e' il sole, e ti vendiamo pure una crema abbronzante! E se non ci stai, abbiamo l' Alfa Romeo Goldrake, che esce da sotto una fontana con Actarus che guida. Maglio perforante!


Allora perché non lo avete fatto prima?
"Mi servivano due cose: la capacità finanziaria, e oggi finalmente Chrysler come utili e come cassa mi copre le spalle, e un accesso al mercato mondiale. Oggi se mi presento con l'Alfa negli Usa ho una rete mia di 2.300 concessionari capaci di portare quelle auto dovunque in America, rispettandone il dna italiano".

Ma come glielo devo dire, che abbiamo venduto 15 milioni di auto in piu' e siamo ancora senza una lira? Certo, non mi chieda dove sono finiti tutti quei soldi. Non lo so. Davvero. Comunque siamo senza una lira, e non abbiamo piu' un canale di distribuzione decente. Figuriamoci per vendere auto di lusso.


Dunque mi pare di capire che non venderà l'Alfa Romeo ai tedeschi, è così?
"Se la possono sognare. E credo che la sognino, infatti. L'Alfa è centrale nella nostra nuova strategia. Ma come la Jeep è venduta in tutto il mondo ma è americana fino al midollo, così il dna dell'Alfa dev'essere autenticamente tutto italiano, sempre, non potrà mai diventare americano. Basta anche coi motori Fiat nell'Alfa Romeo. Così come sarebbe stato un errore produrre il suv Maserati a Detroit: e infatti resterà a casa".

Non abbiamo neanche una catena di distribuzione decente, li' . Qualche expat ha aperto un concessionario, ma vendiamo solo ad altri expat. Del resto, chi comprerebbe un'auto che costa come una BMW e si rompe come una trabant? Ci hanno trattati di merda e umiliati quando hanno venduto Opel ad un bordello austrosovietico piuttosto che a noi, ma devo dire che il tempo e' galantuomo, e riusciremo a far pensare a tutti che avessero ragione loro.E' difficile, lo so, ma questo e' il nostro periodo fortunato, ce la faremo.



E cosa sarà degli altri marchi?
"Fiat andrà nella parte alta del mass market, con le famiglie Panda e Cinquecento, e uscirà dal segmento basso e intermedio. Lancia diventerà un marchio soltanto per il mercato italiano, nella linea Y. Come vede la vera scommessa è utilizzare tutta la rete industriale per produrre il nuovo sviluppo dell'Alfa, rilanciandola come eccellenza italiana".

Fiat vendera' auto a fighette single vegane e pensionati col minimo, se opel, toyota e Smart ce lo permetteranno. Le altre auto, insomma, le Lancia le conoscono solo in Italia... per il resto, cercheremo di convincere la gente che Alfa sia un marchio sportivo, tipo mustang. Gli americani credono davvero a tutto, credono.


Lei parla di modelli, parliamo di lavoro. Questa strategia come si calerà negli impianti che oggi sono fermi, o girano con la cassa integrazione, aumentando l'incertezza italiana nel futuro?
"Senza una rete di vendita nei mercati che tirano, far la Maserati ad esempio non servirebbe a nulla. Adesso Chrysler ci ha completato gran parte del puzzle, soprattutto nell'area cruciale Usa-Canada-Messico, dove oggi possiamo entrare con gli stivali mentre ieri dovevamo presentarci con le scarpe da ballerina".

Insomma, in Italia nemmeno i concessionari vogliono piu' vendere le nostre auto. Come cazzo facciamo a vendere se ci ridono in faccia anche con le Maserati? In USA i concessionari non ci conoscono ancora, il ritardino a pagare ci sta, la figura di merda col cliente la sanno ancora gestire. Insomma, in nordamerica Cicciolina ha ancora tre anni di garanzia.



Non è che nell'acquisto Chrysler c'è per caso una clausola di protezione dell'occupazione e della produzione americana?
"Neanche per sogno, sarebbe una cosa tipicamente italiana, che là non è venuta in mente a nessuno".

Faccia un giro a Detroit. Sembra Scampia dopo un bombardamento. Ma le sembra? Noi miriamo sempre al disastro sociale massimo.


Parliamo allora delle fabbriche italiane. Quando e come ripartiranno?
"Ecco il quadro. Nel polo Mirafiori-Grugliasco si faranno le Maserati, compreso un nuovo suv e qualcos'altro che non le dico. A Melfi la 500 X e la piccola Jeep, a Pomigliano la Panda e forse una seconda vettura. Rimane Cassino, che strutturalmente e per capacità produttiva è lo stabilimento più adatto al rilancio Alfa Romeo. Mi impegno: quando il piano sarà a regime la rete industriale italiana sarà piena, naturalmente mercato permettendo".

Faremo qualcosa che somiglia a quello che facciamo gia', piu' Alabarda Spaziale, piu' macchine che ci divertiamo a scarrozzare per l'atlantico per venderle in USA. E mi avanza anche un colosseo usato, se le va. Faccio il tre per due, se mi crede. Mi crede?



Sta dicendo che finirà la cassa integrazione eterna per i lavoratori Fiat?
"Sì, dico che col tempo - se non crolla un'altra volta il mercato - rientreranno tutti".

Prima o poi andranno pure in pensione, porca troia.


Scommettendo sull'Alfa e sulle auto Premium lei scommette sul dna italiano dell'auto: ma ha ancora corso nel mondo, con la crisi del nostro Paese?
"La capacità italiana di produrre sostanza e qualità, di inventare, di costruire è enormemente più apprezzata all'estero che da noi. Il carattere dell'automobile italiana esiste, eccome. Tutto ciò è una ricchezza da cui ripartire. Noi siamo pronti. Ma se continuiamo a martellarci i piedi, invece di puntare al meglio, finirà anche questa storia".

Fettuccini alfredo, Spaghetti Meatballs, Pizza Salami e Spaghetti Bolognese. Mica seghe. Credeteci davvero: basta adularvi, e vi bevete ogni cosa. Vi credete  tutti dei geni incompresi solo per essere italiani, dei Leonardo da Vinci in pectore, se solo decideste di scatenare la panterona che avete nei pantaloni, che tutto il mondo vi invidia. Pioggia di lasagne! Missile alla carbonara!




Ma cos'è il meglio, in un Paese che perdendo il lavoro sta perdendo anche la coscienza delle sue potenzialità, dei doveri e dei diritti?
"È aprirsi al mondo, trovarsi spazio nel mondo, non chiudersi in casa, soprattutto quando intorno c'è tempesta. Fiat ci prova. Ho scritto ai miei che possiamo concorrere a dare forma e significato alla società del futuro. Anche per me arriverà il giorno di lasciare. Ma intanto, dieci anni dopo, è una bella partita".

Insomma, io il posto fisso l'ho trovato. Fatevi furbi anche voi.


Uriel

Soffocare.

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Ho preso in prestito il titolo da un libro di Pahlaniuk perche' indica splendidamente la situazione di pressione che provo quando sento l'occhio del Dio Tutti su di me. Ho un rapporto strano col "dio tutti", per una ragione molto semplice: ci ho litigato subito. Ci ho litigato subito, perche' quasi subito mi e' arrivata la sua solita litania, che io chiamo "la canzone dei mediocri". La canzione dei mediocri ha una strofa che recita "se hai le tue opinioni, sei un presuntuoso arrogante".



In un mondo ove le opinioni sono lecite solo se hanno una bandiera, un dio, un papa, un capo ed un profeta, e' assai difficile conservare a se' stessi il diritto di avere una propria opinione. E' difficile perche', per prima cosa, formare una propria opinione sulle cose significa prima di tutto procurarsi una quantita' sufficiente di analogie, di similitudini, di opposti e di equivalenti, in modo da poter riscrivere le cose in un altro modo e vedere come suonano.

Se un manager, per dire, inizia a dire troppo spesso che ha agito di istinto, sembra una cosa fichissima. Ma se noi riscriviamo la frase usandone una perfettamente equivalente, otteniamo il giudizio contrario. Se "per istinto" viene sostituito con "senza pianificazione", il manager in questione non appare piu' come una belva felina che si aggira feroce per i mercati, ma come un tizio disorganizzato che salta di palo in frasca.

Nel linguaggio naturale, cioe', esiste una fortissima distinzione tra il significato di una frase ed il giudizio sulla frase stessa. Cosi', uno dei primi strumenti critici e' squisitamente formale.

La domanda da porsi e' semplice:

"esiste un modo equivalente di descrivere lo stesso fatto, tale da portare al giudizio opposto"?

Qualcuno mi dira' che i fatti non esistono, ma la domanda non perde il proprio senso: se di fronte a me appare , che so io, Satana, si tratta di un qualche tipo di allucinazione. Anche se mi appare la Farfalla del Caos. Il fatto che sia un'allucinazione non mi vieta di provare a fare due operazioni:

"di fronte a me ho l' oscuro signore del male, cacciato via da Dio in persona, che mira al male assoluto per tutta l'umanita', e anche oltre".
"sto vedendo di fronte a me una sciocca superstizione di un branco di pecorai del deserto, poco meno ignoranti delle loro stesse capre, che passavano il tempo a sgozzare figli per ordine di cespugli in fiamme".

Ora, dal momento che entrambe le frasi descrivono altrettanto bene quel che vedo, il mio problema non e' tanto il fatto che sia o meno un'allucinazione. Il mio problema e' che posso dargli due significati grammaticalmente equivalenti, entrambi correttamente applicabili, ma completamente opposti. E se cade il principio di non contraddizione, non ci puo' essere informazione. Dunque, cosa sto vedendo?

NIENTE.

Magari davanti a me c'e' davvero il Boss degli Inferi. Ma anche avendo di fronte un fatto, non cambia nulla: il giudizio possibile e' del tutto contraddittorio. Cosa se ne conclude? Che se vi appare Satana, intendo dire "davvero luI" avete di fronte a voi una parte qualsiasi del territorio locale, priva di qualsiasi significato particolare. Ok, il panorama qui ha dentro Satana. Aha. Sempre meglio di un rustico ristrutturato da qualche geometra brianzolo. Magari dentro qualche tabacchino potrete trovarci le cartoline tipo "saluti da Satana", ma in ultima analisi, se il giudizio che ne scaturisce e' cosi' contraddittorio, in definitiva l'oggetto NON ha alcun significato. Non state vedendo proprio nulla, e' come quando guardate le nuvole e ci vedete Stoya: ok, ma sono solo nuvole.  Vi compare Satana davanti? Ok, e' uno strano montone con una candela in testa e le tette. Adesso non e' che fate i sommelier di pecore , eh.

Il mio metodo particolare per costruirmi delle opinioni , o piu' spesso per demolire quelle mainstream, e' questo: considerare privo di significato qualsiasi cosa abbia due descrizioni entrambe corrette, le quali portano a giudizi diversi.

Come potete immaginare, per me di cose che hanno un significato ce ne sono pochine.

Ed e' qui il punto: quando stavo in provincia , non sentivo mai dire niente. Ma niente di niente. La gente conteneva a sostenere posizioni che potevano essere descritte in modo esattamente opposto senza per questo perdere di correttezza sintattica. Potevo descrivere il loro "bene supremo" con espressioni e termini assolutamente corretti, che portavano al giudizio completamente opposto.

Per questo considero Hegel un fesso: quando si applicano correttamente sia la tesi che l'antitesi, non esiste alcuna sintesi. Non c'e' alcun significato, sic et simpliciter. Hegel ha solo determinato un metodo per determinare cio' che NON porta ad alcuna conclusione, sostenendo pero' che in quel modo si giunga alla conclusione corretta. La mera mancanza delle piu' elementari nozioni di logica e di teoria dell'informazione lo ha portato a sostenere la "cazzata maxima".

Inizialmente, quando mi menzionavano il dio tutti, andava cosi':

  • MA lo dicono/sanno/pensano/fanno tutti! Chi sei tu per contraddire tutti?
  • E tu che ne sai di "tutti"? Quanta gente conosci? Venti? Trenta? E tutti dello stesso paese.
questo espediente funziono' molto bene al paesello, anche perche'"fortunatamente" chi era uso conoscere gente e fare cose oltre i confini comunali tendeva a darmi ragione. Ma non era fondatamente logico.

Voglio dire, e se qualcuno capace di fare una statistica, un sondaggio ben fatto, mi avesse risposto "secondo le statistiche, il 99.97% della popolazione la pensa come me", sarebbe cambiato qualcosa?

La risposta e': ancora no.

Prendiamo per esempio un tema: "lo stato sociale".

E prendiamo che "il 99% della popolazione la pensa come me sullo stato sociale". Che cosa stiamo dicendo? Stiamo dicendo che  sia coloro che usano lo stato sociale senza pagarlo sia quelli che lo pagano senza usarlo hanno la stessa opinione. Significa che ne hanno la stessa opinione giovani senza futuro e vecchi privilegiati. Che ne ha la stessa opinione chi ruba la pensione di invalidita' e chi ne avrebbe bisogno ma non he ha una.

Ora, chiediamoci: che genere di informazione mi da', questo "99%" della popolazione che "la pensa come te?". Beh, c'e' un solo modo per una simile varieta' di punti di vista di convergere sulla stessa visione. Quand'e' che un milione di persone diverse, disperse in tutto il mondo vedono tutte la stessa identica cosa? Risposta: quando non vedono nulla. Ad occhi chiusi.

Morale: se tutti la pensano come te, non pensate proprio niente di niente.

Il che, se ci pensate, coincide molto bene con l'idea di entropia dell'informazione, e col concetto stesso di informazione.

Ovviamente, al dio tutti questo non piace. A lui piace avere dei nemici. "Tutti" e' in fondo lo stesso concetto di "cattolico", cioe'"universale". Provate a chiedervi che genere di religione possa essere adatta a TUTTI, dal ricco al povero, dalla donna all'uomo, dall'eschimese al beduino, dal cinese all'americano. La risposta? Semplice: una religione che non dice un cazzo di niente.

Solo l'insieme vuoto e' contenuto in OGNI altro insieme. E se anche esistesse un altro insieme contenuto in ogni insieme, sarebbe sempre l'insieme vuoto.

MA, dicevo, questo dio tutti e' molto cattolico, in fondo. E ai cattolici piace avere un grande nemico. Parlano di satana piu' di quanto non parlino di Dio, vedono satana ovunque, mentre per definizione nessuno vede direttamente il loro dio. Insomma, Satana e' certamente la piu' importante tra le figure del cattolicesimo. Dio viene al secondo posto.

Ora, a questo punto immaginiamo che un giorno Satana dicesse "Cristo chi?". Sarebbe un bel problema, perche' senza un nemico che si propone di sovvertire l'universo, la giornata del cattolico diventa problematica. Vuota.

Ora, immaginate una persona, come me, la cui posizione filosofica nei confronti del 90% delle cose che vi vengono dette e'  semplicemente: "niente". Immaginate cosa ne pensi il dio "tutti".

Se esaminiamo le molte diatribe ideologiche semplicemente ponendo a zero quello che se ne dice gia'  rimane spazio per la riflessione, e scoprirete che le soluzioni semplici sono possibili. Prendiamo l'eterna questione sull'articolo 18. Togliamo tutta la merda che si dice, che e' uguale a zero.

Allora, gli imprenditori vogliono poter licenziare qualcuno che non rende. Tuttavia vogliono poter assumere visto che i lavoratori gli servono: se togliessi l'articolo 18 ma vietassi loro di assumere, non sarebbero d'accordo.

Le persone vogliono lavorare, e non vogliono essere licenziate per un capriccio, ma solo nel caso lavorino male. Tuttavia vogliono anche essere premiate se lavorano bene.

Adesso mettiamo a zero tutte le minchiate degli stronzologi, e avanziamo un'ipotesi: il diritto al turnover.

"puoi licenziare un tizio solo se al suo posto ne assumi almeno  un altro, e se ne assumi uno solo al suo posto,   solo se ne assumi uno che paghi il 5% in piu' di quello che hai licenziato".

Una soluzione del genere soddisfa tutti. Da un lato l'imprenditore puo' liberarsi di quello che lavorava male e sostituirlo con uno che lavora meglio, o con uno piu' preparato. Prova ne sia che lo paga di piu'. Puo' quindi avere dipendenti piu' preparati, se l'azienda va bene e puo' permetterseli. Dall'altro, il lavoratore sa che viene licenziato solo ce c'e' bisogno di qualcuno che faccia qualcosa che lui non sa fare: se lui sa fare, non ha senso cambiarlo con uno piu' pagato.

Voi direte: cosa ho fatto per ottenere una soluzione semplice e funzionale? Mah, niente di speciale. Ho solo smesso di ascoltare i due stupidi coretti di gente che parla di "liberismo" e di "comunismo". Niente di che.

E qui e' il punto: per trovare soluzioni semplici, occorre ignorare il Dio Tutti. Spesso non basta, ma e' necessario.

Ma ovviamente il dio tutti non ama essere ignorato. Ha dei preti da mantenere, lui. Egli paga persone insignificanti nella moneta dell'autorevolezza. Non capisci un cazzo di OGM ma vuoi sembrare autorevole? Di' quello che dicono tutti: "OGM male! Veleno! Genetica! Pomodoromerluzzo! BananaKennedy! Monsanto!" ed ecco, qualsiasi operaio UNZ puo' sembrare intelligente.

Il business del dio tutti e' quello dell'autorevolezza a buon mercato.

Egli regala il mainstream, dicendo che la sua credibilita' e' legata ai numeri, e questo rende credibile chiunque. Pubblicitari che passano per statisti, puttane che passano per intellettuali, cantanti che passano per teologi: basta che qualcosa diventi di moda, tipo il "Sufismo" (del quale nessuno con meno di un dottorato di ricerca in orientalistica sa nulla) , e anche Battiato diventa un teologo. A patto che dica quello che pensano tutti del sufismo (tizi con la gonna che ruotano, barba lunga, hashish, whatever) e pac. Il dio tutti ha un sacerdote nuovo.

Il contratto commerciale tra il dio tutti e i suoi adepti e' proprio questo: il dio tutti concede autorevolezza (basta parlare a Suo nome) a chiunque lo citi, ed in cambio riceve potere, che viene concesso ai suoi sacerdoti.

Questo produce la sensazione di soffocare: non ascoltando i "sempre conflittuali" e litigiosi sacerdoti del dio tutti , moltissime cose hanno soluzioni semplicissime. Ma appena entrano loro in gioco, i sacerdoti del dio tutti, la discussione si sposta sul piano ideologico e non se ne esce piu'.

Prendiamo la decisione sui matrimoni gay, per esempio.

Quante persone impatta? Se i numeri sono simili a quelli francesi e tedeschi, si tratta di ~500 coppie.
Quanta economia impatta? 500 x il reddito medio procapite, circa.
Quale rischio economico comporta ? Nessuno.
Quali rischi in generale comporta? Nessuno.
Quali costi comporta? Il costo di ~500 matrimoni. 
Worst case scenario? Il costo di ~500 divorzi.

Di rendere legale il matrimonio gay non si dovrebbe nemmeno discutere. Dal punto di vista di un governo, non comporta alcun rischio e ha costi irrilevanti. Si faccia e basta. Non voglio sminuire nulla, ma se il governo fa il governo, questo e'. 

Ma arrivano in gioco i sacerdoti del dio tutti: gli uni col valore della sinistra e tutta la storiella della cultura gay e del pride e il laicismo. Gli altri con i valori della "famiglia" e tutta la pappardella del cristianesimo/ebraismo/islam. 

Ma si tratta di ~500 matrimoni. Niente di piu'.  Senza i sacerdoti del dio tutti, sarebbe una decisione da prendere in un ufficio di medio livello dell'amministrazione pubblica, quale e' una decisione che riguarda 500 coppie in tutto il paese, senza rischi e praticamente senza costi rilevanti.

Questa e' la sensazione di soffocare: quando vi sentite immersi nella melassa, dentro le sabbie mobili di discussioni sul nulla. Sul nulla. Voi non vedete le minchiate dei sacerdoti, perche' non significano nulla. Non ha alcun significato la dottrina cattolica sulla famiglia e non hanno alcun significato o valore gli "ideali del laicismo", ne' esiste una "cultura gay", esiste la cultura e basta. Sono tutte minchiate senza senso, senza valore, e (cosa piu' importante) senza significato alcuno.

Ma queste interminabili discussioni sul nulla si pongono sempre tra voi, che vedete una soluzione semplicissima alla portata di tutti, e costituiscono una specie di catena. Come osate dire che il matrimonio gay si deve fare? Come osate dire che non si dovrebbe discutere dei sacri valori della famigghia? No, non e' compito dello stato discutere dei valori, sic et simpliciter. Lo stato prende decisioni, e una decisione da 500 coppie e 50.000 euro/anno di budget per il rischio la puo' prendere un consigliere comunale. 

In generale, i sacerdoti del dio tutti , che siano preti, rabbini, imam, socialisti, comunisti, liberisti, fascisti, sono dei sacerdoti del nulla. Non hanno nulla da dire, per quanto si sforzino di parlare. I loro libri non contengono nessun significato. Ma tutto quel mare di niente scritto e di quel niente parlato si trasformera' in un attrito mostruoso, pesante, che si mettera' tra voi e la semplice evidenza delle cose, e delle soluzioni.

Ogni sacerdote del dio tutti non fa altro che aggiungere complessita' inutile sulle cose. 

Prendete le religioni monoteiste, che piu' somigliano al dio tutti: un bambino nasce. Di per se' e' un evento naturale. Ma non li avete ancora visti al lavoro, ovvero al nessun lavoro se non parlare: chi taglia un pezzo di minchia, chi vi deve  mollare un mestolo di acqua in testa, chi deve far giurare a persone che "rinunciano a Satana" , ognuno ha il suo assurdo nulla da aggiungere , ad un evento che e' successo 7 miliardi di volte e che non ha alcun bisogno di loro per accadere.

La grande paura del dio nulla sta tutta in una domanda:

E se le cose fossero semplici ?
se non ci fosse alcun bisogno di comitati etici, di studiosi della morale, se l'umanita' potesse fare a meno di difendere la famiglia, se non ci fosse alcun bisogno di liberismo, se fosse possibile la vita sul pianeta anche senza i valori del socialismo, se in ultima analisi non ci fosse alcun bisogno di Dio?

Alla fine dei conti, potete discutere con qualsiasi sacerdote dell'esistenza di Dio. Non arriverete a niente, per la semplice ragione che sono preparatissimi a parlare, e la stessa discussione frena l'adozione di soluzioni semplici. Se volete demolire veramente un sacerdote, non dovete chiedergli di provarvi che Dio esiste. Sono maestri e possono parlare per anni di questo. Fate una domanda molto piu' semplice:


a che serve un Dio?


sul serio. Che utilita' ha? Nessuna. Serve solo ad interminabili discussioni su Dio.  Serve ad infilarlo ovunque, nelle scuole , nei matrimoni, nei battesimi e nei funerali. Ma in ultima analisi, a che serve?

Questo e' il punto soffocante: questa assurda massa di discussioni inutili frena di continuo l'adozione di soluzioni semplici. E non servono a niente. Non cambia una virgola di niente se mettete Dio nel vostro matrimonio. Non cambia nulla dopo che avete battezzato un bambino. Non serve ad una cippa l'estrema unzione. Non cambia niente: la gente nasce, si sposa e muore anche senza.

E questo vale per i sacerdoti di OGNI discussione sul "dio tutti". Non cambia nulla se siete riformisti o massimalisti o qualsiasi altro genere di minchiata. I problemi hanno, molto spesso, soluzioni semplici. Alcuni sono complessi, ma la stragrande maggioranza di quelli che sono dibattuti di continuo da generazioni sono particolarmente semplici: diventano complessi perche', molto semplicemente, ci sono i sacerdoti del dio tutti di mezzo(1).

Ma c'e' una cosa che rende ancora piu' soffocanti questi personaggi: la loro pretesa di parlare a nome dell'amore. Il prete religioso vi parla sempre dell'amore di Dio, quello sindacalista "vi protegge" e vi "tutela", il prete politico "parla nel vostro interesse" e "difende le vostre idee", e ovviamente, se non siete d'accordo con loro, siete accusati di odio.

Poco importa se girano con l'orribile ed incivile levitico sotto braccio, piuttosto che predicare la guerra civile (chiamandola rivoluzione) o sostenere che schiavizzando i lavoratori si viva meglio: dietro l'inferno che essi portano, si cela sempre la parola "Amore". 

Cosi' come le SS si chiamavano SchutzStaffeln, "gruppi di protezione", e la mafia chiede soldi per "proteggervi", scoprirete presto che dietro tutto questo "amore" si cela una certa voglia di prendere il potere e dirvi cosa fare.

Chi vi dice come mangiare, quando lavorare, chi vi ordina di non scopare o di tagliare la minchia ai bambini(2), vuole semplicemente fare questo come lavoro. Vuole essere pagato per dirvi cosa fare, con chi scopare, cosa mangiare, come tagliare la minchia ai bambini. Ma voi sapete gia'fare a mangiare, sapete con chi volete scopare, e i bambini stanno bene anche con tutta la minchia. 

Non c'e' bisogno di loro: ma loro parlano a nome dell'"AMORE", e se li ignorate, vi dicono che state "odiando". 

Loro nont emono di essere contraddetti. E non temono neanche di dover discutere con voi. Passano la vita a studiare come vincere una discussione. Temono di essere ignorati. 

Quando li ignorate, dicono che li odiate. Vi attribuiscono odio, dal momento che essi si attribuiscono amore. Ma per quale motivo un signore argentino a Roma mi "ama"? Non mi conosce. NOn ci siamo mai visti. Perche' mai un rabbino dovrebbe "amarmi", e specialmente per quale ragione dovrebbe farlo "dio"? Nessuna. Sono tutti discorsi vuoti, inutili, senza significato. Servono ad un solo scopo: a dire che se loro "amano", allora voi che non li volete attorno dovete essere pieni di "odio".

Ho gia' visto questa dialettica. Sono accusato di odiare a morte da tutti quelli che erano diventati molesti, e che ho semplicemente allontanato. Perche' vedete, la soluzione ai problemi e' semplice: non siete tenuti a sopportare alcun supplizio, ne' niente di sgradevole. Cosi' come nessuno vi puo' frustare, nessuno ha il diritto di rompervi i coglioni. Quando un carnefice vi frusta, vi obbliga anche a farvi frustare, cioe' a sopportare la sua dolorosa presenza. E questo OBBLIGO a sopportare la sua dolorosa presenza gli permette di frustarvi: se la vittima non fosse legata e non ci fosse nulla che lo obbliga a stare li', col cazzo che starebbe a farsi frustare.

Lo stesso dicasi dei rompicoglioni: se non ci fosse qualcosa che vi obbliga a sopportarli, col cazzo che li sopportate. Ma insomma, riflettiamoci: chi ci obbliga a sopportare un rompicoglioni?

Allora, i rompicoglioni si rivolgono al dio tutti, e se voi li allontanate, siccome il dio tutti e'"amore", voi siete pieni di odio.

Quando mandate a cagare qualcuno che si e' reso sgradevole, che lo ha fatto intenzionalmente e che lo rifara' per partito preso, la risposta del dio tutti e' sempre quella , pronunciata in lacrime finte, o con qualche finto dispiacere, perche' loro (sia chiaro), vi "amano". E se loro vi amano, allora voi ODIATE. Malvagi. Cattivi.

Sapete che vi dico? Che vi ho perdonati.

Si, sul serio. Vi ho perdonati. Tutti. Non vi odio. Avete tutti quanti il mio perdono.

Ma questo non significa per forza che faremo lingua in bocca sotto la doccia, giusto? Quindi si, vi ho perdonati. Non vi odio. Semplicemente, non ci frequenteremo piu'. Non mi piacete. Non e' che vi odio: vi trovo sgradevoli e vi evito.

MA vi ho perdonati. Tutti quanti.Non ho odio nel cuore. Andate in pace. Ripeto: ANDATE in pace. Casomai lo aveste capito poco: ANDATE.  La frase "andate in pace" comincia cosi': andate. Allontanatevi da me. Non e' che vi odio, come non odio le zanzare. Pero' non mi piace averle addosso, ecco tutto. Se vanno via in pace, contente loro e contento io.

Lo so, suona molto pretesco. Ma sapete, anche io trabocco d'amore. Davvero, vi ho pure rimesso i debiti, non dovete risarcirmi per avermi dato fastidio. Siamo a posto, ragazzi, andate in pace.

Andate in pace. Vi amo tutti.
Specialmente da lontano. 

E siccome anche voi , che siete sacerdoti dell' amore del vero dio, mi amate, avete una splendida opportunita' di mostrare il vostro amore, e di non farmi soffocare. 

Ecco, quando vi ho attorno mi sento soffocare. Se mi state lontano, con amore naturalmente, mi fate felice. 

E' tutto qui. Una questione di soffocare.

Uriel


(1) Non mi interessa se siano preti, imam , rabbini o sindacalisti. In definitiva, la classe antropologica e' la stesa: colui che vive per complicare decisioni altrimenti semplici con chiacchiere prive di significato. Da questo punto di vista sono tutti uguali: che sia tagliare un pezzo di minchia per nessun motivo ad un bambino o lottare per avere un  contratto di lavoro mentre la gente coinvolta va al lavoro ogni mattina e viene pagata ogni mese , perdendo giornate di lavoro da 50 euro ciascuna  per 30 euro l'anno lordi, cosa cambia? Sono rituali inutili, non servono a nulla.

(2) Si tratta del culto di Cibele, che venne in qualche modo inglobato per essere cancellato da ebrei e musulmani, sotto forma di circoncisione. Alcuni fedeli di Cibele si eviravano per poi praticare prostituzione sacra nel tempio. Questa evirazione sacra divenne poi un rituale collettivo, solo che per ovvie ragioni occorreva che diventasse meno cruento. Non ha un cazzo a che vedere con nessuna questione igienica, i popoli che non la praticavano non hanno mai avuto problemi, a nessuna latitudine.

Il Fiscal Compact.

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Non so perche', ho visto un picco di richieste di commentare il fiscal compact, addentrandomi sulla sostanza e sulle eventuali (?) alternative. La richiesta e' strana, anche se "fiscal compact" e' qualcosa che in italiano andrebbe tradotto con "piano di rientro" cioe' come una pianificazione sul rientro di un debito, che viene pagato a rate programmate, sino ad esaurirsi o a finire sotto un certo punto. Di per se', quindi, non dovrebbe essere un concetto complesso da capire.



Il punto e' che il debito pubblico distrugge l'orizzonte degli investimenti, introducendo sul mercato un investimento a basso rischio, e rendita sicura. In un ciclo economico virtuoso, il denaro risparmiato dalle famiglie viene depositato in banca, e poi prestato alle aziende con una certa leva. Se introduciamo debito pubblico, le banche danno garanzie forti agli utenti per attrarli, e poi si gettano sui titoli di stato. E non investono nelle aziende i soldi che vanno in btp.

Il problema non e' nemmeno legato a studi o meno: il punto e' che nessuna banca prestera' soldi alle imprese mentre puo' comprare soldi allo 0.25% di sconto e guadagnare un 4% dai titoli senza alcun rischio connesso, o quasi. E' una mera questione di concorrenza: il titolo con meno rischio e piu' resa e' scelto come investimento.

Quindi, l'intera UE rimarra' sotto pressione creditizia sino a quando non si abbattono i debiti pubblici sotto una certa soglia.

Da questo punto di vista, nessuno ha la forza di obbligare gli altri a firmare un piano di rientro: raccontare fandonie su enti o nazioni che avrebbero costretto l' Italia a firmarlo e' ridicolo, per una ragione. "Altrimenti che facevano?". Se l' Italia non avesse firmato il fiscal compact, cosa vi facevano? Cosa vi faceva la UE? Nulla. Cosa vi faceva la Germania? Nulla.

Certo, Mussolini fu costretto da Hitler a fare questo e quello. Ma Hitler aveva occupato il nord del paese. Ed era per questo che "costringeva".  Oggi come oggi, non ci sono minacce tali per cui "o firmi il fiscal compact o faccio la terribile cosa X". Il fiscal compact fu firmato perche' si considerava vantaggioso.

Come mai?

Il fiscal compact e' qualcosa che libererebbe la PROSSIMA generazione dal peso del debito pubblico. Si tratta di rientrare in 20 anni del debito pubblico, ad un ritmo che per l' Italia si traduce di 50 miliardi/anno.

Che cosa succede pagando i propri debiti al ritmo di 50 miliardi anno/tra 20 anni?

Succede che tra venti anni (se non si chiedono altri soldi in prestito per sputtanarseli in sprechi e mignotte) il debito sara' rientrato di circa 1000 miliardi. Il che, considerando un interesse medio attorno al 4.5%, significa meno interessi per 45 miliardi. Significa che, dopo il rientro,  i vostri figli pagheranno, (idealmente per sempre) 45 miliardi in meno di interessi.

Non sono solo gli interessi sulla quota abbattuta il problema: essenzialmente, se il debito italiano scendesse fino al 60% del PIL, si otterrebbe un migliore tasso di interessi anche sul debito rimanente, il che significa che potete assumere tranquillamente che pagando 20 rate annuali  da 50 miliardi , alla fine, pagherete 50 miliardi di meno di interessi ogni anno. Idealmente, per sempre.

Si tratta cioe' di una misura che beneficia la prossima generazione, anche se non appena il debito si abbattesse di 200-300 miliardi, immediatamente il rating migliorerebbe e quindi ne sentirete i benefici entro 4-5 anni, circa. Sempre che i "benefici" non vengano sputtanati in corruzione , mignotte e sprechi.

In definitiva, il "fiscal compact" obbliga la generazione attuale a sacrificarsi per la prossima , restituendo i soldi chiesti in prestito alle banche.

Su questa cosa vorrei essere chiaro: il debito pubblico sono soldi che lo stato ha chiesto in prestito. Non  Che voi lo chiamate "vendere il debito" puo' anche andare, cosi' come potete chiamare "escort" una puttana, ma rimane il fatto che quei 2100 miliardi di euro sono soldi che l' italia ha chiesto in prestito a delle banche.

Andiamo alle ipotesi alternative che mi chiedete di commentare. Voi dite: "il governo italiano decide che il Fiscal Compact non si fa piu', e che semmai si "ristruttura" il debito".

Benissimo: ristrutturare il debito e' un modo per dire che il debito non lo pagate , cioe' che vi tenete i soldi che altri vi hanno prestato.

Supponiamo allora che, in qualche modo, voi diceste che da domani i 2100 miliardi sono solo 1000, e che i creditori debbano accontentarsi. Apparentemente avete ottenuto lo stesso risultato, ma solo apparentemente. Siccome questo e' sicuramente un evento creditizio, il rimanente debito (da rinnovare di continuo) sarebbe classificato "D". E questo significa pagare un interesse, verosimilmente (e ottimisticamente) , attorno al 25/30%.

Supponiamo anche che non chiedano di piu' (fanno sulla grecia), significherebbe che da quel momento il debito residuo, sebbene dimezzato, vi costerebbe 250/300 miliardi ogni anno.

A questo ritmo, sarete di nuovo a 2100 miliardi dopo 4 anni, e da quel momento, siccome sarete ancora "D", questa massa vi costerebbe dai 500 ai 600 miliardi di euro ogni anno. Circa quanto lo stato incassa di tasse oggi. Dopo 4-5 anni dalla vostra "ristrutturazione", cioe', vi ritrovereste a chiedere disperatamente aiuto, come fa la Grecia, per pagare interessi pazzeschi sul debito.

Un tempo, qualche anno fa,  avreste potuto evitare questa cosa sfruttando il cuscinetto offerto dalle banche, ma oggi tale cuscinetto e' gia' usato.  Per questo dico che un tempo potevate anche pensarci, ma oggi no.

E qui c'e' il secondo punto: quando parlate di ristrutturare il debito, di quale parlate? State dicendo che chi ha comprato i buoni del tesoro si trova con un pugno di mosche? Risparmiatori? famiglie? Quindi, volete prendere, che so io, i 32 miliardi di btp di Montepaschi e decidere per un taglio, e montepaschi si trova con gli stessi prestiti operativi , ma una garanzia di soli 16 miliardi? Se consideriamo la massa di btp in mano alle banche italiane, non mi sembra decisamente una mossa geniale: quei 32 miliardi di btp che MPS ha in pancia, servono come asset, come garanzia per poter prestare soldi alle aziende. Nel momento in cui dimezzate i 32 miliardi di beni in cassa ad MPS, MPS dovra' dimezzare tutto il credito che ha dato in giro usando quei btp come garanzia. E questo vale per TUTTE le banche italiane.

Il punto e' che voi sognate una situazione nella quale voi "ristrutturate il debito" ma solo quello in mano a stranieri. Il guaio e' che il debito italiano e' molto volatile e trattato, quindi non potete prendere la mira cosi' bene: non appena avessero sentore di una mossa del genere, gli stranieri getterebbero i btp sul mercato, causandone una brusca rivalutazione, che colpirebbe principalmente le banche italiane.

Inoltre, c'e' tutto il risparmio degli italiani , che spesso e' investito in btp (direttamente o tramite panieri), e che improvvisamente verrebbe distrutto. Dovevate pensarci PRIMA, quando ancora le banche italiane detenevano pochi btp.

MA c'e' da dire un'altra cosa: che una "ristrutturazione" si fa soltanto con un accordo. Accordo che richiede una trattativa. Che dura del tempo. Altrimenti i creditori andranno a riscuotere i CDS: chi ha comprato il debito, prestandovi soldi, ha anche comprato cds, cioe' ha scommesso che non pagherete. Se pagate, bene:  se non pagate, hanno vinto la scommessa e riscuotono la scommessa.

Ma supponiamo pure che iniziaste una trattativa per la ristrutturazione.

In quel preciso momento, SOLO perche' una trattativa e' iniziata, il mercato reagirebbe giocando sul valore dei CDS, che andrebbe alle stelle, e oscillerebbe a seconda delle indiscrezioni dei giornalisti, per tutta la trattativa. Nel frattempo, cioe' IMMEDIATAMENTE, le agenzie di rating dovrebbero declassare il debito per via del costo del CDS, col che semplicemente l'interesse schizzerebbe alle stelle. E sia chiaro: a quel punto non avete ancora concluso niente. Se per caso la trattativa NON andasse a buon fine, e finisse con un nulla di fatto, vi trovereste a pagare interessi ENORMI sul debito. Solo per aver PARLATO di ristrutturazione del debito.

La disastrosita' evidente dell'alternativa ha spinto il governo a firmare il Fiscal Compact, cioe' un piano di rientro in 20 anni.  Nessuno ha dovuto costringere nessuno, per la semplice ragione che e' il solo modo per uscirne viscera intacta. Qualche anno fa, c'erano dei mercati di sbocco promettenti come quello del mediterraneo, per cui potevate anche "litigare" con USA e UK e trovare sbocchi li'. Potevate ancora stipulare accordi sul mercato indiano, ma oggi i rapporti sono rovinati. Il mercato russo tirava molto e c'erano ottimi rapporti con Berlusconi. Potevate stipulare accordi sul mercato sudamericano, ma  dopo Battisti i rapporti sono rovinati.

Quindi, oggi come area di sbocco vi rimane la solita UE , UK e USA: non potete permettervi uno scontro a muso duro coi creditori, perche' se LORO chiudono il rubinetto, i loro finanzieri smetteranno di finanziare le aziende che comprano "il made in Italy"  come ritorsione, e nello scontro non avete speranze, visto che le esportazioni sono l'unica cosa che vi tiene a galla.

Ovviamente, tutte queste minacce possono venire attuate in questo ordine o in un altro ordine, con questa o con altre modalita', ma questo non cambia di una virgola il succo del problema: siete troppo vulnerabili per poter giocare a muso duro.

Sicuramente, se anziche' seguire la ricetta di Monti si fosse giocato sui nervi e si fosse visto il bluff dei mercati nel 2011, tenendo il governo al suo posto e non facendo NULLA, le cose sarebbero andate diversamente, e sarebbero stati i creditori a CHIEDERE una ristrutturazione, o perlomeno a proporne una. In tal caso, voi avreste avuto il coltello dalla parte del manico: all'epoca il debito era bello liquido nelle tasche di altri.

Ma nel momento in cui, con Monti, avete scelto a furor di piazza di non giocare pesante, questo e': il Fiscal Compact e' l'unico modo con cui potete uscirne. Vi sacrificherete per dare ai vostri figli un futuro migliore: 20 anni di sacrifici per liberare la prossima generazione dai debiti.

Del resto, anche il minchiadura della situazione , Grillo, scrive questa cosa sul fiscal compact SOLO nel sito italiano : se andate sul sito in Inglese,  http://www.beppegrillo.it/en/  non trovate nessuna traduzione dello sproloquio sul fiscal compact. Essendo l'italiano una lingua poco parlata nel mondo, Grillo puo' dire in italiano cio' che vuole, ma deve stare molto attento a quel che scrive in inglese, dal momento che basterebbe che una dichiarazione di Grillo in inglese fosse ripresa da un giornale di finanza, e le polveri prenderebbero fuoco.

Se osservate il sito in inglese di Grillo, infatti, vengono tradotti solo quei post che fanno pensare lo straniero ad un partito ecologista ed europeista, che quasi rimpiange gli ideali illuministi dell'Europa. Ha addirittura impostato una regola sul blog per mandare i browser di stranieri (la regola e' basata sul linguaggio che impostate sul browser ed i relativi headers, infatti, e non su geolocalizzazione!) solo sul sito inglese: non sia mai che qualcuno su qualche giornale  traduca che un partito al 25% vuole rinnegare il fiscal compact e rinegoziare il debito: gli Agnelli/Elkann non sono fessi.

Ovviamente, il mero problema della traduzione dall'italiano non fermera' a lungo i giornali finanziari dal tradurre il fatto che M5S propone di ristrutturare il debito italiano dopo le prossime europee, ne' potra' fermare eventuali dichiarazioni dopo i risultati elettorali.

Cosi', il punto e' : se davvero credete che  una volta mandati venti, trenta parlamentari a Bruxelles potrete tranquillamente rinegoziare il debito, siete degli illusi. Non ci sono piu' le condizioni per mandare a quel paese i creditori, perche' sono anche i clienti di cui avete bisogno. La situazione per cui mandate a quel paese i creditori e' quella in cui NON avete bisogno di loro come clienti, e si e' verificata , per una finestra breve, circa 4/5 anni fa.

Se a prestarvi i soldi e' una banca, e questa banca serve solo aziende con cui non lavorate, potete mandarla a quel paese. Ma se la stessa banca presta soldi ai vostri clienti, ai vostri fornitori, ed e' anche il vostro barbiere, ed il vostro medico, ed e' il piu' grande cliente della vostra azienda, probabilmente mandarla a cagare non vi conviene.

Cosi', il Fiscal Compact e' semplicemente questo: un piano ventennale di rientro del debito, in 20 rate annue da 50 miliardi. E non ha alternative.

Peraltro, tra sprechi e ottimizzazioni 50 miliardi sono un obiettivo raggiungibilissimo dalla PA italiana, ove esistono vasti margini di intervento: da un certo punto di vista, avere cosi' tanto spazio per il miglioramento nella PA vi e' pure propizio: nazioni con una PA piu' efficiente, come la Francia, dovranno sudare di piu'.

Quindi, niente di che. Avete effettivamente avuto una finestra nella quale sarebbe stato possibile ristrutturare, ma oggi e' chiusa: i mercati di riferimento per le esportazioni sono praticamente identici a quelli di riferimento per il credito.

In queste condizioni, un piano a vent'anni e' molto piu' di quanto non possiate sperare. Non e' sempre cosi' facile ottenere un piano ventennale per il rientro. Se dovete preoccuparvi di qualcosa, semmai preoccupatevi del rientro degli LTRO.

Uriel

Scogli.

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Stavo mettendo in ordine i pensieri su alcuni servizi di M2M per auto (di cui mi devo occupare per lavoro) quando nel forum qualcuno diceva che avrei parlato di taxi. In realta' il problema e' molto diverso, nel senso che in generale quest'anno ho una quarantina di nuovi progetti M2M da integrare, e tutti si basano sullo stesso concetto: avere a casa , o a portata di mano, servizi come quelli pubblici a costi molto inferiori e qualita' molto superiori.

Nel caso dei taxi, mi viene da ridere quando vedo che scendono in piazza contro Uber. In realta' il problema Uber e' sopravvalutato da loro, perche' non vedono il progredire del car-sharing.

I tassisti non vedono i progredire del car-sharing per una ragione molto semplice: il car-sharing attuale non li impatta perche' lo usa una persona che vuole spostarsi dentro la propria citta', e questa persona non sarebbe - per motivi di eta' e di universo culturale - una persona che usa un taxi. Quindi il tassista non ne vede ancora il pericolo.

Ovviamente, la cosa comincera' a cambiare nel momento in cui i giganti del car sharing saranno presenti in MOLTE citta'. Nel momento in cui la persona che scende dall'aereoporto sa che il suo abbonamento a Car2Go , diciamo a Parigi, e' valido anche a Milano, col cazzo che fara' la coda per prendere un taxi.

Questo cosa significa? Significa che l' innovazione si comporta di fronte agli ostacoli come una specie di marea di liquidi. Quando arriva Uber succede che i tassisti chiedono al governo di vietarlo (anziche' dotarsi di una app per il cellulare (1) ) , mentre sotto sotto il mondo del car sharing inizia a crescere, e a consolidarsi. Non appena un grande operatore come Car2Go sara' presente in ogni grande citta' d'europa, i tassisti si accorgeranno subito che il loro business collassa: non noteranno nulla sino a quando il car sharing non sara' davvero internazionale.

Sino a quando il car-sharing sara' possibile e diffuso su base cittadina, esso funzionera' come rimedio per chi non ha un'auto, o non ha una seconda auto, o ne ha bisogno dentro il circuito urbano. Un abbonamento fatto a Milano quindi sara' valido a Milano. Ma se domani un abbonamento fatto a Düsseldorf valesse per Roma, il tassista dell'aereoporto potrebbe anche avere brutte sorprese.

Quindi la cosa crescera' a macchie di leopardo, e quando le macchie saranno abbastanza in numero, improvvisamente arrivera' la mazzata. Si tratta del resto di un processo esponenziale: prima o poi , quando ci saranno abbastanza veicoli e citta', inizieranno a girare carte prepagate per Car2Go &company. E allora chiunque comprera' 50 sacchi di viaggi per Milano , arrivera' a milano e li consumera'. Facendo due volte andata e ritorno dall'aereoporto, btw.

Questo in generale vale per tutto il M2M. Ci sono due operatori che vogliono costruire una rete apposita per il traffico M2M. Cioe' per macchine che comunicano con macchine. Avere una rete dedicata significa che sara' inaccessibile se non avete un dispositivo autenticato (quindi col PC non ci entrate) e tutto quanto il blablabla, ma i succo e' che se in tutto l'anno prossimo ci sono ~40 miliardi di euro in investimenti per infrastrutture M2M, e parlo solo di reti geografiche e mobili, questo e' un mondo che sta per esplodere.

Di fatto, le nuove proposte sull' M2M, nell'era dopo snowden, sono di reagire per separazione. Significa creare reti fisicamente separate dalle altre, e assolutamente dedicate al traffico M2M. Queste nuove reti saranno criptate E2E usando lo standard scelto dagli operatori - e non necessariamente quelli pubblici - e il discorso si chiude.

Perche' questo mondo esplode?

Il primo fattore e' che i sensori sono crollati di prezzo. La produzione su vasta scala di microcamere, accelerometri, sensori di magnetismo, infrarossi, audio, umidita', qualsiasicosa, sta permettendo prezzi veramente bassi. Questo significa poter piazzare sensori ovunque. Persino il mondo dei sistemi di allarme sta per conoscere una escalation tremenda, nella misura in cui sara' presto possibile piazzare 100,200 sensori diversi in casa, e per un ladro disattivarli tutti in tempo diventera' molto piu' difficile.

Ma il punto e' proprio che avendo sensori cosi' a buon mercato , diventa possibile piazzarli ovunque.

Ma adesso andiamo a vedere un attimo che diavolo significhi. In diverse citta' sono nati servizi di food delivery. Food delivery significa che non chiamate una pizzeria che fa consegna a domicilio. Non importa che faccia consegna a domicilio, basta che faccia pizze da asporto. Queste aziende si limitano a trasportare il cibo, hanno convenzioni coi ristoranti che lo producono, e mettono menu enormi sul proprio sito, corrispondenti ai menu delle aziende da cui prendono il cibo.

Se a questo aggiungiamo un sensore di posizione su chi consegna il cibo, e qualche sensore che dica quanto e' pieno un ristorante, in modo che il distributore possa decidere chi ha tempo ed evitare i posti ove c'e' pienone, otteniamo un servizio molto diverso da prima. Possono nascere sia ristoranti NON aperti al pubblico, e chiunque cuocia qualcosa puo' diventare "consegna a domicilio" senza investimenti". Insomma, non volete assumere uno per fare le consegne, chiamate queste aziende, vi danno un numero di telefono, e voi dite ai clienti che per il servizio a domicilio chiamate quel numero. E poi il trasportatore fa il resto.

Queste aziende cioe' hanno dei commerciali che girano per tutti i ristoranti che NON fanno consegna a domicilio, e chiedono "ehi, se vuoi noi ti abilitiamo alla consegna a domicilio. Tu ci mandi il menu e noi ti diamo un numero da dare ai clienti: quello e' il TUO numero per la consegna a domicilio. Al resto (packaging, trasporto) pensiamo noi".

Tutto questo per funzionare bene richiede sensori. Sensori di posizione dei pony-express, sensori per sapere quanto sia il tempo di attesa, eccetera. Ma tutto questo oggi e' possibile a costo BASSO.

Tutte queste cose sono possibili da tempo, ma sinora sono state impossibili per via del costo enorme dei sensori e degli apparati di trasmissione, nonche' per i rischi alla sicurezza. Inoltre, la massa di dati era ingestibile per moltissimi sistemi di elaborazione.

Ora, adesso lo scenario cambia:

  1. Sensori a costo enormemente basso.
  2. Nuove reti dedicate al traffico M2M.
  3. Apparati di trasmissione IP estremamente economici.
  4. Tecnologie Big Data a prezzi molto bassi.


siamo in un mondo molto diverso da prima.

Siamo in un mondo ove un apparato come questo "Mother" puo' essere venduto per 199 euro. Un apparato di domotica del genere, solo cinque anni fa, si misurava in migliaia di euro. E non crediate che la cosa sia cosi' stupida. Immaginate la classica mamma ansiosa , cui regalate un sensore capace di avvisarla di qualsiasi cosa succeda al pupo. Si scopre? Si bagna? Ansima? Si muove? Chi ha avuto figli SA come entreranno nelle case, questi oggetti.

Cosi' come vi fara' comodo sapere tante cose, dalla temperatura dei termosifoni, agli orari di entrata e uscita dei pargoli, e cosi' via. Il guaio qual'e'? Che i precedenti servizi pubblici non possono davvero competere.

Non e' solo una questione di taxi. Ci sono gia' degli oggettini che tenete addosso e vi avvisano di pressione, respiro, battito cardiaco. Non esiste alcun servizio pubblico capace di monitorare la salute delle persone cosi' bene, e di intervenire in tempo. Ma se supponiamo che sia possibile sapere sempre in che condizioni di salute siano i vostri cari, il passo e' chiarissimo: vorrete anche un'ambulanza altrettanto veloce.

Supponiamo cioe' che sia possibile per voi sorvegliare davvero, con un SMS che vi arriva dopo 10 secondi, la salute di un anziano. Ok. A quel punto,  il vero problema e' che sapete che il nonno ha una sincope, ma vi serve l'ambulanza sul posto. Quindi, i casi sono due: o lo stato si adegua proponendo servizi piu' efficaci, o si otterra' come risultato che le infrastrutture dei cittadini diventano molto piu' veloci di quelle regolate dallo stato.

Facciamo un esempio delirante riguardo al discorso degli antifurto. Supponiamo di avere sensori che si allertano in caso di intrusione e scattano foto. Se piazzate sensori in abbondanza in casa, e il sistema di allarme non ha alcuna sirena, ma scatta una foto, verrete derubati e probabilmente qualcuno avra' un database con la faccia di tutti i ladri del paese in pochi mesi. Avuto il database di tutte le facce di ladri di appartamento del paese, la domanda e': perche' non piazzare un sensore sull' esterno della casa, che vi avvisi se un delinquente si sta avicinando? Per una casa questo non serve a nulla, ma potrebbe interessare MOLTO i supermercati, le gioiellerie.....

E ancora: perche' non piazzarlo in metropolitana, sui google glass (o sui loro simili) , in modo da vedere i delinquenti con l'alone viola?

Voi direte: e per farsene che? Beh, immaginate un supermercato ove la security viene allertata non appena entri qualcuno che ha gia' rubato da qualche parte.

Questo e' un esempio estremo, ma se ci riflettete:

  • Il delinquente fotografato a rubare non denuncera' mai nessuno per aver tenuto illegalmente la sua foto.
  • La polizia non arrivera' mai in tempo sul posto, abbastanza da impedire che il sistema piazzi la foto sul cloud.
  • Una volta avuta la foto dei ladri, puo' essere venduta a chiunque: gioiellerie, supermercati, banche.
  • La giustizia che ottenete in questo modo e' inesorabile, veloce, efficace. Non esiste "quello che la fa franca": ruba in casa a qualcuno, e non entri in nessun negozio del paese, a patto che disponga di un sistema di allerta preventivo.


Diventa diverso, cosi'. Diventa diverso perche' la "giustizia" non passa per tribunali ed altro, ma e' terribile, feroce, sistematica, e praticamente immediata. Coi tempi di internet, il ladro che vi ha derubato in casa non fara' in tempo ad arrivare a casa con la refurtiva, ed e' gia' bandito, potenzialmente, da ogni negozio , locale , ufficio , posto di lavoro del paese.

Diventa diverso perche' se noi abbiamo qualcosa che ci avvisa di un imminente infarto ma lo stato e' troppo lento per intervenire, potrebbe vendere bene un servizio che interviene in tempo, anche se bisogna pagarlo. Specialmente se abbiamo gia' avuto un primo infarto e ci preoccupa il secondo. Tutto sta nell'avere i sensori a disposizione: a chi, dove , cosa succede.

Ovviamente ci saranno degli scogli a riguardo, ed era proprio l'articolo che voglio scrivere. 

Se la legislazione anche proibisse cose del genere, quanto efficace sarebbe il divieto?

Riprendiamo l'esempio di sopra, quello del database di foto dei ladri. Ovviamente, saltera' fuori una legge per la quale un sistema di allarme non puo' rimanere silenzioso, scattare la foto, registrare la voce, e mandare dati biometrici a qualcuno.

Ma potro' sempre mandare un metadato. In ultima analisi il riconoscimento di facce e tutto quanto si basa sull'estrapolazione di pochi punti colore, che possono venire poi racchiusi in un hash. L'hash non e' riconducibile di per se' a nessuna persona, cioe' avuto l'hash non potete sapere chi sia. Esso e' anonimo.

Ma se quando una persona vuole entrare  nel vostro supermarket/gioielleria succede che la faccia viene fotografata mentre e' ancora fuori, o  mentre e' appena entrato, viene calcolato l'hash e viene confrontato con gli hash del database, essi coincidono, o avete un sosia perfetto oppure una collisione. (Eventi molto, ma molto rari.)  Il dato, quindi potrebbe anche non uscire mai, o non muoversi mai.

E cosi', anche facendo una legge che vieti di esportare dati biometrici, il punto e' che:

  • Nessun ladro fara' mai richiesta di essere rimosso dal database.
  • Non e' necessario inviare dati biometrici, ma solo il loro hash. 
  • Lo spettro di dati raccolti puo' essere efficace anche SENZA riguardare dati considerati biometrici.
  • Il dato puo' anche rimanere , avendo banda a sufficienza, sul dispositivo, e venire raccolto mediante architetture P2P.
Del resto, il ladro non potrebbe nemmeno sapere di essere finito in un simile sistema: se quando entra in un posto si attiva una luce della security e un tizio lo segue passo passo, se quando entra nella metro suonano tutti i cellulari del vagone per informare la gente che c'e' un ladro a bordo, se quando si avvicina ad un'auto suona un allarme, non puo' sapere per quale ragione, o quale strato di tecnologia ci sia dietro.

Insomma, anche se domani arrivasse una legge che vieta di "raccogliere dati", comunque sarebbe possibile per la tecnologia in questione aggirare la barriera. La tecnologia si comporterebbe del tutto come un fluido che aggira lo scoglio.

Non importa che sia una legge contro Amazon per proteggere le librerie , o cosa: in ogni caso, la tecnologia si porta avanti e piano piano aggira lo scoglio.

Ma specialmente, corre piu' veloce dei governi. Se supponiamo di avere un sistema di allarme che scatta fotografie, su diverse bande dello spettro, oppure registra i suoni corporei (sempre su diverse bande dello spettro) , non appena l' hash raggiunge il database centrale, il delinquente e' bandito da ogni negozio del mondo, e se nasce un'applicazione diciamo per i google glass, potrebbe addirittura girare con l'alone viola attorno.

Supponete di essere nel caso in cui lo stupratore la fa franca. Supponiamo che esista pero' un database di facce/timbri di voce che, interrogato, dica ai vostri google glass che avete vicino uno stupratore. L'esecuzione della sentenza in questo caso e' letteralmente immediata: da quel momento in poi avete l'alone viola.

A questo punto il problema e': perche' il cittadino dovrebbe scegliere lo stato?

In ultima analisi, le pene carcerarie e tutto il sistema penale nascono dal fatto che e' necessario punire per un crimine, a seconda della pena che la societa' nel suo complesso ritenga giusta. E lo stato e' necessario e la polizia e' stata sinora piu' efficace del cittadino per la semplice ragione che lo stato poteva raccogliere informazioni e usarle meglio.

In una situazione far west, era sempre possibile per il delinquente sfuggire andando dove nessuno sapeva che fosse un delinquente. Quando esiste la polizia, il cittadino non sa che quel particolare uomo e' un delinquente, ma la polizia lo sa. La domanda che segue e': e se TUTTI sapessero che e' un delinquente?

La risposta e' che le tecnologie in mano alla popolazione sarebbero piu' veloci di quelle dello stato, e quindi in almeno un caso lo stato sarebbe piu' lento. E lo stesso si puo' dire per il resto del mondo: in qualsiasi campo si vada ad applicare qualche nuova tecnologia, il pubblico riceve tecnologie piu' veloci: prendiamo la posta, per esempio. La posta elettronica e' piu' veloce, e lo stato cerca di salvare la vecchia posta semplicemente negando il valore legale della posta elettronica, a meno di complessita' burocratiche.

Cosa succederebbe se lo stato mettesse su un keyserver nazionale e chiunque potesse mandare posta elettronica valida ai fini legali , gratis? Che la posta normale scomparirebbe, se non per i pacchi. Che sono comunque portati in giro piu' in fretta da privati.

Risultato? E' possibile che piano piano, ad essere aggirati non siano i singoli ostacoli legislativi, ma l'intera infrastruttura pubblica.

Questa e' la cosa che gli stati dovranno capire: presto, il livello dei servizi privati disponibili con pochi euro a chiunque sara' immensamente superiore a quelli forniti dallo stato. E questo sta per estendersi ai settori ove lo stato sinora era imbattibile, come la salute, la sicurezza, o altro.

Presto la differenza tra un servizio di healthcare privato wholesale e lo stesso servizio dello stato sara' cosi' alta che o gli stati si aggiorneranno integrando questi servizi, oppure avranno sempre meno ragione di esistere.

Se davvero partiranno i progetti di infrastrutture di rete fisicamente dedicate al traffico M2M(2), come sembra, presto lo stato  che non segue i cambiamenti sara' MOLTO in difficolta' a dimostrare la propria utilita'. Alle aziende che riciclano i rifiuti manca pochissimo per fare ritiro a domicilio comprando i rifiuti ai cittadini: manca loro solo tecnologia. Nel momento in cui la tecnologia procede, gli ostacoli legislativi vengono semplicemente aggirati dall'ecosistema.

Cosi' come i sistemi di car-sharing si estenderanno geograficamente in silenzio, per poi calare come una mazzata sui tassisti (che hanno il business-stazione e il business-aereoporto come business maggiori) quando tutte le citta' toccate di aereoporti avranno un servizio di car-sharing in comune, anche altri sistemi oggi regolati da leggi obsolete verranno prima aggirati, e poi travolti.

Il problema e' di capire che gli scogli non hanno mai fermato l'acqua.


Uriel


(1) Siccome molto del reddito di molti tassisti e' prodotto da trasporto di merci illegali in polvere, e siccome non amano per questo venire tracciati nella posizione, in Italia difficilmente useranno servizi come "mytaxi", almeno non quanto all'estero.

(2)Si, la buona notizia di quest'anno e' questa: l'effetto Snowden ha provocato di certo lo splitting delle reti M2M dal resto. Poiche' le telco sono normalmente nazionali, a parte poche, e alcune sono al massimo distribuite in un intero continente, siamo alla nascita delle prime reti parallele.

M2M ed Industrial internet.

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Le reazioni che ottengo quando parlo di M2M e di Industrial Internet sono quelle cheriguardano un futuro remoto oppure questioni che toccano poco l'uomo comune. Il problema pero' e' tutto divulgativo: per esempio, "Industria Internet" e' venduto come  l'ha venduto GE, che era molto interessata nella manutenzione di grosse macchine di potenza , o a cose come i reattori degli aerei. Vorrei aprire un pochino la sua descrizione, e uscire da questo mainstream.



Innanzitutto, per "Industrial Internet" si intende la possibilita' di piazzare sensori su qualsiasi apparecchiatura usata per produrre qualcosa. GE, che ha introdotto il concetto, si e' focalizzata principalmente sulle macchine che vende, ovvero su motori per aereo, sistemi energetici di potenza, e di questi ha parlato.

Essendo che gran parte dei divulgatori hanno idee limitate e conoscenza limitata delle implicazioni, tutti coloro che ne parlano (anche, con tristezza, in diversi TED), si limitano a fare l'esempio dei reattori degli aerei e delle turbine.

Cazzate.

I controlli periodici su turbine di aerei si faranno comunque perche' esiste una legislazione che li considera obbligatori. Nessuna autorita' per i trasporti aerei accettera' mai che voi facciate i controlli "quando Industrial Internet dice che sono necessari": vi diranno "daily, weekly, monthly.... check" , fine.  Almeno in Europa.

Ma torniamo indietro: se per GE il concetto di "macchina usata nella produzione" significa principalmente reattori per aerei e turbine per energia, non significa che le cose stiano cosi' per tutti.

L'idea di base della "Industrial Internet" e' di piazzare sensori in OGNI dispositivo impiegato per la produzione di merci, fosse anche una stampante 3D, in modo da poter verificare lo stato di usura, il grado di precisione (casomai si perda nel tempo), le reali condizioni di utilizzo (in modo da cambiare pezzi o suggerire al padrone di sostituire delle parti con parti piu' adatte), e lo scopo e' quello di recuperare le "zone morte" nell'efficienza industriale. 

il campo di applicazioni va ben oltre i semplici reattori degli aerei o le turbine di GE. Che pure sono comprese nel concetto.

Guardate questa foto:


questa e' una torneria. Ce ne sono migliaia, forse milioni, di tornerie come queste, nel mondo. Ognuna di quelle macchine utensili ha una grande utilita', ma anche molti difetti. Per esempio:

  • Perdere precisione nel tempo. 
  • Rotture periodiche.
  • Cicli di manutenzione periodici, che non tengono conto dell'utilizzo reale.
  • Condizioni di lavoro sbagliate: sbalzi di corrente, temperatura, umidita', vibrazioni del suolo.

questo produce una quantita' di tempi morti e di perdite nella produzione industriale. L reazione e' quella di controlli periodici di qualita', in modo da sapere se la macchina sta funzionando bene, se tutto e' in ordine,  ma rimangono i problemi di rotture periodiche e di condizioni di lavoro sbagliate. Inoltre, se la macchina e' utilizzata poco o utilizzata per lavorazioni che la stressano poco, il ciclo di manutenzione periodico potrebbe anche essere cambiato.Ma... come saperlo?

Adesso immaginate il mondo di Industrial Internet: dentro ognuna di queste macchine piazziamo dei sensori. E questi sensori fanno:

  • Dicono al produttore se la macchina si usura, e quali pezzi si usurano di piu'. Fa anche un previsione di rottura basata sul trend.
  • Avvisano quando la macchina STA per rompersi, qualora esista un qualsiasi segno (vibrazioni, armoniche:la rottura inizia con il guasto, che poi danneggia l'apparato sino a causarne il fermo).
  • Definire il ciclo di manutenzione a seconda del fabbisogno reale della singola macchina. Quella usata su lavorazioni che la stressano meno avra' cicli piu' lunghi.
  • Dicono al produttore in che condizioni di lavoro la macchina stia lavorando. Corrente elettrica instabile, temperature sbagliate, umidita', vibrazioni del suolo, qualsiasi cosa.


se applicate questo ad OGNI macchinario, comprese le macchine usate, che so io, dai fornai per fare il pane, al frigo del macellaio, al congelatore del supermercato, alla macchina da tipografia, alle ruspe, ai trattori, alle macchine per l'edilizia , ai forni per ceramiche,   a qualsiasi cosa serva ad industria ed artigianato per produrre , ottenete un incremento enorme delle prestazioni, o se preferite un decremento enorme dei fermi per guasto e manutenzione.

A questo dovete aggiungere che l'industria e l'artigianato si stanno robotizzando. A me spiace per i romantici, ma quando pensate alla stampante 3D come al "nuovo artigianato", dimenticate sempre di dire che in ultima analisi una stampante 3D e' UN ROBOT.

Certo non e' un androide, ovvero non ha forma umana. Ma una cosa cui spiegate cosa fare e ve lo fa guidata da un computer , e' sicuramente UN ROBOT. End of story.

Nel momento in cui il mondo si robotizza , la domanda "ma chi controlla il robot" e' secondaria rispetto alla domanda "ma COME controlliamo il robot". Se ogni robot ha un chip che si attacca ad internet e comunica il proprio funzionamento fisico, con tutti i diagnostici, la possibilita' che un robot "impazzisca" e' molto remota. Anche le situazioni descritte da Asimov, di robot che commettono crimini o fanno cose strane perche' improvvisamente lavorano in condizioni ignote, e' risibile: se esiste qualcosa come "INdustrial Internet", le condizioni anomale vengono notate immediatamente, cosi' come il fatto che il robot sia sottoposto ad uno stress eccezionale o che faccia cose che nessun altro robot fa. 

Ok, gli ammiratori di Asimov dovranno farsene una ragione. (Asimov resta un grande!).

Cosi', quando vedo gente che va a spiegare Industrial internet limitandosi ai due esempi di GE a volte mi viene il latte alle ginocchia. Industrial internet e' molto di piu', ed e' una buona fetta di "M2M".

L'altra parte ovviamente e'"internet of things", di cui ho gia' parlato.

Per quanto riguarda Snowden e tutto quanto, devo dire che ultimamente ci sono novita'. Il mondo M2M, almeno nelle intenzioni dei grandi player, (le telco) ricevera' investimenti - in Europa - per quasi 40 miliardi di euro, sommando le singole telco, solo per la creazione di infrastrutture di rete DEDICATE.

Significa che le la "macchina da produzione" da tenere sotto controllo e' per esempio una che si trova in un ospedale, e salva vite, possiamo controllarla e ridurne i tempi di fermo per curare piu' persone. Ma per questo ci serve una rete affidabile, intoccabile dall'esterno, e specialmente che non sia raggiungibile da un attaccante straniero che vuole paralizzare la nostra industria.

Si tratta, cioe', di reti fisicamente sconnesse che non parlano con Internet e che sono mediamente di dimensioni nazionali , visto che sono costruite da telco nazionali.

A questo investimento di 40 miliardi in UE28 si aggiunge quello - di cui si vocifera ma non e' ancora ufficiale - di Vodafone , che ha venduto Verizon per un bel gruzzuolo, e deve decidere dove investirli. Se Vodafone, come si vocifera, doppiera' almeno (significa che investira' almeno 40 miliardi in UE28) , e Telefonica non sara' da meno, avremo raggiunto un livello di investimenti tali da poter parlare di splitting.

C'e' molta attenzione sull' M2M, se andiamo in ordine:

ecco i case study di Vodafone:


quelli di telefonica:


poi ci sono gli operatori "mono"nazionali:




e potrete trovarne decine di altri.

In generale, ognuna di queste telco propone la "propria infrastruttura", ovvero una rete separata per i dati M2M, unita a sistemi separati da internet per la loro elaborazione.

Lo split, quindi, e' gia' li':  queste reti cresceranno con il traffico M2M, che sta crescendo rapidamente, diventando piu' redditizie dell'accesso broadband wholesale. Il risultato e' che questa rete "parallela" non sara' spiabile, essendo chiusa, e venendo implementata DOPO la grande paura di NSA.

In questo senso, quando ho scritto "scogli", volevo far notare come la tecnologia AGGIRA gli scogli, e persino un pessimista come me , che aveva qusi "perso fede", si e' dovuto ricredere. Presto gran parte del traffico economicamente rilevante (M2M = Industria, Consumer)  passera' per delle reti private sconnesse da internet.

Poiche' le SIM M2M necessitano di provisioning apposito (molte NON sono nemmeno associate ad un  MSISDN  http://en.wikipedia.org/wiki/MSISDN cioe' ad un "numero di telefono" ma si limitano ad usare l'IMSI, cosa che permette di ridurre le chiamate MAP)  e di credenziali crittografiche, ueste reti sono realmente separabili dal resto, risentendo meno degli attacchi ai GRX ed ad altri dispositivi.

A questo punto abbiamo una domanda: il traffico M2M e' piu' redditizio in termini economici , piu' sicuro in termini di riservatezza e "vale di piu" in termini di rapporti economici. Quello wholesale, cioe' il semplice accesso degli utenti, e' poco redditizio per via del calo dei prezzi degli abbonamenti, e' meno sicuro per via dei fenomeni che conosciamo, e in termini di rapporti economici arricchisce solo gli "over the top" (Google, Facebook, Twitter, etc) ma poco le telco.

E' facile temere un disinvestimento nelle infrastrutture per l'accesso wholesale, e che tutti gli investimenti si concentrino sulle infrastrutture M2M, che danno piu' soldi alle telco:


guardate quanto brutalmente cresce come business: era moltissimo tempo che le telco non avevano occasioni simili. A questo ritmo, traffico voce e internet per il singolo consumatore saranno un introito minoritario per tutti.

Da quel momento in poi, e' solo questione di tempo, e poi potrebbe succedere che le linee "pubbliche" vengano assorbite dall'infrastruttura M2M, e ne diventino una piccola fetta. In questo caso, cioe' , le aziende non investirebbero in una nuova internet wholesale locale per evitare la NSA: spinte dai finanziamenti per l' M2M, investiranno sulle nuove reti che nascono gia' staccate da Internet, e quando le reti M2M fossero abbastanza grandi , allora spegneranno le reti di accesso wholesale per usare solo le nuove infrastrutture.

E allora lo "split", il segmentarsi di internet,  sarebbe completo.

Uriel


La Boldrini chi?

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E' assolutamente comprensibile la mole di email che ho ricevuto riguardo alla Boldrini, vista la polemica. Onestamente non credevo che avesse fatto la macchietta in questo modo , sembra quasi Eddie Murphy che dice "e' perche' sono negro, vero?". Tuttavia, devo dire che l'insipienza di questa donnina stia raggiungendo dei livelli epici, estremamente dannosi. Dunque, cosa penso della Boldrini?



Per prima cosa, no cercato in giro quel che si sa di lei. Ci sono le foto di lei con un bambino nero. Ok, le ho anche di Hitler , con la bambina nera. Non significa nulla, oggi una foto col bambino negro non si nega a nessuno.

Detto questo, ha lavorato per l'ente piu' corrotto del mondo, cioe' ONU, un mondo di privilegi, sprechi, esenzioni fiscali e (francamente) nessuna utilita' per il genere umano. L' ONU esiste perche' tutte le nazioni hanno paura che se ne uscissero si potrebbe trasformare in un'alleanza contro di loro. Contemporaneamente, l' ONU sa che se iniziasse ad interferire davvero  con l'esistenza delle nazioni, le nazioni lo lascierebbero. E' essenzialmente un baraccone politico senza senso, costosissimo, corrotto, inutile.

Insomma, gia' di mio non riesco a trovare nulla di positivo nel suo CV. Non e' una figura di spicco, ma neanche una figura media del mondo politico. Se anche si capisce DOVE ha lavorato non si capisce COSA abbia FATTO, e questo lascia supporre che abbia fatto assai poco.Si, e' vero, ha lavorato qui li e' la: ma che diavolo ha fatto? Ha introdotto novita'? Ha preso decisioni difficili o importanti? Ha conseguito qualche risultato? Achievements?

Ho cercato allora le sue dichiarazioni come "politico" . Saro' molto sincero, ma la sua mania di parlare a nome di tutte le donne offende le donne. La donna media e' di gran lunga migliore di lei. Vedo cose dette da donne "medie" che sono di gran lunga intelligenti, fondate e significative.

Non sono riuscito a trovare frasi intelligenti o cose intelligenti scritte dalla Boldrini. In tutta onesta', credo che la sua pretesa di identificarsi con "le donne italiane", dicendo che "se qualcuno offende me offende tutte le donne" sia piu' che altro un tentativo di apparire piu' intelligente di quello che e'.

Un esempio di immensta stupidita', che fa di lei una di quelle macchiette degne di Der Stürmer  tanto e' stupidamente e negativamente stereotipata, e' l'uscita per cui chi aveva commentato un post di Grillo era un "potenziale stupratore". Ora, chi glielo ha detto? Lombroso? Come fa a dire che uno sia uno stupratore senza prove? Che diavolo e' un "potenziale" stupratore?

La verita' e' che un uomo dovesse aver paura di essere accusato ingiustamente per uno stupro non commesso, la Boldrini avrebbe esattamente la faccia delle sue paure. Non so con quale coraggio un uomo possa ancora entrare in ascensore con lei, ben sapendo che qualsiasi cosa non vada bene alla principessa, dal dopobarba alla marca di scarpe, diventera' occasione per un'accusa di stupro.

Stupro, stupro, stupro, violenza e donne. Queste sono le uniche tre parole che la Boldrini sembra capace di pronunciare sotto stress. La immaginiamo facilmente a  passare gli esami universitari denunciando per molestie qualsiasi professore facesse domande troppo difficili, dimostrando cosi' un intento persecutorio verso le allieve donne, cosa che faceva di lui, tanto per cambiare, uno stupratore.

Da questo punto di vista, la Boldrini e' una di quelle che non vorreste avere nel vostro ufficio perche' uno screensaver di farfalle sui fiori sarebbe considerato una chiara allusione sessuale, di quelle che state dentro la stessa stanza solo a porta aperte perche' volete dei testimoni, di quelle che se e' da sola in ascensore decidete di fare un pochino di moto e prendete le scale.(1) Qualsiasi cosa, un appiglio qualsiasi, sara' da lei considerato un esempio di violenza contro le donne, contro tutte le donne, e quindi uno stupro.

Come finisce la storia lo sappiamo: "al lupo, al lupo!", e poi....

Ma la stronzata dannosa l'ha fatta usando la cosiddetta "tagliola" contro l'opposizione di M5S. A parte che e' dubbio che la possa usare lei in quella camera, il problema vero e' che ha creato un precedente nel quale una legge considerata vergognosa , che riceve una dura opposizione, viene firmata togliendo la parola ad un intero partito.

Ora , se ricordate l'era di Berlusconi, e ricordate l'opposizione alle sue leggi, e ricordate che la sinistra e' all'opposizione MOLTO piu' della destra in un paese come l'italia, scoprite che la "geniale" Boldrini ha appena definito il modo in cui il suo partito di riferimento sara' zittito quando in futuro cerchera' di fare opposizione.

Voglio vederli, alla prossima legislatura, a fermare una qualche "legge vergogna" , se come sembra sara' la destra a vincere, e il presidente della camera usera' la tagliola per zittire l'opposizione. 

Questa e' la misura della stupidita' politica secondo me: il fatto di seminare la propria futura disfatta con tale precisione , sacrificando l'intero futuro per una breve vittoria su un singolo punto,e' la stessa unita' di misura della stupidita' politica.

Messora, che non e' una volpe del blogging, ha risposto alla Boldrini di non aver paura, perche' lo stupro non e' il suo caso. Il punto non e' che Messora abbia detto una cosa stupida o sessista. Il punto e' che ha detto il vero: la Boldrini, come tutte le personalita' politiche, vive sotto scorta. Vive in un quartiere esclusivo, monitorato dalla polizia, con una scorta, e continuamente circondata da lacche' e portaborse.

Lei non e' una donna qualunque, che puo' aver paura di uno stupro: a lei NON puo' succedere, perche' tra i privilegi di cui gode vi e' anche una sicurezza sconosciuta alle altre donne italiane. In questo senso, chi offende lei NON offende tutte le donne italiane, dal momento che le donne italiane vivono in una condizione di insicurezza che lei non conosce. Messora, senza probabilmente volerlo, ha messo il dito nella piaga: A LEI, NON PUO' SUCCEDERE.

In definitiva, offendere la Boldrini dandole della pompinara non e' appropriato, perche' e' il tipo di persona che ricalca di piu' la Pompadour, che nella leggenda rispose al popolo di usare le brioches al posto del pane. Appare sconnessa completamente dalla vita del mondo intero: una delle persone fisicamente piu' protette del paese non puo' certo aver paura dello stupro o esserne ossessionata, non ha alcun senso inventare uno strumento per zittire l'opposizione quando si viene dal un partito che passa gran parte del tempo all'opposizione , tutto in lei sa di persona che NON pensa a quel che fa prima di farlo.

Per non parlare delle palesi incoerenze: una che si mette a strillare alla violenza e allo stupro ad ogni pretesto, non puo' vedere una collega che viene presa a schiaffi in pieno parlamento. Se i grillini fossero un pelo piu' incazzati, una denuncia per aggressione e percosse all'onorevole andrebbe fatta immediatamente: oltre ad essere una violenza su una donna - o le grilline sono meno donne delle altre? - in ogni caso prendere a schiaffi una tizia e' prima di tutto UN REATO.

Stupisce un attimo vedere le deputate del PD denunciare un tizio per averle insultate a parole, e non vedere alcuna querela per una tizia presa a schiaffi con tanto di fotografia. (2) Prendere a schiaffi una persona e' un tantino piu' grave, come reato, di insultarla a parole. Ma di fronte alla violenza, alcune donne sono piu' donne di altre, e le sole donne sono quelle di sinistra. Dopo l'esclusiva della democrazia, anche quella della "donnita'"

Onestamente, siamo nell'insieme delle donnette scialbe. Ho girato per  il suo pamphlet su Wikipedia, e ci ho trovato la storia di una ragazzina ricca che ottiene facilmente quello che vuole. Il lavoro di costruzione della pagina di wikipedia, che e' professionale, si spinge all'eccesso di zelo, anche un pelo sul ridicolo quando aggiungono le onoreficenze. Ok, immagino che il premio "PrimaDonna 2008" non sia un pelino sessista e che "primadonna" indichi una donna che puo' essere divisa solo per 1 e per se' stessa: altrimenti, mi sembra che lo zelo antisessista della Boldrini sia piuttosto facile da comprare. A quando il premio Pompadour 2015?

il lavoro di mettere in evidenza i premi e gli endorsement puo' essere molto preciso, ma si dovrebbero evitare come "la mia mamma dice che sono una brava ragazz" e cose come "premio Palla Avvelenata Condominiale Via Saffi 2"  , che sembra di leggere il Carlino e non e' che migliori le cose.

Tutto sembra fatto per prendere una signora nessuno e trasformarla in una carica istituzionale. Il problema sta nel fatto che anche come carica istituzionale non sembra essere qualcuno: a parte il fatto che l' Italia ha avuto presidenti della camera piu' impaziali e meno apertamente schierati, qui siamo ad una militanza evidente ed ad un inutile sfoggio di  quello snobismo da potere che colpisce solo chi nella vita ha sempre fatto cio' che altri, meno abbienti, non potevano permettersi.


Onestamente, sulla Boldrini c'e' poco da dire, eccetto il fatto che c'e' TROPPO POCO da dire per farne una carica istituzionale: se basta cosi' poco per fare un presidente della camera, allora metteteci Gordon Ramsey, almeno cucinera' bene senza lamentarsi tutto il giorno del maschilismo di chi lo vuole in cucina.

Cito Gordon Ramsey perche' per via di un'insana passione di mia figlia, avevamo appena visto masterchef e dopo mi sono messo a scrivere della Bolrdini. Cosi' ho guardato alcuni video ove appare, e appena ha preso a parlare  mi e' venuto da pensare: anche qui Rachida? (3)

Davvero basta questo per occupare quella poltrona? Allora mettetela in palio come invention test di MAsterchef, o come premio di Wetten, Dass(4) , e magari dopo Bauer Sucht Frau(5) fate anche Parlamento Sucht Frau.Se questo e' il livello medio, Drive In sembra il senato di Roma.

Questo e' il punto della Boldrini. Messora dice che non e' stuprabile, ed ha ragione in quanto e' tra le persone fisicamente piu' protette del paese, ma essa non gode solo di questa proprieta': e' anche difficile da attaccare, per la semplice ragione che c'e' troppo poco da attaccare, e questo viene dal fatto che c'e' troppo poco in generale. 



Non so quanto durera' questa legislatura, ma credo che dopo cinque minuti dalla sua fine, anche i piu' grandi giornalisti italiani, quelli col database dei nomi in testa, si lascieranno scappare un "Boldrini chi?".

Quella che non aveva nulla di speciale? Quella che si lamentava di continuo per la condizione della donna, pur avendo un CV che mostra come lei, quale donna, non conosca direttamente nessuno dei problemi di cui lagna? Il suo CV e' tutto un "ma perche'?":

Perche' e' li?

Onestamente se fossi una donna italiana, mi sentirei irritata nel vedermi paragonata a cosi' poco.

Ed e' questo il punto: attaccare la Boldrini e' inutile, come mandare l'esercito a catturare una zanzara: e' davvero troppo poco.

Se fossi nei grillini, personalmente non ci perderei troppo tempo.

La Boldrini e' davvero "troppo poco".



Uriel



(1) Ho conosciuto una che aveva usato un espediente simile per far fuori un collega. Stava in un ufficio con altre donne perche' nessun uomo voleva passare del tempo da solo in una stanza con lei senza testimoni, non riusciva a fare una riunione con meno due tre persone, le sue telefonate venivano rifiutate da tutti gli uomini e faceva solo conference call con tre persone o piu'  perche' altrimenti le rifiutavano le chiamate. In diversi posti la paura di essere denunciati da una cosi' ha letteralmente cambiato le relazioni tra colleghi.

(2) Non che un magistrato possa venire condannato da un collega, si intende.

(3) Quando penso che quella gente puo' avere QUATTRO mogli come Rachida a casa , capisco come mai trovino cosi' attraente lasciare tutto e partire per la Jihad. Credo che combattere corpo a corpo coi navy seals debba apparire loro come una specie di ricreazione.

(4) La versione tedesca di "Scommettiamo Che"? Da quando il vero leggendario conduttore si e' dimesso, un pelo piu' trash per attirare l'attenzione. L'acme del nazionalpopolare tedesco, roba cosi'"per famiglie" che Pippo Baudo sembra Marilyn Manson.

(5) Il contadino cerca moglie. In tutte le salse, etero/lesbo/gay/trans. Cosi' trash che hanno dovuto mettere i sottotitoli. In tedesco.  Non e' trash, e'oltre. E' una categoria a se'. Siamo a livelli antropologici  tipo questo: https://www.google.com/search?q=bauer+sucht+frau&safe=off&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ei=gKnvUo79NsbZsgafvICABg&ved=0CAsQ_AUoAw&biw=1280&bih=911

Universita'

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Non sono mai stato contrario all'istruzione universitaria, ma quando iniziano discussioni sul forum a riguardo, mi rendo conto che c'e' un punto nel comportamento dell'universita' italiana che non si vuole accettare. O meglio, il punto che l'universita' italiana , a differenza di altre, non vuole accettare: non ha piu' il monopolio della conoscenza di alto livello.

Un tempo, quando parlavate del Sapere con la S maiuscola, parlavate di universita'. E se non appartenevate a famiglie dell'alta o altissima borghesia, il problema non si poneva nemmeno: avreste frequentato universita' italiane.

Non c'era storia: dentro il ceto medio, poi, si decideva se "fuori sede", in media pagando anche un affitto e le spese del pargolo, che magari contribuiva con qualche lavoretto proprio, oppure "vicino a casa", per chi non aveva cosi' tanti soldi da spendere.

Questo dava all'universita' italiana una posizione di monopolio sul sapere certificato di alto livello. E quando in Italia date un monopolio, ne risulta un disastro. Qualcuno dice che non c'era collaborazione col mondo del lavoro, ma sono fesserie: per anni Ingegneria Elettronica (e poi informatica) e' stata l'ufficio di collocamento di Olivetti, Ingegneria Chimica e Chimica Industriale erano l'ufficio di collocamento di Eni/Agip, e potremmo continuare. Non c'e' mai stato, in realta', il gigantesco divario col mondo del lavoro.

L'universita' e' sempre stata molto abile ad accordarsi con le grandi aziende sovvenzionate dallo stato per scambiarsi favori e consulenze, se c'e' una cosa che non e' mancata all'universita' italian non e' stato il contatto col mondo del lavoro. E' stato, semmai, il contatto con la realta'.

Quando si e' aperto il mondo di Schengen, chi aveva gia' le esperienze dell' Erasmus avrebbe dovuto capire che tra andare a Lione e andare a studiare a Torino non c'era molta differenza di costi. Sebbene io non creda molto alla grandeur francese, era assolutamente ovvio che per uno studente calabro che scende a casa solo due volte l'anno, studiare a lione fosse molto piu' pagante.

Si sarebbe dovuto notare come Berlino , Parigi, Londra esercitassero un fascino tremendo sui giovani studenti italiani, e come con il crollo dei costi dei voli, iniziava ad essere molto attraente l'idea di studiare all'estero.

Non avevano mai contato quanto pochi fossero gli studenti stranieri attratti dalle universita' italiane. Non li contavano. Del resto, perche'? 

Ma il problema di contatto con la realta' non  era solo nel canale che va dalla realta' all' Universita', ma anche nel verso opposto. Voglio dire, l'universita' influisce sul mondo esterno? Quando riversa il suo sapere nella societa', la cambia?

Quando un paese inizia a produrre il 200% in piu' di laureati in una materia, normalmente dopo 10,15 anni un settore economico esplode. Oppure si cambia radicalmente la cultura del paese. Lo abbiamo visto succedere moltissime volte nella storia, lo vediamo succedere ai paesi emergenti. lo Zar Pietro vuole modernizzare la Russia, e allora che fa? Cambia le scuole tecniche e facilita l'accesso.

Negli ultimi anni in Italia si sono prodotte quantita' ENORMI di laureati in giurisprudenza. Qualsiasi paese investa cosi' tanto nel formare avvocati vede, nel medio termine, un MIGLIORAMENTO enorme del diritto, nella qualita' del diritto prodotto (sentenze, atti, contratti, regolamenti, leggi).

Tutto quello che si e' visto e' stato Di Pietro "che ciazzecca". Parlamenti che votano leggi incostituzionali (1), sentenze ribaltate e poi ribaltate ancora (viene da chiedersi se qualcuno abbia bevuto) , ed in generale un diritto (privato e pubblico) da terzo mondo.

In Italia si sono prodotti migliaia e migliaia di laureati in scienze definite umanistiche, letterarie, filosofiche. Ci si aspetterebbe una vera e propria esplosione di contenuti. Un tempo bastava un solo mecenate per far nascere intere scuole di pensiero, gente i cui contenuti facevano la storia.

Mi aspettavo come minimo che saltasse fuori il successore di Dante: a quei tempi si laureavano non piu' di 30 persone ogni anno, e usciva gente come Ciullo d'Alcamo , e oggi con MIGLIAIA di laureati, si legge di cento colpi di spazzola, tre metri sopra il cielo, grande fratello. Un investimento enorme sbucato nel nulla.

A Bologna si e' fatto il DAMS. Mi aspettavo i monty python, film bellissimi, gruppi stratosferici , una fucina di nuovi generi. Tutto quello che abbiamo avuto sono i Marlene Kuntz, il compleanno dell'iguana e l'esperienza di un pompino fatto da una tizia coi capelli verde vendetta. Qualsiasi colore sia.

Si sono laureate in "scienze dell'informazione" cosi' tante persone che mi aspettavo un giornalismo incredibilmente penetrante, acuto, implacabile, professionale. C'e' ancora Bruno Vespa in TV. 

C'e' qualcosa che non quadra, vero? L'universita' italiana NON influisce sulla societa'. Potete produrre migliaia e migliaia di nuovi laureati in economia e commercio, e le aziende sono mal consigliate e male gestite, senza che nessuno di questi esperti, magari con la tesi in "economia comparata dell' import/export" sputi un solo flebile consiglio , almeno uno ,  per fare bella figura quando riscuote la parcella per aver fatto.... il mero ragioniere.

Questo e' il vulnus, il problema vero: l' Universita' italiana NON cambia la societa'.

Se in qualsiasi paese del mondo buttate soldi dentro un'universita', piano piano la societa' cambia. L' Universita' italiana sembra avere una specie di tubo di scarico per liquami, di quelli che scaricano direttamente in mare. Non cambia la societa', non influisce, per quanto si spenda negli atenei , la societa' e l'economia NON cambiano di una virgola.
il distacco tra universita' e realta' non si misura col fatto che l' universita' non capisca la realta'. Sta nel fatto che l' universita' NON CAMBIA la realta'.


Un tempo le cose non andavano cosi'. Il riscatto italiano nel dopoguerra si ebbe con il diffondersi dell'istruzione obbligatoria. Poi l'istruzione superiore getto' migliaia e migliaia di tecnici pronti per botteghe, uffici e PMI (il trio Perito-Geometra-Ragioniere) , e l'economia del paese esplose. Cambio' la cultura, perche' improvvisamente il paese era pieno di gente che poteva aspirare ad avere di piu'.

Ma la generazione che si infilo' in massa all' Universita'.... non cambio' nulla. Negli ultimi anni si sono prodotti migliaia e migliaia di ingegneri , e anziche' trasformare il paese in un polo di tecnologia, sono andati a creare poli di tecnologia all'estero.

Ci sono due ragioni , simmetriche, per questo:

  • LA societa' ha espulso l'universita'. Non e' solo una tendenza anti-intellettualista. E' proprio che chiunque non sia laureato si sente nel diritto di spalare merda sui laureati. Molti si arrabbiano perche' non vengono assunti in quanto manca il titolo, e da quel momento passano la vita a denigrare chi ha il titolo, nel nome di una non meglio precisata manualita' che darebbe loro poteri magici. Un malcelato senso di democrazia per il quale non si accetta piu' l'idea stessa di competenza - non sarebbe egualitario - ha isolato le persone. Oggi non esistono piu' vantaggi sociali nell'aver studiato.
  • L'universita' non accetta la societa' circostante. Un'idea di sapere come percorso iniziatico porta i professori a rendere l'apprendimento piu' faticoso del necessario, perche' se il professore e' un sacerdote, allora occorre che sia un iniziato, e l'iniziazione si sa, e' sangue sudore e lacrime. Mi meraviglia che non abbiano ancora introdotto il digiuno studentesco, la verginita' delle laureande, l'autofragellazione pre-esame, l'ordalia di fine corso, pur di giustificare l'atteggiamento sacerdotale dei professori.
Un esempio degli effetti di questa politica e' questo: sono milioni gli studenti che sono indecisi sul corso di laurea. Perdono mesi e mesi a cercar di capire che differenza ci sia tra una laurea in informatica ed una in ingegneria informatica. Al punto che se lo fanno dire da chi ha frequentato una delle due facolta', e questo e' gia' un limite, perche' al limite il confronto dovrebbe farlo chi ha fatto ENTRAMBE le facolta', ma il paese non pullula certo di persone simili.

Non trovate nulla di strano nel fatto che NON SIA CHIARO , se non a chi ha frequentato la facolta', che diavolo ci si studi dentro? Non trovate strano che si sappia cosa fanno i servizi segreti ma non si sappia una cippa di niente di cosa si insegni dentro una facolta' , al punto da rivolgersi a chi c'e' stato dentro?

Vi sembra normale che il contenuto didattico delle facolta' sia ignoto ai piu', quanto un segreto custodito piuttosto bene? Bisogna chiedere ad NSA, per sapere che differenza ci sia tra Informatica e Ingegneria Informatica? Mandare delle spie?

non trovate un pelo "opaco" il mondo universitario? Posso sapere in pochi secondi come si mangia in un determinato hotel, come si dorme, posso avere un'idea del menu di un ristorante a migliaia di KM da qui. Posso sapere come si lavora in Microsoft, posso sapere quali sono i problemi dei dipendenti di Google con una domanda su Quera, e porca troia, la differenza tra Informatica ed Ingegneria Informatica sembra il segreto meglio custodito del secolo?

I casi sono pochi:

  • Non c'e' alcuna differenza.
  • La differenza c'e', ma si fanno giuramenti col sangue, patti con Satana , si prendono familiari in ostaggio, si sparaflashano le persone come in MIB, perche' NESSUNO sappia l'arcano segreto, e solo se incontrate qualcuno che ha frequentato la facolta' saprete un -personalissimo- parere.
  • L'universita' tiene lontana la societa' al punto tale da offuscare il "prodotto" che "vende", al punto che non si sa nemmeno che diavolo sia e in cosa differisca da altri. E' un mondo lontano, di cui non si sa nulla. Si manderanno satelliti in orbita in Via Zamboni per sapere che cazzo si insegni.

il fatto che da fuori sia cosi' difficile scegliere che facolta' frequentare, o scegliere tra facolta', spiega semplicemente quanto sia lontana, irraggiungibile l'universita' rispetto alla societa'. La societa' non riesce a sapere, se non con grandi sforzi, cosa si faccia di preciso li' dentro, e come.

Ora, che consiglio posso dare ad uno studente che vuole sapere che differenza ci sia tra Informatica e Ingegneria Informatica? All'estero, scriverebbero un'email ad un tizio che si chiama "ufficio informazioni" della facolta' di "Informatica" , chiedendo qualcosa tipo "how is Informatica compared, let's say, with Ingegneria Informatica?". (2)

Nelle facolta' italiane una domanda del genere avrete una risposta  , anzi due, per la quale Ingegneria Informatica e' piu' cosi' (segno del paraocchi per cavalli con le mani) , mentre Informatica e' piu' moderna, (segno del predicatore biblico con le mani). Tornerete a casa chiedendovi se volete diventare cavalli da tiro o somigliare a Cristo.

Il problema opposto e' quello dell'universita' che non cambia la societa'. Se non c'e' interazione, e il sapere universitario non ha effetto, il problema che la persona si pone e'"in che modo essere, che so io, un avvocato, mi posiziona nella societa?".

Un tempo, quando l'universita' influiva e cambiava l'universita', chi sfornava intellettuali umanisti sapeva di aver creato una figura precisa, cui gli anziani avrebbero dato del voi, la cui opinione era ascoltata (e richiesta) in un certo modo.

Oggi, al massimo vi chiedono di mettergli a posto Windows. Ma non sono neanche sicuri, perche' l'ingegnere informatico comunque e' in competizione con "amico che ne capisce", "collega che e' un mostro e aiuta tutti in ufficio" , "vicino di casa che ci smanetta" , "cugino bbravo". 

Nel momento in cui produrre laureati in giurisprudenza non produce diritto migliore, e nel momento in cui buttate sul mercato 230.000 laureati in economia e commercio senza che le aziende ottengano altro che ragionieri costosi, e i bilanci non mostrano segni di migliore gestione, e' chiaro che nessuno sa di preciso cosa sia un laureato in economia e commercio. Cioe', che differenza c'e' tra un ragioniere ed un laureato in economia e commercio?

Forse mi direte che ci sono mari e monti, ma in ultima analisi un laureato in economia e commercio fa il vostro modello unico, tale e quale ad un ragioniere. 

L'universita' e' riuscita a creare molti laureati, ma non e' riuscita a definire la figura del laureato in societa'.
In qualsiasi posto del mondo, anche senza arrivare agli eccessi tedeschi del "Dr" che diventa parte del nome di battesimo sui documenti (non scherzo) tutti avevano una chiara idea di cosa fosse una persona laureata in una data cosa, e del perche' servisse proprio quella figura per fare quella cosa.

Sino a quel momento, l'universita' influiva nella societa', aveva leva. Se raddoppiavate il numero di ingegneri elettronici in una zona, prima o poi in quella zona nasceva molta elettronica. Se facevate un buon campus informatico, in quella zona nasceva un distretto informatico. 

Un tempo, producendo molti umanisti cambiavate la cultura del luogo, si diffondevano idee che diventavano politiche. Prendete il GUF, il GruppoUniversitario Fascista, e guardate che peso ebbero gli iscritti anche dentro il mondo ANTIfascista.

Oggi fate il DAMS, e tutto quello che salta fuori e' un aumento di pompini gratis in zona santo stefano. Si sono prodotti abbastanza laureati in cinema, comunicazione, musica, teatro, che l' Italia dovrebbe avere la scena mondiale: avete ancora Moretti e Sanremo.


Qualcosa e' andato storto.

Quindi, volete sapere cosa consiglio ad uno studente italiano confuso tra Ingegneria Informatica ed informatica? Un viaggio a Darmstadt con una low cost. Andate qui ( http://en.wikipedia.org/wiki/Darmstadt_University_of_Technology )  in un ufficio informazioni, e vi spiegano che diavolo si studia , corso per corso, e quali siano le differenze. 

Sapete perche'? Perche' se VOI non riuscite a capire che cosa si studi di preciso dentro una facolta', forse faranno fatica, dopo, quelli cui direte che laurea avete.
e allora magari voi saprete che diavolo si studia ad Informatica, ma se non lo sa chi vi deve assumere, come non lo sapevate voi PRIMA, la vostra laurea non gli dice proprio nulla. Chi e' fuori e vi deve assumere, o chiunque altro sia fuori, avra' la stessa difficolta' , gli stessi dubbi, che avevate VOI prima di iniziare gli studi. Se voi avete MOLTI dubbi,  CHIUNQUE altro li avra'.  Se c'e' quel dubbio, se non e' chiaro cosa si faccia di preciso, NON VI CI DOVRESTE ISCRIVERE.

Meno vi e' chiaro cosa faccia una facolta', meno informazioni chiare , precise e qualificate trovate,  MENO VALE la vostra laurea. Perche' non e' socialmente riconoscibile, non ha impronta, non influisce, non dice nulla su chi siete, cosi' come non lo sapevate voi PRIMA di iscrivervi.



Uriel

(1) Altrove e' considerato vergognoso che un politico venga bocciato dalla corte costituzionale o dal suo equivalente, significa  che non conosce o non capisce la costituzione del proprio paese.

(2) La diatriba tra "compared with" e "compared to" e' accesa. Secondo l'accademia:

Strunk and White (The Elements of Style)
To compare to is to point out or imply resemblances between objects regarded as essentially of a different order
to compare with is mainly to point out differences between objects regarded as essentially of the same order.
Thus, life has been compared to a pilgrimage, to a drama, to a battle; Congress may be compared with the British Parliament. Paris has been compared to ancient Athens; it may be compared with modern London.

quindi, in questo caso si deve usare "to compare with"

IT e perdita di posti di lavoro.

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Tra i governi fallimentari c'e' spesso l'abitudine ad accusare chi non ha avvocati per cercare di giustificare i propri fallimenti. Europa, Informatica, Immigrazione, Servizi Segreti: qualsiasi entita' che non abbia avvocati pronti a contestare le accuse, o semplicemente qualsiasi entita' che non si curi delle accuse, si trova ad essere il capro espiatorio di qualsiasi fallimento politico.

Una delle vulgate piu' comuni, o almeno tra quelle crescenti in popolarita' , e' che sarebbe l' IT a togliere posti di lavoro. La giustificazione sarebbe che siccome aumenta l'efficienza dei lavoratori, allora servono meno lavoratori.

Si dovrebbe fare una doverosa obiezione a questo: quando arrivo' la rivoluzione industriale, l'efficienza di un telaio a vapore era enormemente superiore a quella di un telaio a mano. Il risultato era la scomparsa degli artigiani a favore delle industrie. Questo produsse all'epoca uno spopolamento terribile delle campagne inglesi, con masse enormi di artigiani non competitivi che si spostavano in citta' per lavorare nelle industrie.

Ora, si direbbe che si tratti della stessa identica storia, ma dubito che qualcuno oggi avrebbe il coraggio di dire che l'industria abbia causato disoccupazione.

Il vero problema, se vogliamo rimanere nel paragone, e' che quando avvenne la rivoluzione industriale le nuove macchine erano cosi' primitive che un filatore a mano poteva facilmente imparare a fare l'operaio in una nuova fabbrica tessile con macchine a vapore.

Inoltre, egli poteva urbanizzarsi, dal momento che le citta'avevano abbastanza spazio per crescere e offrire case e servizi adeguati, a prezzi raggiungibili da chi veniva dalla campagna disperato. 

Si tratta di due punti che oggi non si stanno verificando.

Il primo punto e' la curva di apprendimento. Il vecchio artigiano si spostava dalla campagna verso la citta', e avendo fatto il macellaio in campagna si trovava dentro una fabbrica ove i maiali scorrevano lungo una catena, finivano contro una sega a nastro che li tagliava in due, poi finivano dentro una macchina bollitrice a vapore che staccava la carne, e infine passavano per una macchina che ne faceva salsicce.

Questo processo, sebbene fosse svolto in gran parte da macchine, richiedeva supervisione umana (come ogni processo svolto da macchine) ma non era del tutto incomprensibile al nostro ex macellaio. Al nostro ex macellaio era chiarissimo che quella sega a nastro tagliasse i maiali in due, era chiarissimo che la bollitrice a vapore disossasse il maiale con un getto di vapore ad alta temperatura, e che la macchina automatica per le salsicce, se caricata di budello, produceva niente altro che le salsicce che lui faceva manualmente. Non aveva mai visto la forma di quegli utensili, ma solo osservandoli poteva capirli.

Ma nel mondo di oggi, ci si trova in una situazione molto diversa. Se escludiamo dispositivi per il mercato consumer, i dispositivi automatici per l'industria non possono semplicemente essere capiti osservandoli.

Se prendiamo il caso spagnolo, per esempio, abbiamo una popolazione che e' cresciuta a cavallo di un boom immobiliare e di uno turistico. Milioni di giovani che sanno fare i PR in discoteca, i barman, le cubiste, i muratori, i venditori di case in franchising. Tutti questi giovani dovrebbero, come fecero le masse industrializzande , andare verso un polo tecnologico (che so io, Bilbao) e cercare lavoro nelle nuove aziende.

Ma se il vecchio macellaio del 1800 poteva andare a Londra e trovare lavoro in una fabbrica di salsicce a vapore, il nostro muratore messo di fronte ad una chiamata MAP phase 2 verso un HLR si trova un pelo a disagio.

Se il vecchio macellaio poteva in qualche modo riconoscere le forme e i modi con cui lui lavorava in bottega dentro la grande industria, per il muratore non c'e' speranza di capire che diavolo faccia un HLR. 

Non intendo dire che i muratori siano stupidi: intendo dire che i muratori non sono preparati, che non hanno studiato le cose giuste, e che per quanta manualita' abbiano, comprendere il nuovo lavoro NON e' per nulla facile. Non assomiglia a nulla che abbiano mai fatto, e non sanno proprio di che cosa si tratti.

Questo, cioe', e' un problema di formazione. Un problema di cui dovrebbe occuparsi il governo. Un problema che mostra i fallimenti del governo. Da quanto tempo ormai si parla di IT? Da quanto tempo ormai si dice che l'informatica arriva qui e la'? 

Non trovate ASSURDO che oggi ci siano ancora persone che dopo aver passato 13 anni a scuola, non abbiano nessun rudimento di informatica o telecomunicazioni?
Prendiamo un caso tipico italiano. L'Italia e' stracolma di inutili negozietti tutti uguali, insulsi per la ristrettissima merceologia, privi di potere contrattuale verso i "rappresentanti", negozietti che sono destinati a chiudere come mosche.

Questi negozietti hanno fatto i salti mortali per avvicinarsi al centro, investendo per la posizione geografica, e oggi scoprono che accanto al vecchio "centro", troppo costoso e piccolo per tutti, stanno nascendo altri"centri" commerciali(1) e cresce la grande distribuzione.

Tuttavia, il commesso che voglia spostarsi dal negozio alla grande distribuzione non si trova nelle condizioni del vecchio macellaio che va a Londra a lavorare in una fabbrica di salsicce. La distanza tra quanto faceva in bottega e quanto avviene nell'industria oggi e' MOLTO piu' alta.

In un centro di grande distribuzione il nostro ex commesso si troverebbe di fronte ad un sistema informativo, a magazzini robotizzati, ad una serie di cose che NON puo' capire. Non puo' capirle per due motivi. Il primo e' che non le ha studiate, il secondo e' che fa il commesso perche' ha FALLITO nello studiarle. Ovvero fa il commesso in un piccolo negozio perche' la sua competenza era troppo bassa per qualsiasi altra cosa: quando si trova di fronte ad un software per la logistica di una certa complessita', il nostro eroe non riesce piu' a intgrarsi.

Del resto, se proviamo ad osservare il tasso di scolarita' in relazione alla rivoluzione industriale, scopriamo che mentre nel vecchio mondo artigiano bastava saper contare le monete e scrivere la propria firma, quando arriva la prima rivoluzione industriale diventa "minimo accettabile" saper leggere e scrivere, e per chi vuole far carriera, anche saper far bene di conto.

Quando arriva la seconda rivoluzione industriale, il mondo dei nuovi servizi richiede un livello minimo medio ancora piu' alto: leggere e scrivere e' scontato, far di conto e' il minimo, semmai occorre avere anche altre conoscenze, diciamo da terza media. 

Poi si va avanti nel tempo, e alla fine si arriva ad un mondo dei servizi in cui occorre almeno un diploma per lavorare ad una paga decente.

Ovviamente c'e' chi e' rimasto indietro per scelta. Chi e' rimasto ai mestieri proprio perche' NON ha raggiunto il minimo per il mondo industriale: convinto di venire protetto dall'obsolescenza del proprio lavoro, il nostro commesso ha detto "si, ma nessuna macchina parla col cliente".

Oggi che i clienti comprano online, inizia il loro dramma. La macchina "PARLA" col cliente!

Allo stesso modo il nostro tassista ha deciso di guidare l'auto (cosa che sanno fare tutti) pensando che l'industria non sarebbe MAI arrivata a lui. Le auto sono proprieta' di qualcuno, diceva, e peraltro mica si guidano da sole. Oggi scopre che col car sharing chiunque possiede auto ovunque in Europa, e presto che esistono auto che si guidano da sole. Prima o poi arriveranno le auto automatiche che si possono affittare senza patente, e allora rideremo tutti.

Ma il punto e' il delta enorme che c'e' tra chi ha la formazione per capire e chi no.

Il mondo dell' IT non sta facendo perdere lavori: ne sta generando piu' di quanti ne distrugga esattamente come fece l'industria. Il guaio e' che il gap scolastico si riflette MOLTO piu' di quanto si riflettesse prima. E non mi riferisco in un gap di diplomi, lauree o pezzi di carta.

Prendete la vostra vecchia classe di scuole superiori. Pensate a materie scientifiche, qualsiasi materia fosse quella insegnata. Fisica, matematica, o vere e proprie tecnologie nel caso degli ITIS. Pensate bene alla distribuzione dei voti.

Adesso pensate che i REDDITI si distribuiscano con la stessa curva di distribuzione. 

Riuscite a capire cosa stia succedendo?

In un mondo dominato dalla tecnologia, ovviamente occorre che la scuola si concentri molto di piu' su matematica, algoritmi, fisica, pensiero logico. Chi le considera conoscenze avanzate sbaglia: erano avanzate nel vecchio mondo, ma oggi sono conoscenze MINIME.

Per quanto siate smanettoni, potete avere a che fare con le tecnologie sino ad un certo punto, perche' oltre DOVRETE per forza avere basi teoriche di matematica e logica. Oltre, se necessario, alla conoscenza tecnologica specifica.

Con la prima rivoluzione industriale, la curva di distribuzione dei redditi si trasformo' e divenne una netta separazione tra chi era alfabetizzato e chi no, e al secondo gradino , a chi sapeva anche far di conto e chi no.

Con la seconda, saper scrivere e leggere documenti piu' complessi, saper leggere bilanci e fatture, saper fare calcoli (anche senza capirli) divenne la discriminante tra le fasce di reddito.

Con l' IT, il mercato del lavoro si aggiusta e i redditi si distribuiscono allineandosi con la capacita' specifica di interagire con macchine programmabili.  Adesso tornate con la mente al vostro vecchio liceo, e ai compiti in classe di matematica.
Vi si dava un problema e dovevate costruire i passi, uno ad uno , per arrivare dalla definizione del problema al risultato.

Alcuni problemi di matematica o fisica pero' erano controintuitivi, non intuitivi e comunque richiedevano troppi passi per essere mandati a memoria. Quindi, o sviluppavate una capacita' bottom-up notevole, oppure fallivate. Ma vi salvava il voto in qualche materia umanistica, giusto?

Il guaio e' che il vostro voto alto di latino o storia oggi non vi salvano piu'.

Se costruiamo la curva del reddito oggi, su grandi numeri potete riassumere la situazione finale pensando che  essa somigliara' a quella dei voti  in queste materie.

Di per se' e' un fallimento dei governi. Essi avrebbero dovuto riformare la scuola per adattarla al nuovo mondo, sin dai tempi in cui il progresso si chiamava ancora "elettronica" e non era ancora arrivata l'"informatica".

Il fallimento nella distribuzione dei redditi sta venendo modellato dal DIVARIO tra il background logico scientifico richiesto dal nuovo mondo, e quello prodotto dalla scuola. Il divario tra i redditi corrisponde quasi esattamente ad un divario di istruzione.
il guaio di questa affermazione e' che immediatamente arrivano gli statistici , prendono i numeri di diplomati e laureati, distinguono al massimo tra lauree umanistiche e no, e a quel punto mi dicono "ehi, ma ho dei numeri che".

Si, hai dei numeri che: ma aver fatto tutto il liceo scientifico a furia di voti alti in storia, filosofia e latino , per compensare le insufficienze in matematica, fisica, biologia non fa del diploma un indice affidabile. Certo il minimo di matematica di un fisico e' superiore rispetto al minimo di matematica di un laureato in lettere, ma da qui a potervi fare un modello ce ne passa, se il laureato in lettere ha studiato come fare le cose che fa col computer, mentre il fisico e' fermo a FORTRAN77 e considera innovativo, quasi audace, FORTRAN90.

Affermare che l' IT tolga posti perche' automatizza e' come affermare che l'industria abbia tolto posti perche' automatizzava il lavoro degli artigiani. E' una cazzata pura. Il problema dell' IT e' che appiattisce la curva dei redditi sulla curva di distribuzione di alcune conoscenze MOLTO specifiche.

Come se non bastasse, il mondo IT evolve molto rapidamente. Il che significa che il ritardo nell'aggiornamento pesa di piu'. Se prendiamo un torneria che compra un torno, la macchina ha un ROI di 5-6 anni, ed un service lifetime di qualcosa come 15-20 anni. Se anche non lo aggiorna ogni 5, 10 anni, e' solo una torneria "normale", non allo stato dell'arte, ma niente di piu'. Cosi' una torneria con pochi soldi per gli investimenti puo' sopravvivere facilmente.

Se passiamo al mondo dell'informatica, un ritardo di 3 anni e' un ritardo enorme. Con tre anni e mezzo di ROI medio e un service lifetime che arriva - stiracchiato- ai 5 anni , un ritardo analogo si trasforma in una espulsione dal mercato. Solo le aziende che hanno soldi da investire, ovvero le aziende che guadagnano bene  e risparmiano bene, possono pensare di sopravvivere: un'azienda che non aggiorni almeno una parte vitale del proprio IT ogni 3 anni verra' espulsa dal mercato.

Il punto, quindi, non e' nel fatto che l' IT cancelli posti di lavoro. Il punto e' che come ogni rivoluzione, richiede un nuovo modello di scolarizzazione, una nuova scelta delle priorita', e lo stesso succede alle aziende.

La differenza rispetto alle altre rivoluzioni e' che si tratta di un mondo ESTREMAMENTE efficiente nello svolgere questo compito. I ritardi nell'innovazione si pagano MOLTISSIMO, e gli errori di formazione sono mortali.

L'ultima differenza col mondo di oggi e' che manca la frontiera. Nelle scorse rivoluzioni industriali, scappavano verso le americhe o in australia tutti coloro che non riuscivano a vivere nel nuovo mondo: gli Amish sono un classico esempio di una popolazione che rifiutando la novita' ha dovuto scappare altrove.

Non cercavano , andando negli USA, alcuna liberta': la loro religione non ne consente alcuna. Cercavano semmai una liberta' particolare, ovvero quella di vivere in un mondo ormai morto. Per moltissimo tempo le ex colonie hanno assorbito, sotto forma di emigrati, tutti coloro che erano espulsi dal nuovo mondo insutriale europeo, quando si industrializzarono le colonie, queste masse fuggirono verso il far west prima, verso le zone agricole dopo. 

Tutto per salvare la propria obsolescenza.

Ma oggi per chi non riesce ad accettare il nuovo mondo non c'e' un posto ove emigrare. Non ci sono le lande desolate dello UTAH ad accogliere gli Amish dell' IT. Non ci sono i campi della bible belt per accogliere chi non riesce a vivere con la nuova industria. Chi non riesce a vivere nelle nuove citta' piene di rete non potra' semplicemente fuggire per andare in qualche sudamerica senza wifi.

Se oggi si aprissero le gare per colonizzare Marte, e i coloni fossero qualcosa come i contadini che andavano negli USA a cercare un pezzo di terra, probabilmente fuggirebbero dalla terra tutti coloro che oggi odiano l' IT. I nuovi amish arriverebbero su Marte dicendo "qui il Wifi non arrivera' MAI! Qui non ci saranno computes!", il che era un pochino quel che fecero gli Amish in USA:

Il guaio e' che Marte e' troppo lontana. 
E i nostri Amish non hanno un posto ove migrare.

E la rivoluzione industriale e' appena iniziata.


Uriel

(1) Mi chiedo come mai, nonostante l'evidenza arrivi sino al nome "centro", non si capisca che i centri commerciali non stanno facendo altro che moltiplicare i "centri", visto che i centri cittadini sono in mano ai pochi che possono permettersi di essere li', e lo sono da generazioni, allora le citta' si stanno dotando di altri "centri", deputati al commercio, quanto i "centri" tradizionali. L'assurda politica dei comuni, proni alle lobbies locali dei nagozianti, di proteggere i centri cittadini, ha semplicemente creato altri "centri" non cittadini, ovvero i centri commerciali.

Ukraina di qui, Ukraina di la'.

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E' di oggi la notizia che i servizi segreti russi abbiano craccato i codici usati dalle ambasciate americane, e pubblicato una telefonata tra una funzionaria americana ed un diplomatico sul caso ukraino: http://www.repubblica.it/esteri/2014/02/06/news/victoria_nuland_unione_europea_russia_caso-77899831/?ref=HREC1-16  poiche' le telefonate tra governo e sedi diplomatiche sono criptate, e' chiaro che i russi sanno rompere i codici di NSA (o forse ne conoscono le backdoor). Ma sul caso ukraino ci sono un paio di cose da dire, che nessuno ha ancora detto.



Si dice, per esempio, che in Ukraina ci sia una contesa tra la volonta' di entrare nella UE , che viene sostenuta dagli ukraini, e la volonta' di rimanere alleati russi, cosa che viene sostenuta dal governo di Mosca e dalla maggioranza russofona. Almeno, questo e' quello che raccontano i giornali in occidente.

Il guaio e' che e' assolutamente vera meta' della storia: e' assolutamente vero che la parte ukraina della popolazione voglia avvicinarsi alla UE. Quello che invece viene ipocritamente tenuto fuori dai giornali e' il vero motivo della resistenza russa.

I giornali occidentali, tranne qualcuno che inizia a mangiare la foglia, stanno iniziando a dire la verita', e cioe' che Mosca si oppone si' all'avvicinamento ad occidente, ma che la UE non c'entri proprio nulla. A Mosca non frega niente che l' Ukraina entri o meno nella UE. Mosca ha gia' avuto accordi quando i paesi baltici sono entrati nella UE, e commercia ancora con loro, sfruttando il corridoio a disposizione. 

Anche con la Finlandia i russi commerciano, e a dire il vero la Russia con la UE commercia un bel pochino. Se anche il problema fossero le basi marittime sul mar nero, e la controparte fosse la UE, i russi potrebbero anche trattare qualcosa di simile a quello che si e' trattato nel Baltico. 

In verita', quando si e' trattato di gestire l'ingresso di paesi dell'area russa in UE, e si e' trattato solo di questo, i russi si sono presentati a trattare, e hanno quasi sempre ottenuto degli ottimi compromessi. Appunto, la storia delle enclavi baltiche fa scuola.

Qual'e' allora il problema nella questione Ukraina? Il problema si chiama NATO. Il punto non e' che Putin non vuole che l' Ukraina inizi il processo di associazione con la UE. Anche se iniziasse ora, c'e' tempo per ottenere tutto quello che vuole sul piano strategico. Anche una enclave russa, volendo, con dentro le basi navali.  O diritti di passaggio su Don e Volga: tutte cose che si possono serenamente trattare, e che aumenterebbero il commercio.

Potrebbe trattare un impegno al bilinguismo, per la rappresenzanza della popolazione russa alle elezioni per il parlamento europeo (dopo tutto, una Ukraina europea manderebbe i propri rappresentanti) e avere una bella minoranza russa agguerrita dentro al parlamento europeo sarebbe un atto di penetrazione e di influenza mica da poco. Nessuno e' fesso, e Putin sa benissimo che se l' Ukraina entrasse al parlamento europeo coi suoi, diciamo 50 deputati, almeno 30 sarebbero filorussi. Quanti deputati della UE ci sono alla DUMA?

Ma Putin sa che dietro a questo avvicinamento all'occidente c'e' la NATO. Cosi' come nelle repubbliche caucasiche, come la Georgia, quelli che vogliono allungare le mani sono gli americani.

Ed il messaggio che hanno mandato mettendo online questo messaggio e' molto chiaro:

  • Gli americani hanno intenzioni MOLTO diverse rispetto agli europei. 
  • Gli americani hanno obiettivi che Bruxelles non condivide.
  • Gli americani stanno manovrando la situazione a svantaggio sia dei russi che degli europei.


E' chiaro che se possono spiare gli americani, i russi possano spiare anche le comunicazioni di altri ambasciatori. Tuttavia, il colpo basso arriva contro gli USA. Segno che i russi non sono irritati dagli europei, ma dagli americani.

Ora, adesso e' difficilissimo nascondere questo fatto. E' sotto gli occhi di tutti che gli USA vogliano imporre una situazione che gli europei non vogliono: e che ci sia tensione lo mostra il fatto che la Ashton, ovvero la quinta colonna inglese nell' UE, ha dichiarato che per lei il problema non esista e che non commentera' affatto la cosa. Solo che il problema esiste eccome:


Qual'e' la differenza tra i due atteggiamenti?

E' la solita incompetenza americana in materia di politica estera.

La UE , pragmaticamente, crede che gli ukraini russofoni non scompariranno solo se cambia il governo. E una purga che li espella dalle istituzioni locali  per impedirne il ritorno e' inaccettabile. Quindi, sa che se vuole un accordo per estendersi in quella direzione, occorre mettere attorno ad un tavolo tre entita':

  • La UE, che ha esperienza di trattativa coi russi riguardo a questioni di zone di influenza.
  • Il governo russo, che ha interesse sia in una Ukraina vicina alla UE che in una Ukraina vicina alla Russia
  • Un legittimo governo ukraino, riconosciuto serenamente da ogni fazione interna, in una situazione di pace interna.


Al contrario, gli USA la vedono cosi':

  • In Ukraina il governo viene ribaltato da una rivolta popolare. Il governo USA non sa quanti russofoni ci siano nelle istituzioni  ukraine, non e' interessato alla composizione etnica degli stati, interessano solo i rapporti di forza, chi vince e chi perde. Si illudono che cancellando il governo filorusso sparisca quasi per incanto la popolazione russofona.
  • Ribaltato il governo, si fa il cazzo che ci pare in culo a Putin. Che e' dietro l'angolo, puo' occupare  militarmente l' Ukraina senza che gli USA possano muovere un solo dito, ma quando uno e' abituato a ragionare credendo di poter bombardare chiunque, Assad si dimentica in fretta.
  • Ovviamente, il fatto che Danubio , attraverso il canale Reno-Meno-Danubio porti l'ukraina a collegare nord e sud non dovra' interessare gli europei, e tantomeno ai russi interessera' continuare a commerciare navigando lungo Don e Volga.

E' l'ennesima prova di incompetenza della politica estera americana, che pensa di ridurre ogni differenza ad uno scontro ove uno solo prevale, senza tenere conto della composizione etnica, della storia, delle condizioni di contorno. Come hanno fatto con le crisi egiziane, libiche, siriane, tunisine, gli americani si limitano a pensare a ogni rivoluzione come ad una rivoluzione americana, che tutti si ribellano senza distinzione di etnia , di lingua e di storia, buttano giu' il governo e zac, il sole dell'avvenire.

A cosa puntano gli USA in Ukraina? Semplice.

Sanno bene che se UE e Mosca si mettono attorno ad un tavolo, una soluzione per "dividersi" l' Ukraina la troveranno. Ma questo, ovviamente, escludera' la NATO e manterra' il diritto dei russi ad avere basi navali in Ukraina.  Gli ukraini saranno felici di essere dentro la UE perche' si sentiranno protetti , i russi si sentiranno protetti dalla presenza delle basi russe, i russi perderanno controllo nel governo ukraino, ma eleggeranno membri dentro all' europarlamento.

Un accordo simile non piace agli USA, che vogliono un sostituto NATO alla Turchia. I Turchi hanno comprato diversi sistemi di arma missilistici dai cinesi, ed e' chiaro lo scollamento tra il governo turco e la NATO. Agli americani piacerebbe avere un' Ukraina nella Nato.

Quindi, spingono per un ribaltamento brutale del governo ucraino, sperando che questo cancelli magicamente l'etnia russa, che cancelli la presenia di russi dentro le istituzioni ukraine, dentro le forze armate. Insomma, fatta la rivoluzione i russi si vaporizzano.  Non vogliono neanche l' Ukraina dentro la UE, dal momento che se si sentissero troppo protetti da un accordo UE-Russia, probabilmente gli Ukraini non sentirebbero il bisogno della NATO.

In questo mare di incompetenza americana spicca sopra tutti il servilismo della stampa occidentale,  e in particolar modo italiana, che nel descrivere la  crisi in Ukraina non ha fatto mai, neanche una volta, il nome "NATO".

E nemmeno ora, quando e' chiaro dalle intercettazioni  che gli americani stanno giocando sporco CONTRO sia la UE che la Russia, e nemmeno ora che emerge che UE e USA non vogliono la stessa soluzione, nemmeno ora ci sara' un giornale che dice la verita': quella che Putin non vuole non e' l' ukraina nella UE. 

Quella contro cui Putin lotta e' l' Ukraina nella NATO.

Gli ospiti indesiderati sono sempre gli stessi.

Uriel


Karlsruhe di sopra.

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La storia della decisione della corte costituzionale tedesca sta venendo venduta ai mercati e alle persone con una tale sfacciataggine, che inizialmente mi sono chiesto perche'. Voglio dire, e' normale che in Germania esistano partiti pro e partiti contro, quindi non trovo nulla di strano che alcuni giornali tedeschi (la conservatrice Faz e' contro, per dire) molto su un aspetto o sull'altro. L'atteggiamento antiprofessionale e' quello dei giornalisti italiani. Non spiegano come mai la BCE non accolga con altrettanto entusiasmo la notizia: e la ragione e' che forse le cose non stanno esattamente come raccontano i giornali italici.



Allora, proviamo a fare chiarezza al posto dei giornalisti ciarlatani, e vediamo cosa sia successo:


  • La corte costituzionale tedesca ha deciso (si, una decisione l'ha presa, eccome!) che l'acquisto di buoni di stato da parte della BCE sia, a tutti gli effetti, un finanziamento del debito pubblico. Questo si legge nero su bianco su diversi giornali. E' chiaro per il diritto tedesco, per il legislatore e per il governo che nel programma OTP la BCE abbia finanziato il debito pubblico di diversi paesi, acquistantone i titoli. 
  • In seconda istanza, siccome non si parla di operazioni del genere nello statuto della BCE, (ne' potendo dichiarare illegare qualcosa che non c'e'), ha chiesto ad una corte europea qualcosa come "finanziare debito pubblico e' nello statuto della BCE?".  Non era mai successo prima, ma non e' esattamente qualcosa per cui la BCE sta suonando campane a festa. Vediamo dopo il perche'.

I giornali italiani vi hanno riportato SOLO la seconda parte, per una ragione: siccome hanno inventato (per soddisfare i brividi di una famiglia di costruttori di automobili che ha ragione di odiare la germania) di una Germania ferocemente determinata ad impoverire tutti gli altri e colpevole di ogni disastro causato da politici inetti e cittadini ladri e disonesti, adesso si trovano di fronte ad una corte costituzionale che non agisce secondo il copione che LORO hanno inventato.

Immaginate di vedere una persona che cammina lungo un sentiero.Lo vedete a distanza e iniziate a dire ai vostri figli: ecco, vedete? Quello e' il ladro che ci ha rubato la cena. Se stasera non si mangia e' tutta colpa sua. Poi, mentre il viandante si avvicina, ma e' ancora lontano, dite "ecco, lo vedete? Quello  e' il ladro che ci ha rubato la colazione. Se domani nnon si fara' colazione, e' tutta colpa sua". Poi, mentre e' ancora una sagoma indistinta, ma e' piu' vicino, dite "eh, vedete, quello e' il ladro che ci ha rubato il pranzo. Se domani non si pranza, e' tutta colpa sua". 

Ad un certo punto, pero' il viandante e' sotto gli occhi di tutti, e tutti vedono che e' un povero cieco che cammina col bastone. E che di certo non puo' rubare. Allora, cosa fara' il cialtrone per non perdere credibilita' di fronte ai figli? Dira' cosi'"ecco, vedete? Quello ci ha rubato cena, colazione e pranzo, e adesso vedete la giustizia di Dio? Dio lo ha reso cieco!". 

Perche' dovete raccontare l'ultima , catastrofica palla ai vostri figli? Perche' avete inventato la storia del ladro per nascondere loro che VOI vi siete scrofanati colazione, cena e pranzo, e quando diventa chiaro che quello non e' il ladro, dovete inventare una palla ancora piu' grossa per giustificarvi.

Allora, gli stessi giornali che vi hanno venduto la Germania malvagia che manda la trojka e vi vuole affamare adesso scoprono che .... ooops, si stavano solo seguendo le regole e le leggi. Cosa impensabile in Italia, certo, dove la legge serve solo a incatenare gli avversari ed i concorrenti, e la si segue solo quando si pensa di non farla franca altrimenti. 

Invece, adesso i giornali scoprono che i governi ed i politici tedeschi stavano solo seguendo i trattati e facendo quello che i trattati e le leggi prescrivono, e dicono "la germania si sottomette". Certo, ed e' stato Dio a punire il cieco perche' ha rubato. In realta', per tutta la durata della crisi si sono fatti trattati, si sono seguite procedure scritte in precedenza e anche all'interno il governo tedesco ha agito secondo le proprie leggi.

La misura della grande notizia per i giornali e' solo la misura del loro imbarazzo, perche' non riescono a farstare insieme l'immagine che avevano dato in passato della Germania. 

Andiamo alla notizia.

Come ho detto, dal punto di vista della BCE sono due CATTIVE notizie, e questo spiega come mai non stiano battendo le campane a festa, come mai Draghi non sia facendo Pole Dance in piazza a Francoforte, e compagnia cantando.

I punti sono due.

La prima sconfitta della BCE e' che i programmi di acquisto del debito pubblico sono UFFICIALMENTE dei programmi di finanziamento del debito. Da ora in poi, per il legislatore e per il parlamento tedesco, cosi' come per il governo, i programmi in questione sono senza ombra di dubbio finanziamenti del debito pubblico straniero.

Il punto e' chiarissimo, nella misura in cui la corte di Karlsruhe chiede alla corte europea se programmi di finanziamento del debito pubblico siano nel mandato BCE. Del resto, se non fossero programmi di finanziamento del debito pubblico, non ci sarebbe la ragione del contendere.

A questo punto, la corte europea deve solo emettere una sentenza, motivandola. Dico "solo" perche' in realta' le cose non sono cosi' semplici. Il mandato della BCE non da' alla BCE alcun mandato di fare cose del genere, e anche le "misure straordinarie" sono , appunto  , straordinarie, cioe' fuori mandato.

LA corte europea dovra' a questo punto produrre una sentenza motivata in cui si dice "l'articolo X del mandato della BCE, comma Y, dice che il finanzamento del debito pubblico dei paesi membri e' ok".

Ora, sappiamo tutti cosa significhi questo: non esiste niente del genere nel mandato della BCE, ne' nel trattato che la istituisce. Certamente anche i giudici tedeschi sanno leggere i trattati, ma non volevano essere loro ad aprire il vaso di pandora.

Se loro avessero detto "e' finanziamento del debito pubblico e non c'e' dentro il mandato BCE", sarebbe stata "Germania contro BCE". Ci sarebbe stata la balcanizzazione , ovvero un solo paese che spacca tutto , mettendosi di fatto "contro". Tutti avrebbero gridato alla malvagia germania che distrugge la BCE, e blablabla.

Invece, i giudici hanno fatto quello che il governo tedesco chiedeva loro, ovvero rendere ufficiale che si tratti di finanziamento del debito pubblico. Poi hanno fatto quello che il governo tedesco chiedeva loro, ovvero di spostare su qualcun altro la patata bollente, in modo da poter agire in reazione.

La mossa e' molto piu' perniciosa, perche' ci sono diversi possibili sbocchi, e nessuno piace alla BCE:

  • La corte europea non ha pezze di appoggio per motivare il fatto che il mandato della BCE consenta il finanziamento del debito dei paesi membri. In quel caso, la sentenza dira' che non ci sono trattati che consentano di farlo,  Draghi fa le valigie da Francoforte, e i tedeschi pretendono un tedesco alla BCE.
  • La corte europea inventa qualcosa di davvero fantasioso per motivare la sentenza. Poiche' i tedeschi non amano la fantasia sui propri soldi, (la Germania e' il maggior contributore - 150 miliardi - della UE) , avranno agio di dire che sono stati imbrogliati. Questo darebbe alla Merkel l'occasione di diventare "euroscettica" e cavalcare l'onda alle prossime europee. Quanto euroscettica lo decideranno i suoi cittadini, che pero' non amano essere imbrogliati. Quello che in Italia e' il commerciante piu' onesto del paese, per l'opinione pubblica  e' un pendaglio da forca, per intenderci.

Ci sono anche ipotesi meno terribili, ma altrettanto vive:

  • La corte europea dice che il diritto non e' chiaro a riguardo. In tal caso, la palla passa al parlamento europeo, e alla commissione, che deve chiarire limiti e modalita' di esercizio. Mentre questo succede, la BCE non potra' fare operazioni del genere. Nella discussione sui limiti parteciperanno anche i tedeschi, ovviamente.
  • La corte europea riesce a dimostrare, in qualche modo che nessuno immagina, che e' lecito e previsto finanziare il debito pubblico dei paesi membri, e che e' assolutamente chiaro e lo e' sempre stato. Poiche' nessun paese "in difficolta'" ha chiesto ufficialmente aiuto,(0) dovrano dire che la BCE possa farlo e basta: quale stato giuridico preciso e'"in difficolta'"?. In tal caso, i tedeschi calcolano il rapporto tra cifre acquistate e PIL dei paesi aiutati e  si presentano alla BCE pretendendo che acquisti la stessa cifra in bund, in proporzione al PIL.  E Draghi sgancia ~170 miliardi alla Buba. In regalo, perche' lo spread tra bund e bund e' ovviamente nullo.

La mia personale opinione e' che  la Merkel miri all'ultima opzione(1), mentre la Buba miri alla prima. La seconda opzione per la Merkel e' un piano B, mentre per la Buba il piano B sta nella terza opzione: il parlamento europeo e la commissione sono molto lente a decidere e paralizzare la BCE per tanto tempo sarebbe un bel colpo. 

Perche' qui viene l'ultimo punto che forse non si e' capito: il debito e' ancora li', mentre le borse di New York e Londra si arricchiscono di liquidi. Significa che migliaia e migliaia di gangster hanno voglia di comprarsi un'atollo del Pacifico e vogliono farlo sulla pelle di qualcuno, perche' come tutti i malvagi godono nel fare il male.

Non illudetevi: le cause della crisi sono tutte ancora li'. La crisi tornera'. 

Il problema e' che la prossima volta trovera' procedure rigide, il diritto comunitario sara' chiaro , non ci sara' piu' quella klappstuhl della Ashton alle relazioni estere, e sara' chiaro come reagire.

La scorsa volta hanno perso perche' la BCE si e' inventata una serie di cose e perche' si sono fatti 4 grandi regolamenti sulle borse in pochi anni, piu' di quanto Obama abbia mai sognato in 8. Ma alla prossima volta, saranno noti i limiti della BCE, e potranno fare risk assessment prima di attaccare.

Ma onestamente, questa e' una storia molto diversa da quella che viene raccontata: aspetto di vedere la BCE che festeggia per la "sottomissione" della Germania.... ma ho paura che lo Champagne dovro' comprarlo da solo.


Non c'entra con KarlsRuhe, ma l'ho vista oggi passeggiando e mi piace un sacco.

Non c'entra niente, ma i Nehandertal vivevano qui.

E anche qui. Ma il post sui Nehandertal lo pospongo a domani.




Uriel

(0) Non esiste alcuna procedura con cui un paese chiede alla BCE di comprare il suo debito pubblico, essendo una cosa non prevista da alcuno statuto.

(1) Non e' affatto buona per voi. Nel senso che se tutti i paesi della zona euro si presentano a farsi comprare il debito nella stessa proporzione, ci sara' una vampata di inflazione. Il problema e' che essa si concentrerebbe - come capita quasi sempre - prima nelle periferie, ove i redditi sono bloccati dalla crisi e le famiglie sono gia' in sofferenza.



Dialettica e propaganda.

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C'era un post che volevo fare ieri, perche' mi ero messo a passeggiare per le colline circostanti a Neandertal, e camminando si pensa. E cosi' , tra una collina ed un'altra , ho iniziato a riflettere su questa cosa di Neandertal. Innanzizutto, la valle si chiama Neandertal, senza nessuna , ma proprio nessuna h. ( http://de.wikipedia.org/wiki/Neandertal ). La "h" fu aggiunta , sembra, da chi voleva "latinizzare" il nome degli ominidi: i siti archeologici prendono una "h" e si chiamano Neanderthal.

Lo scrivo perche' ieri, tra un cartello stradale "Neandertal" e l'altro, per poi passare ai cartelli nei boschi che hanno la "h" ,  ho cominciato a chiedermi dove diavolo mettere le h, visto che non ci sono nel nome originale.  Ecco, adesso lo so io e lo sapete voi. Se indicate la vallata dove c'e' Winklermühle allora e' senza H, mentre se indicate i siti archeologici mettete la h in "thal", in modo che la valle (tal in tedesco) diventi un "thal", qualsiasi cosa sia. Inizialmente , sapendo che "tal" significa valle, ero restio a metterci la h , e la mettevo all'inizio,

Ma non e' questo il punto. C'entra con l'uomo di Neanderthal, ma parla di altro.

Mia madre, che era emigrata da un bel pochino di distanza verso la bassa ferrarese, i primi tempi ebbe dei problemi linguistici. Da questi problemi nacque una certa idiosincrasia rispetto al legame tra lingua ed integrazione. Da cui, non mi permise mai di dire una sola parola in dialetto ferrarese. (che imparai nella versione stretta(1)  quando all'universita' frequentavo solo casa di mia nonna). Il motivo per il quale insisteva che imparassi l'italiano era, a suo dire, che "non serve a niente aver ragione, se non puoi difendere le tue ragioni".

Sono cresciuto avendo chiara una cosa molto semplice: qualsiasi dialettica deriva da un dibattito, e solo la dialettica che domina il dibattito produce effetti reali. Il dibattito, tuttavia, non e' quello televisivo. E' quello reale, effettivo, quello che fanno i vicini, il vostro capo, i vostri amici. Perche' questo ha impatto su di voi. Dominare il dibattito in TV puo' sembrare vantaggioso, ma se appena spegnete la TV e aprite bocca arriva qualcuno e vi fa fare delle figure da polli, la TV e' inefficace.

Come capita ai giornali di oggi, o alla TV di oggi: puoi difendere tizio e caio quanto vuoi, ma appena esci dalla TV, e parli con altre persone, nel dibattito sociale, nel dibattito reale, quello che forma le opinioni dominanti , con quel che si dice in TV fate una figura da gonzi. Certo, in TV la Boldrini si difende dall'accusa di scarrozzare il fidanzato qui e la' a spese dell'erario dicendo che "ce l'avete con lei perche' e' donna". Provate a sostenere una simile posizione fuori dalla TV, e vedete cosa vi succede: come minimo ci fate la figura dei gonzi. Morale: se non si dispone di una dialettica efficare, dominare i media non serve a nulla. M5S , che dice cio' che non si puo' dire sui media, e' un esempio: sui media grillo e' perdente, ma nel dibattito di strada e' assolutamente vincente: "questa classe politica ha affossato l'italia" e' attaccabile quanto un tirannosauro.(2) "Stiamo di merda quanto prima se non di piu'" e' anche questa molto difficile da attaccare.

La morale di questo discorso e' che se volete combattere contro , che so io, un pregiudizio, dovete avere degli argomenti che reggano nel dibattito tra "uomini qualsiasi". Quando parlo di "armi e munizioni contro il pensiero mainstream" mi riferisco proprio ad avere degli argomenti con cui combattere in strada. Una frase, un punto di vista, qualcosa per il quale chi sa solo quel che sente in TV non abbia argomenti per replicare.

Torniamo a Neandertal. In passato, dopo la seconda guerra mondiale, si cerco' di costruire un insieme di dialettiche che consentissero all'uomo della strada di combattere le ideologie basate sull'idea di razza, e si cerco' di fare in modo che chiunque potesse rispondere, venendo in contatto coi propagandisti razzisti, "ma non lo sai che XYZ?". Questo faceva si' che il razzista venisse zittito sempre, e quindi fece scomparire molte delle teorie della razza dal dibattito moderno.

Ma si fece un errore. Un errore grave, che ho realizzato ieri, leggendo il "giornale di Neanderthal" una specie di pubblicazione che appendono fuori dal museo di Neanderthal, con tutte le novita' scientifiche che riguardano l'argomento. Insomma, una rassegna stampa sull'uomo di Neanderthal.

Che cosa sta succedendo? Sta succedendo che i primi studiosi a prendere in mano la questione delle origini remote dell'uomo erano umanisti. E gli umanisti hanno un piccolo problemino: sebbene sappiano costruire e raccontare storie avvincenti, raccontano storie deboli. Raccontano storie deboli perche' credono che nessuna scienza possa davvero contestarli , e quindi non si fanno scrupoli nel raccontare, raccontare, raccontare.

Non so se avete presente quegli archeologi che trovano un dente e un frammento di costola, e vi dicono "qui viveva una famiglia, due milioni di anni fa. Lui era interista, lei era un po' stronza, avevano trefigli, due erano un pochino scavezzacollo, e la maggiore un pochino mignotta. Votavano a sinistra".  Sulle prime uno ci crede, ma poi nota che quando la polizia scientifica arriva dopo DUE ORE da un omicidio, ha la scena del reato fresca, completa di testimoni e reperti , spesso fatica a ricostruire l'accaduto. E allora inizia a dubitare.

In particolare, questi umanisti presi da grandissima buona volonta' si misero a raccontare delle palle. Convinti che non sarebbero mai stati contestari, ed animati da intenzioni tutto sommato giuste (combattere le teorie della razza) , si misero a raccontare storielle che non avevano fondamento alcuno. Pur di contraddire i teorici della razza, intento tutto sommato nobile, posero le basi per il disastro che sta per avvenire.

Innanzitutto, raccontarono una stavagante storia di diete , pesce e  carne, secondo cui un negro che arrivi dall' Africa e colonizzi l'europa diventerebbe bianco perche' cambia dieta. Come se in Africa e in India mancassero zone dove la gente ha la pelle nera , ma fa freddo e si mangia pesce. O carne. O sarcazzo cosa: l'europa non e' cosi' unica da avere condizioni irripetibili, e non si capisce come mai in Africa tutte le pelli siano scure, nonostante il continente offra un bel coacervo di climi ed alimentazioni.

Ma tant'e': per zittire i teorici della razza, si inventarono di sana pianta che i Neanderthal si fossero estinti SENZA accoppiarsi (poi rivelatosi falso) , che gli europei discendessero da purissimi africani emigrati (anche questo sembra falso) e che la pelle bianca e i capelli chiari fossero una semplice mutazione dei tratti africani, per cui non sarebbe esistito nessun tratto genetico primigenio, ovvero fondante della razza, a dividere bianchi e neri.

Il guaio e' che poi sono arrivati i genetisti, e le cose sono cambiate. Innanzitutto, gli uomini di neanderthal avevano la pelle chiara e spessa , i capelli rossi o biondi, gli occhi chiari, e i capelli piu' lisci degli africani. E non solo si sono accoppiati , ma hanno lasciato anche un 3% del loro DNA negli europei. La parte che ci da' la pelle chiara, gli occhi chiari, i capelli piu' lisci e chiari rispetto agli africani. Comprese alcune malattie , come il Lupus, per via della pelle piu' spessa.

Ora, e' un bel colpo per la scienza, ma il dramma e' diverso: nella discussione di strada, oggi i teorici della razza possono dire, e possono dirlo citando dei fatti scientifici, che gli europei abbiano tratti genetici diversi, assenti negli africani. E possono dire, allo stesso modo, che questa differenza si origini alle origini stesse dell'europa, ovvero che non venga da fuori.

Questo ovviamente non dara' ragione ai razzisti, ma consente loro di vincere i dibattiti. E' assai facile adesso, per loro, zittire le controparti. Possiamo discutere di quanto poco sia quel 3% del genoma, ma quando uno scimpanze' differisce da noi di ancora meno, anche questa strada e' sbarrata. In questo momento, molto semplicemente, se l'obiettivo e' vincere il dibattito in "main street", i razzisti hanno argomenti scientifici migliori.

Una delle regole della dialettica da strada dice che se avete torto su una cosa sarete meno credibili su tutto, ma il guaio e' che il disastro continua.

Negli anni '70, negli USA infuriava un dibattito sui negri all'universita'. CI fu addirittura un presunto studio scientifico che diceva che i negri fossero meno intelligenti dei bianchi, o meno adatti alla scuola. Nell'infuriare della polemica, gli stessi umanisti decisero di fare una specie di pompino paleontologico progressista, dicendo che l'europa fosse stata popolata da africani emigrati. Si inventarono una storia secondo coi gli africani avrebbero popolato l'europa , spazzando via i neanderthal, che a detta loro sarebbero stati "culturalmente inferiori" perche' avevano tecnologie peggiori.

Insomma, vedete come erano intelligenti gli africani?

Anche questa storia era senza fondamento alcuno. La "migrazione" fu ricostruita praticamente senza scheletri, solo notanto la diffusione di strumenti "africani" dentro l' Europa, senza curarsi del fatto che il clima stesse cambiando , che quindi cambiassero gli animali da cacciare, i tipi di legna a disposizione e che le zone ove trovare selce si stessero scongelando , insomma, alla fine era tutta fuffa. Tracciando i DNA si vide poi che semmai questa "migrazione" era arrivata dall' asia.

Poi ci furono molti ritrovamenti di capanne di neanderthalensis, un pochino in tutta europa,  e si vide che non erano cosi'"arretrati". E a finire, il problema veniva proprio dalle grotte di Neanderthal: come fai a chiamare "arretrata" una tribu' che inventa' l'arte pittorica?

Adesso stanno arrivando sempre piu' evidenze che non solo in Europa, ma anche in Asia esistessero diversi tipi di ominidi NON derivanti dagli africani, e che le migrazioni dall' Asia era piu' frequenti, e che insomma, tutta la storia dei padri africani dell'umanita' non aveva alcun senso. Peraltro, pochi giorni fa sono siate trovate delle orme in Inghilterra, che testimoniano la presenza umana 750.000 anni fa in europa. Difficile continuare con la stronzata degli africani che colonizzano un mondo vuoto o popolato di "razze inferiori".

Anche la storia della superiorita' militare degli emigrati africani sui neanderthal ha iniziato ad incrinarsi quasi subito. Lo scheletro dei neanderthal ha le ossa curve per ottenere piu' leva ai muscoli. Forse non e' chiaro a tutti l'effetto di una leva, ma un uomo di neanderthal poteva sfondarvi il torace con un pugno. Intendo "sbriciolare le costole". E poteva anche sfondarvi il cranio , con un pugno. Sfondarvi, intendo "tiro un pugno tra gli occhi e vedo il tuo cervello cadere a terra".

Ora, diventa sempre piu' difficile raccontare che un africano cosi' debole (come siamo noi) potesse abbattere quella specie di tarchiato culturista , solo perche' la sua lancia in selce era 3 centimetri piu' lunga. A meno che non facessero strategie di guerra, affermazione senza prove, il confronto era una specie di rissa , una serie di corpo a corpo, nel quale un uomo di neanderthal poteva strozzare un sapiens con un braccio solo, sfondargli il cranio con un solo pugno, sfondargli le costole sempre a pugni. Oh, si, aveva una lancia 3 centimetri piu' lunga. Il defunto.

La stessa migrazione fu ricostruita in maniera assurda. Si decise che siccome i monili africani si diffondevano in Europa, non potesse essere concluso che il clima europeo stesse cambiando e richiedesse tecniche simili. No, doveva essere una migrazione. Insomma, siccome ci sono iPhone ovunque, veniamo tutti da Cupertino. La quantita' di reperti, poi, sul piano statistico non bastava a dire nulla. Anche il discorso del soppiantamento, non era necessariamente una questione di superiorita'.

Insomma, gli stranieri arrivano qui, li ammazziamo e ci accoppiamo con le loro donne. Mentre (per motivi misteriosi) , pur di accontentare i progressisti nel dibattito americano Pro Luther King, si era detto che fosse stato il contrario: gli africani arrivano qui, uccidono i maschi e si accoppiano con le donne locali.

Una volta stabilito che si accoppiarono, cioe', il problema e'"chi con chi"? Abbiamo l'esame del dna mitocondriale e quello del dna nucleare. Allora, oggi abbiamo DNA nucleare di neanderthal, e dna mitocondriale africano. Si direbbe che siano stati gli uomini di neanderthal ad accoppiarsi con donne africane, e non viceversa. O gli uomini arrivati dall'africa erano scambisti, oppure le cose non sono andate proprio come si dice sinora.

Morale: il castello di carte crolla. Il che non sarebbe nulla di male, perche' la scienza e' piena di nuove scoperte. Il guaio non sta nel mondo accademico, che ha digerito e puo' digerire cambiamenti di paradigma del genere. Il problema sta nel dibattito di strada, il dibattito dell'uomo comune.

Nessuna delle argomentazioni prodotte per contrastare i razzisti e' integra. NEssuna e' piu' efficace. Nessuna funziona piu'. E' possibile, assolutamente possibile, che continuando a ricostruire i tasselli della specie umana salti fuori quel che molti sospettano sempre di piu' e sempre piu' spesso.

Prendete i grandi felini. Un tempo erano diffusi praticamente in tutto il pianeta. Ovviamente, una tigre asiatica bianca e' diversa da una africana,e  probabilmente la tigre europea era a sua volta diversa. Esistevano pantere di tante dimensioni, i leoni avevano la criniera oppure no, a seconda che vivessero in montagna o no. Insomma, se prendiamo i felini , che erano diffusi ovunque, e li osserviamo, scopriamo che di differenze tra zona e zona ce n'erano.

Allo stesso modo, se consideriamo che la specie umanai sia diffusa su tutto il pianeta, non e' impossibile pensare che salteranno fuori degli homo asiaticus, degli homo siberianis, degli homo sinensis, degli homo indianis, e che magari nessuno debba , almeno in epoche antiche, la propria esistenza a nessun altro.

E' possibile, cioe' , che tra poco qualcuno arrivi con una prova fumante e dica "signori, le razze esistono".  Sempre nuovi ritrovamenti di scheletri , in giro per il mondo, stanno costruendo un bel mosaico di "progenitori". Quanto reggera' ancora il castello "discendiamo tutti da antenati africani" e' difficile dirlo.

Ora, il punto e' semplice: presto , molto presto, i razzisti avranno piu' argomenti degli altri. Vinceranno ogni dibattito. Ma non in TV: per strada. Dove c'e' l'uomo che VOTA.

I vecchi argomenti degli antirazzisti sono morti, o pressoche' inutilizzabili, e questo significa che presto, nel dibattito pubblico,  saranno gli antirazzisti a sembrare stupidi e i razzisti a sembrare intelligenti, invertendo il trend degli ultimi decenni.

Per ora, gli umanisti che studiano la storia umana si limitano a reagire con la propaganda. Lo dico perche' e' propaganda quando si prende qualcuno e lo si dipinge grottescamente, per poi prendere qualcun altro e metterlo in risalto, e' propaganda. Lo faceva Der Stürmer.

Quando vedo le ricostruzioni degli uomini di neanderthal vicino a quelle dei presunti colonizzatori, mi viene da ridere. Sappiamo che i neanderthal avessero una massa muscolare grossa, ed una leva migliore sulle ossa. Non avrebbero fatto tutta questa fatica a camminare dritti, anziche' curvi. Sappiamo che avevano pelle piu' spessa e pannicolo per difendersi dal freddo. Quindi , mangiavano abbastanza bene e tanto flaccidi non erano. Sul viso sappiamo che avevano meno mento (o nessun mento)  e un naso meno lungo, che avevano occhi piu' chiari e capelli piu' chiari. Niente di questo fa sospettare il mostro che si mette vicino - oh, per comparazione, alle raffigurazioni del presunto uomo venuto dall'africa, che e' sempre raffigurato eretto, e ha sempre lineamenti che definirei ellenici.

Ora, tutto questo castello di carte e' crollato.

Il vero problema e': ma se anche ci fossero razze diverse, sarebbe poi un dramma? Ok, i felini hanno non so quanti tipi di pantera , che vanno dalla tigre al ghepardo. Che cosa sarebbe di cosi' stravagante se , come sembra emergera' coi progressi della genomica, si scoprisse lo stesso per la specie umana?

Essere di razza diversa e' un motivo per ammazzarsi, o farsi del male?

Questi sono i punti difficili che lo stratagemma del pompino accademico non ha voluto affrontare. Dopo la seconda guerra mondiale, con la fine dei regimi razziali europei, era assolutamente indispensabile mettere a tacere, ed in fretta, i razzisti. Quando caddero i regimi razziali coloniali e post coloniali in USA e UK, sino finalmente al sudafrica, tutto fu risolto semplicemente negando che ci fossero reali, significative differenze.

MA nessuno prese la briga di esaminare il VERO problema: "embeh?".

No, non sto scherzando. Il problema era proprio quello.


 Ammettiamo pure per assurdo (e per amore di speculazione) che fosse vero (ma la statistica era fatta coi piedi) che i negri non siano adatti all'universita', come si affermo' in USA negli anni '60. Ok, e allora? Intendete ammazzare tutti quelli che non sono adatti all'universita'? Immaginiamo pure per assurdo che i negri siano piu' stupidi. Ok. Intendete ammazzare, o schiavizzare, tutti gli stupidi del mondo?

Uhm. Programma ambizioso, direi.

Qualsiasi cosa attribuiate alla "razza", il vero problema e' che quella misura si applica su chiunque. Volete davvero dire che la razza X sia meno adatta al "pensiero astratto" e trasformarli per questo in schiavi? Beh, mi raccontate del VOSTRO pensiero astratto? Non e' che in giro pulluli di Platone ed Ipazia, eh. In un regime del genere, dovreste stare MOLTO attenti a non finire dalla parte sbagliata dell'asticella.

Volete dire che nella razza X siano tutti piu' stupidi, e per questo togliere il diritto di voto? Uhm. Togliere il diritto di voto agli idioti in effetti e' una proposta affascinante, ma organizzare delle elezioni per dieci persone mi sembra esagerato, conviene chiamarli a casa. Volete impedire l'ingresso all'universita' agli imbecilli? Ok. Guardate i vostri figli. Osservate i video che guardano in TV, i pantaloni che cascano lasciando le mutande fuori, le sopracciglia scolpite ad ala di gabbiano. Ok, sembrano di una razza diversa, eh?

Insomma, gli umanisti nel dopoguerra europeo, che dovevano combattere le ideologie razziali, insieme a quelli degli anni '60 negli USA, che dovevano porre termine ai regimi di segregazione americani, avevano intenti tutto sommato nobili, ma non affrontarono MAI il problema di "e va bene, esistono le razze, e allora?".

Essi si limitarono ad inventare migrazioni, a "dimostrare" che tutti vengono dall'africa, che non c'era motivo per credere nelle razze. Ma ora lo studio dei geni e i nuovi ritrovamenti mettono in dubbio tutto questo. E' possibile che esistano le razze.

Allora, il punto e' che sebbene per gli scienziati questo e' marginale, presto nel dibattito di strada gli antirazzisti non avranno piu' argomenti "scientifici". Saranno deboli ed usciranno sconfitti dalle discussioni della gente reale. Di quelli che votano.

E nessuno, pero', si sta dando fare per rispondere alla seguente domanda:

"Ok, le razze umane esistono. E allora?".

che e' il VERO argomento delle diatribe sulla razza, che nessuno ha toccato prima, e sul quale, forse, si decidera' l'equilibrio elettorale tra razzisti ed antirazzisti. Presto sara' possibile stabilire chi ha geni neanderthal e chi no, con un esame molto semplice. Sara' meglio che gli umanisti si affrettino a rispondere a questa domanda, perche' oggi c'e' una grossa carenza di armi e munizioni (dialettiche) dalla parte degli antirazzisti.

Almeno, specialmente per quelli che, come me, usavano argomenti scientifici per rispondere loro. Oggi come oggi gli argomenti scientifici sono "dalla loro parte". Quindi, rimangono quelli degli umanisti.

E il voto svizzero e' un esempio.Ok, lo ammetto. Maroni incazzato perche' gli svizzeri mettono le quote ai terroni della Lombardia e' impagabile. Per tutto il resto c'e' Mastercard. Ma adesso smettetela di sollazzarvi e pensate alle cose serie.

Oppure, assicuratevi di avere abbastanza geni di neanderthal addosso.



Uriel



(1) Stretta significa che, per fare un esempio, se per indicare gli zoccoli il ferrarese medio direbbe direbbe "zzokul", prendendo in prestito una parola italiana e localizzandola, io direi "kösp", che e' la forma arcaica per le calzature di legno dei contadini.

(2) Uhm. Diciamo quanto un tirannosauro se la gravita' e' di 0.5 g. Con 1g, si muove piu' lento di una tartaruga, e solo alzandosi in piedi produce un cambiamento di pressione dei liquidi sanguigni di 1.5 bar. Significa che se alza la testa dal suolo sino al massimo dell'altezza, per la decompressione il sangue gli ribolle per i gas. A meno che non ci metta qualcosa tipo 2/3 minuti, come fanno i sub per compensare la pressione, quella roba crepa di embolia appena cerca di muoversi, solo per le variazioni di pressione in gioco.


Ipnosi da bassa qualita'.

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Ieri ho partecipato ad una interessante discussione, riguardo alla cosiddetta "Denominazione di Origine Controllata". Che personalmente considero non solo fuffa allo stato puro, ma una Truffa bella e buona. Si tratta di un modo per distrarre il cliente dai veri parametri di qualita', dis-educandolo e portandolo a guardare cose del tutto irrilevanti, convinto che si tratti di parametri di qualita', quali non sono. Per esempio, quando dite che "sapete dove e' stata allevata una mucca" non sapete proprio NULLA di quel che mangiate, e neanche di se vi dicono COME e' stata allevata.




Tutto nasce dal pomodoro.

Sarete abituati a pensare al pomodoro come a qualcosa di "tipicamente" italiano, e a pensare che da alcune zone d'Italia arrivi il "vero" pomodoro.

C'e' un piccolo guaio.

Il pomodoro, infatti e' una pianta nativa del centroamerica. Fu scopera dai conquistatori spagnoli, che prima la portarono in tutte le colonie spagnole nei caraibi. POI si diffuse in tutta asia. Infine, arrivando a Napoli nel 1692 (prima ricetta nota contenente pomodoro) in Italia.

Che cosa significa questo? Significa che il VERO pomodoro e' quello americano. Il pomodoro italiano e' un falso, un'imitazione. Se esistesse una denominazione di area geografica controllata, vincerebbe quello messicano, per la semplice ragione che la vera, originale pianta viene da li'.

E siccome il pomodoro italiano e' MENO acido di quello americano, a quanto pare si tratta di un'imitazione venuta male. E ripeto, "male", perche' se il tuo prodotto NON e' originale, ed e' diverso dall'originale, allora e' una copia venuta male. End of story.

Adesso immagino che tutti gli italiani insorgeranno, ma non c'e' nulla di falso in quello che dico. Il pomodoro e' nativo del messico (vero) , aveva gia' 1000 anni di tradizione locale prima di essere importato dagli spagnoli, quindi non e' una tradizione italiana (vero, la sua domesticazione risale al 500 DC) , e' arrivato in Italia DOPO essere arrivato in asia (vero), e un prodotto che non e' identico all'originale e' una copia riuscita male. (vero)

Cosi' il punto ora si spostera', direte voi, sulla bonta', o sulle qualita' del pomodoro italiano.

Aha. Ed e' esattamente il punto chiave: questa cosa di sapere da DOVE viene il cibo e' una cosa che vi e' cara solo fino a quando credete nella leggenda che un dato cibo, fatto in un dato posto, sia salubre , per la semplice ragione di essere prodotto nel posto giusto, secondo la tradizione giusta.

Ma non appena il posto non ha piu' attrattiva - perche' l'italia NON e' il posto di origine del pomodoro come pianta , quindi e' l'equivalente della vigna californiana - allora si passa al contenuto. Il che e' una mossa razionale, anche se non e' razionale che sia il piano B.

Prendiamo l'esempio della mozzarella campana. Tutti hanno sempre considerato "campana" come l'attributo che "garantiva" la qualita'. Ma come ha mostrato la vicenda della "terra dei fuochi", questo non era vero. Stranamente, oggi qui in Germania siamo pieni di bufala campana.

Perche'? Perche' questi comprano la mozzarella, la mettono in un laboratorio, misurano il contenuto, e scoprono che DENTRO la mozzarella che vendono non ci sono sostanze tossiche. A fare gli esami sono DUE enti pubblici, il Gesundheitdienst locale e il http://www.bmg.bund.de Ministerium Gesundheitdienst su scala nazionale. Inoltre, le catene di distribuzione usano TÜV per i test.

Diciamo che e' abbastanza sicuro che la mozzarella venduta (in questi giorni a prezzacci eccezionali) nelle varie catene sia sana.

Ma vi faccio notare il problema, ovvero la FALSA informazione in entrambi i casi:

  • Quando NON si sapeva niente della storia dei rifiuti, vi bastava leggere "campana" e per voi significava "buona". Tuttavia, erano anni che in quella zona si depositavano rifiuti tossici. Nulla sappiamo di come sia stata la mozzarella in passato.
  • Adesso che sapete  della "terra dei fuochi" , diffidate della mozzarella, che invece non contiene elementi tossici, come mostrato da ben tre enti che fanno esami a campione.

  

Fatevi la domanda: ma com'e' che questo modo di pensare ha sbagliato DUE volte? La risposta e': non stavate guardando il parametro giusto. La provenienza geografica del cibo NON VI DICE NULLA sul cibo in se'. Per sapere che cosa ci sia dentro il cibo, dovete prendere un campione di cibo ed analizzarlo in laboratorio.


Che cosa temete dalla mozzarella? Che ci sia la diossina. Allora, mettete la mozzarella in un laboratorio, e i chimici vi diranno quanta diossina ci sia. Quindi?

Quindi, il problema NON e'"da dove viene" il cibo, ma "cosa contiene".

Prendiamo un esempio semplice:



questa roba e', o pretende di essere, l'esito di un'analisi chimica. Essa non mi dice da dove provenga l'acqua. Mi dice CHE COSA CONTIENE. Possiamo questionare a piacere se le etichette dell'acqua minerale dicano il vero o meno, o se il campione sia sufficientemente grande, ma se andiamo al concetto, il punto e' che alla fine noi vorremmo sapere COSA CI SIA DENTRO, le cose che mangiamo.

In tutto questo processo di ipnosi, pero', l'industria ha convinto moltissime persone che "da dove proviene il cibo" sia MOLTO piu' importante di "cosa contiene". Anzi: qualcuno e' convinto di sapere "cosa contiene" nel preciso momento in cui viene a sapere "da dove proviene".

In pratica, vi hanno sviati.

Sarebbe bello se OGNI cibo contenesse un'etichetta coi risultati di uno o piu' esami di laboratorio. Sarebbe stato un toccasana se sulla mozzarella ci fosse stato, anziche' un certificato di "origine geografica", un esame di laboratorio che dice "questa mozzarella e' sana".

Perche' con un certificato di "questa mozzarella e' sana" io mangio tranquillamente la mozzarella. Col certificato "viene dalla Campania", ora che sapete che la Campania e' stata inquinata, non riuscite ad essere tranquilli.

In pratica, il certificato di origine geografica NON E' UN PARAMETRO DI QUALITA'.

Sicuramente, per proteggersi dalla concorrenza i produttori italiani hanno dovuto lavare il cervello al pubblico, e anziche' dire che il cibo e' buono quando si prova che e' buono, hanno deciso di dire che SOLO e TUTTO quello fatto in una certa zona sia buono per definizione. Questo serviva per produrre un monopolio, dato che la zona in se' non e' duplicabile o moltiplicabile.

Ma questa cosa ora paga il suo prezzo: "Campania" e' una cosa bella se e' tenuta bene, mentre e' un marchio di infamia del cibo se viene inquinata. Come distinguere? Beh, esistono i laboratori, per questo. Ma gia', vi hanno anche insegnato che il laboratorio e' MALE, e che la scienza e'"fredda", che non puo' percepire la "vera essenza delle cose".

E cosi', oggi trovo mozzarella di bufala persino nelle mense aziendali tanto e' calato il prezzo - con disperazione, suppongo , dei produttori campani - solo perche' qui cercano di sapere cosa ci sia DENTRO il cibo, mentre voi vi preoccupate di quel che c'e' ATTORNO al cibo.

Vi hanno sviati.

Hanno stampato sulle confezioni dei FALSI parametri di qualita', tipo "da dove viene il cibo", "dove e' stata allevata la mucca", "quale tradizione circonda il dato cibo", e grazie a questo state mangiando grana padano al piombo perche' cresce in una zona fitta di autostrade, carne che contiene di tutto, perche' si dice quale sia la zona di provenienza ma non si analizza la composizione chimica della carne, prodotti "tradizionali" di cui non conoscete il contenuto di , diciamo, cromo (elemento altamente tossico) perche' siete cosi' presi dal chiedervi "da dove viene di preciso la mucca" che non vi chiedete che diavolo CONTENGA la mucca.

So come risponderete. Direte che siccome siete piemontesi, e il piemonte e' pieno di brava gente, allora da una mucca "piemontese" o "chianina" vi aspettate, per motivi legati alla magia del posto , che sia buona. Aha. Posso aspettarmi un sacco di cose, dalla regione che al confine ha Seveso. Ma la diossina si sara' fermata al confine tra lombadia e piemonte, suppongo.

Sapete quanta diossina e' passata dal confine tra lombardia e piemonte, dopo Seveso? Forse. Sapete quanta ne e' rimasta nel terreno? Alcuni di voi si. Sapete quanta ce ne sia nella carne? No. Perche' sapete solo che viene dal Piemonte. Ma non sapete cosa ci sia dentro.

In generale, questo lavaggio del cervello al fine di assicurare ad alcuni produttori un monopolio e' sembrato vantaggioso per alcuni anni. E' sembrato vantaggioso per i produttori, naturalmente. Oggi come oggi l' Italia e' piena di gente che vi spiega come mai una cosa sia buona SOLO perche'"la fanno nel tal posto".

Ma nel momento in cui "il tal posto" perde il suo fascino commerciale, il suo brand , voi non sapete piu' di preciso che diavolo stiate mangiando.

Se aveste concepito etichette simili a quella dell'acqua minerale, col contenuto vero delle cose, e con controlli di laboratorio anziche' certificazioni di inutile geograficita', oggi sapreste se in passato avete mangiato diossina, e se la mangerete in futuro.

Qualche giorno fa, in un'intervista, un tizio del consorzio delle mozzarelle si e' messo a dire che svizzeri e tedeschi le stanno comprando, e che i loro test di laboratorio sono negativi. Dunque, siamo passati da " qualita' campana" a "qualita' testata in svizzera" in pochi giorni. Sic transit gloria mundi.

Se invece aveste messo un VERO indicatore di qualita', tipo il contenuto di sostanze, adesso con la STESSA etichetta sareste tranquilli, e non avreste bisogno di inventare la mozzarella campanosvizzera, o campanotedesca. Quel tizio del consorzio, cioe', si e' accorto della scomparsa dal suo pseudoindicatore, e ne ha indicato un altro. Altrettanto "pseudo".

Perche' dico "altrettanto pseudo"? Perche' la certificazione di un ente tedesco tutela me, visto che la mia Krankenkasse, se dovessi mangiare mozzarella contaminata, mi pagherebbe il detox a Baden-Baden e pagherebbe i miei giorni di assenza al lavoro. Cosi', se il ministero canna gli esami o lo fa TÜV, poi LE Krankenkasse (non e' come in Italia che c'e' solo INPS, qui si puo' scegliere , ma e' obbligatorio averne una) andrebbero a battere cassa.

Ma anche se la misura e' precisa, essa non permette ad un ITALIANO di rivalersi. Il Tizio del consorzio della mozzarella ha cercato di rassicurarvi con un indicatore di qualita' che per voi NON lo e', quanto non lo era prima "campania".

Questo vale, in generale, per tutto il cibo. Vi hanno indottrinati a cercare uno pseudo-indicatore di qualita' (che in realta' non vi dice quasi nulla), che era la "provenienza". Ok, la mucca e' stata allevata da Tarcisio Scannagatti, in via del Tasso 3: e che cazzo significa?  Chi e' Tarcisio Scannagatti? Cosa c'e' in Via del Tasso? Com'e' l'acqua li'? Com'e' la terra li'?  Ci sono fabbriche di mortanio radiotossico nei dintorni? Boh.

Facendo questo, vi hanno distratti dal VERO problema dei cibi, ovvero "che cosa contengono". Anzi, vi hanno pure detto che nei laboratori si perda "la vera magia del cibo", e che la scienza "non puo' cogliere la vera essenza del mangiar bene".

In questo modo, sapete qualcosa che e' un FINTO sapere , ovvero la provenienza, e vi viene negato il VERO sapere, cioe' il contenuto.

In generale:

  • Se l'origine geografica autentica e la tradizione fossero importanti, il pomodoro italiano sarebbe il terzo in ordine, dopo quello messicano (il pomorodo e' originario di quella zona), poi asiatico (secondo continente di propagazione), infine spagnolo (prima zona europea ove gli spagnoli lo importarono) e infine italiano. Come vedete, quando iniziamo a mettere i puntini sulle i, la "vera origine filologica ed ontoligica del cibo" e' davvero una bella trappola.
  • Del resto , quando si scopre che la zona di provenienza di qualcosa e' problematica, allora si cerca di reagire portando a favore argomenti come "i laboratori tedeschi dicono che", o "i laboratori svizzeri dicono che", ma questo , proveniendo da enti stranieri senza forza giuridica in Italia, non vi tutela affatto: in questo caso, "laboratorio svizzero" per voi equivale a "campania". Garantisce gli svizzeri, non garantisce VOI.

Quella di cui avreste bisogno sarebbe una VERA cultura alimentare, ove quel che importa del cibo sono il sapore ed il contenuto. Il sapore puo' essere certificato da esperti, come ce ne sono in ogni settore: avete accademie di assaggiatori di ogni cosa, dall'anguilla al baccala' alla vicentina, che possono fare le pulci a qualsiasi cibo. O, se volete, potete costruire il vostro Stiftung Warentest.( www.test.de )

Per il contenuto, invece , avete bisogno di laboratori ed etichette che dicano VERAMENTE che cosa c#e' DENTRO le cose, e non cosa ci sia attorno. La provenienza geografica per il cliente non significa nulla: quello che vi importa VERAMENTE e' se il cibo sia sano , da qualsiasi parte provenga. "Piemonte" non significa nulla se un pezzo del piemonte confina con la stessa provincia dove c'e' Seveso. Invece "quantita' di Diossina" significa tutto.

Oppure, potete continuare a baloccarvi con la provenienza geografica, col risultato che magari non berrete mai vino americano, ma d'altro canto, non sapete che cazzo ci sia dentro quello italiano.

E questa mancanza di cultura alimentare, questo rifiuto di sapere cosa ci sia DENTRO il cibo per masturbarsi con quello che c'e'"attorno",  beneficia solo i produttori, non i clienti.

Clienti che siete voi.

Uriel

Ask.fm

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E' dagli anni '90 che le persone, sapendo che io "lavoro con Internet", mi fanno sempre la stessa domanda. Ovvero, se e' sicuro che un minore se ne vada su internet. Ho anche fatto, su richiesta di una Onlus, una specie di conferenza su questo. Oggi una povera ragazza si uccide per venire denigrata su Ask.fm , e allora la gente mi chiede cosa io ne pensi. C'e' Satana dietro Ask.fm? E' un tritacarne di bambini per nostalgici del periodo sovietico? Geova e'"adirato" con Ask.fm, come direbbero gli scassapalle della domenica mattina?



Presupposto che Ask.fm e' una delle tante aree di Internet che consentono l'anonimato, vorrei ripercorrere l'evoluzione delle mie risposte a questa domanda per fare un pochino meglio il punto:

attorno al 1997, quando milioni di genitori speravano di avere un'altra TV davanti alla quale lasciare i minori, la mia risposta era "beh, e' come lasciare tuo figlio da solo di notte, in una citta' di 400 milioni di abitanti, ove il 90% non parla la tua lingua".

Questa risposta ovviamente terrificava i genitori, che pero' trovavano comodo avere qualcosa che tenesse occupati i pargoli, e passavano al contrattacco subito dicendo "beh, ma dietro al computer, dentro la loro cameretta, cosa potra' mai succedere?".

Era il mito del "virtuale", ovvero la credenza che, in fondo, quanto accaduto su internet non fosse poi capace di interagire DAVVERO con la realta'. Quindi la discussione proseguiva cosi':

  • Ma e' davvero cosi' pericoloso lasciare i figli da soli al computer, collegati ad internet?
  • "beh, e' come lasciare tuo figlio da solo di notte, in una citta' di 400 milioni di abitanti, ove il 90% non parla la tua lingua".
  • beh, ma dietro al computer, dentro la loro cameretta, cosa potra' mai succedere?".
  • Possono essere esposti a molta pornografia, per dire.
  • Ma quella alla loro eta'la vedono gia' ovunque.
  • E poi, potrebbero conoscere gente pessima in chat, per dire. (allora esistevano solo le chat)
  • Beh, ma finche' non li vedono di persona, non puo' succedere nulla, vero?
  • Non esattamente. Si tratta di gente che puo' davvero influenzare gli altri, e fargli fare delle scemenze.
  • Ma poi le scemenze le fa nella vita VERA, giusto?
il discorso finiva sempre cosi'. Era impossibile andare oltre, perche' i genitori credevano che internet non potesse "uscire dallo schermo" , a meno di non convincere i pargoli a fare una scemenza tipo "scappare col maniaco", o "incontrare un maniaco", cosa per la quale bastava controllare dove andasse il pargolo o la pargola. Siccome questi genitori si proponevano di usare Internet come un altro schermo di fronte al quale lasciare i pargolo, ovvero per evitare che uscisse di casa (essendo l'ambiente esterno pericoloso) , la prospettiva che qualcuno convincesse il giuovine ad uscire di casa per mettersi in pericolo li preoccupava poco.

Del resto, ai tempi quasi nessuno aveva telecamere e macchine digitali, e per avere una foto in digitale o usavate uno scanner o andavate dal fotografo.

In seguito, quando le chat non furono piu'"IRC" ma esistevano grandi quantita' di Instant Messaging a spasso per il mondo, e quando divennero molto piu' interattive, il discorso cambio'. Ma occorre soffermarsi bene su questo fatto: internet non parla di un mondo "virtuale".

Sinche' non si capisce questo, non si capisce in che modo gestirla.


Non c'e' niente di virtuale in Internet. O meglio, Internet e' virtuale solo in t0, solo mentre e' vuota.

Mentre e' vuota, senza utenti, possiamo considerarla "puramente virtuale". Certo, esistono tonnellate di ferro , silicio e rame da qualche parte, ma ciononostante, quel che c'e' dentro non puo' nuocere. I siti, i middleware, tutto quanto, non possono fare nulla sinche' non si accede.

Poi la gente inizia ad accedere. Allora, chi accede? Accede gente che esiste NEL MONDO REALE.

Quindi, adesso su internet c'e' un altro ente, ed e' maledettamente reale. Non e' piu' virtuale. Sarebbe virtuale se internet generasse persone. Ma adesso c'e' un altro attore, che non e' per nulla "VIRTUALE".

Adesso avrete una grossa difficolta' ad afferrare questo concetto, per una ragione.

Vi rimangono, cioe' due convinzioni sbagliate:

  1. Che internet attenui la pericolosita' della persona dall'altra parte perche', secondo voi, essa e'"lontana", e' separata dal cavo , cioe' dal media, e quindi non puo' raggiungere materialmente il pargolo.
  2. Che la persona in questione non possa coinvolgere emotivamente il pargolo/a dal momento che e'"uno sconosciuto incontrato in rete", l'equivalente del maniaco delle figurine davanti alla scuola.

la prima convinzione e' difficile da sradicare, sino a quando non la riscriviamo in altri termini:

"secondo voi, quindi, internet e' un dispositivo di sicurezza , che agisce come elemento di separazione, tra i vostri figli e le persone pericolose"

perche' se credete che la persona che sta dall'altra parte sia innocua per il pargolo dal momento che "in mezzo c'e' internet" e che "il contatto e' solo virtuale", state dicendo proprio questo: che Internet sia un dispositivo di sicurezza che permette ai bambini di contattare sconosciuti senza pericolo, dal momento che agisce da elemento di separazione, cioe' da proxy. Per voi, quindi, il monitor nella stanza del pargolo/a sarebbe un frontend, e la controparte umana, sebbene reale, e' in una bella DMZ , da qualche parte nel mondo.


La seconda convinzione e' venuta meno quando tutti i pargoli/e sono stati connessi ad internet, ed e' ancora piu' incredibile. La vostra paura nel lasciare il pargolo/a per strada e' che UNO SCONOSCIUTO gli/le faccia del male. Quindi, voi considerate che i contatti coi compagni di classe , che non sono sconosciuti, siano piu' o meno innocui.

Per qualche motivo stravagante siete convinti che il pericolo da Internet venga da misteriosi "sconosciuti" che approcciano i ragazzi per loschi motivi, e non certo da conosciutissime persone (compagni di classe, amici ) che invece sarebbero contatti "sicuri".

E' razionale questa opinione?

beh, scriviamola cosi':

 "sono assolutamente certo che mio figlio/a non frequenti , nella vita reale, persone pericolose: se c'e' pericolo, esso arriva per forza da sconosciuti".

Uhm. Non suona benissimo, scritta cosi'. Ed esprime chiaramente quale sia l'errore educativo di fondo, che porta Ask.fm a diventare cosi' pericoloso.

Leggo che a portare al suicidio la ragazza padovana era gente che la insultava conoscendola sin troppo bene: gli insulti erano rivolti al suo aspetto fisico, al suo comportamento quotidiano a scuola ed in comitiva.


Questa ragazza, cioe', nella vita REALE , conosceva dei maestosi, titanici pezzi di merda. E' assai difficile dire se essi sarebbero stati capaci di portarla alla disperazione ANCHE nel caso in cui non avessero avuto Ask.fm. Ma e' assolutamente chiaro che VOLEVANO colpirla.

La ragazza, quindi, conosceva ECCOME, nella vita REALE, degli elementi PERICOLOSI per lei.

E' possibile pensare che in una buona scuola la ragazza sarebbe stata protetta da questi elementi da professori ed altri adulti.

Ma non e' possibile pensare che questo succeda su Ask.fm.


Il fatto che Ask.fm non agisca come meccanismo di protezione per gli adolescenti , tuttavia, non e' una pecca di Ask.fm. Esso non e' stato progettato per questo: Ask.fm  non si propone di essere un dispositivo di sicurezza che protegge una ragazza dai suoi "amici" malvagi e   bastardi.


Questo dovete farlo VOI.


Possiamo a questo punto riassumere la cosa in questo modo:
  1. Ne' internet ne' Ask.fm, o qualsiasi altro sito, sono meccanismi di sicurezza capaci di proteggere qualcuno da un malintenzionato. Non sono disegnati per questo (a meno che vostra figlia non abbia problemi con l' Unione Sovietica) , e specialmente non si propongono di farlo. Di conseguenza, semplicemente NON possono fermare pericoli che arrivano DAL MONDO REALE.
  2. Su internet ci sono LE STESSE persone che ci sono fuori. E si comportano esattamente ALLO STESSO MODO. Se vostro figlio e' circondato da malvagi bastardi, riceve gli stessi insulti su Ask.fm e durante il giorno. Tenere lontani i malvagi bastardi  e' affar vostro, perche' eliminare Ask.fm non li fara' scomparire. Chi insultava quella ragazza non si limitava ad Ask.fm. Era un intero branco, quindi esisteva anche fuori.
Allora , adesso rispondo direttamente alla domanda:

sulla internet di oggi i vostri figli corrono GLI STESSI pericoli che corrono FUORI. Quelli che corrono fuori li ignorate, dando la colpa alla scuola, alla societa', al governo. Di quelli che corre su internet state imparando a dare la colpa ai siti web e all'anonimato.

Degli insulti che la ragazza subiva su Ask.fm rimane traccia nel database di ask.fm. Degli altri non rimane traccia,  ed questa e' l' UNICA differenza tra cio' che succedeva a quella povera ragazza su Ask.fm e nella vita reale.

Ma i bastardi che hanno portato al suicidio una ragazza gia' depressa accanendosi su di lei , non sono mai stati isolati, emarginati, puniti in tempo, e non lo saranno neanche fuori tempo.

Forse, pero', riuscirete a far bloccare Ask.fm dal governo.

Aha.
E cosi', alla prossima che si suicida, parlerete di "malessere adolescenziale". Lo avete fatto per anni. Vi siete nascosti dietro questa etichetta per anni. Avete fatto finta che i suicidi fossero "misteriosi", che nessuno sapesse davvero il perche', se non qualche psicologo di fama mondiale.

Avete nascosto il bullismo sotto forma di "malessere adolescenziale". Avete VOLUTO fingere che non ci fosse bullismo, che non ci fossero bande di bastardi minorenni attorno ai vostri figli. Vi siete VOLUTI illudere che i vostri figli fossero pecore tra le pecore e non pecore tra i lupi. Avevate cosi' paura di separare lupi e pecore che , di giudicare male dei ragazzi e di isolarli , che avete preferito raccontarvi la storia dei ragazzini belli e puliti, e se qualche ragazzo si suicidava, era il "malessere adolescenziale".




Nessuno poteva accusarvi, si sa: il "malessere adolescenziale" e' misterioso, nessuno sa bloccarlo.
Adesso internet , che registra quanto accade, vi mostra la verita':


I vostri figli non si suicidano per "malesseri adolescenziali", come avete VOLUTO credere sino a ieri, quando nessuno registrava l'accaduto. Si suicidano perche' sono circondati da BRANCHI di bastardi violenti, malvagi e crudeli, che li vessano , li picchiano, li perseguitano, sino a portarli al suicidio. Il "malessere adolescenziale" non c'entra un cazzo: il problema sono questi piccoli malvagi bastardi.


e oggi tutto questo e' tracciato su Facebook, su Ask.fm, mentre prima non era tracciato. 

e per questi si, per limitare queste giovani carogne,  potevate farci qualcosa. Che non e' stato fatto.


Meglio allora pensare al "malessere adolescenziale", e se non vogliamo vedere che l'hanno ammazzata I SUOI "AMICI", chiudiamo Ask.fm. Cosi' potrete parlare di nuovo di "malessere adolescenziale" al prossimo suicidio, e alzare le spalle, perche' contro questa misteriosa sindrome, che ci potete fare?

Internet e' il capro espiatorio perche' registra e conserva le prove della mostruosita' ambientale che sono le scuole italiane.

Ragazzi vessati dai compagni sino al suicidio. Picchiati dai compagni. Torturati. Perseguitati. Razzismo. Omofobia.

Senza Ask.fm, Facebook ed altri non potreste vedere , non sareste COSTRETTI a vedere, che diavolo di inferno sia la vita di un adolescente, e che diavolo di ambiente insalubre e pericoloso sia oggi la "scuola".

quindi, chiudete pure Ask.fm. Cosi' non vedrete gli insulti, e potrete illudervi che gli stessi elementi nella vita quotidiana siano dei gentleman. E al prossimo suicidio , dite pure che e'"malessere adolescenziale".

Poi, pero', ricordate che quella vocina che sentite dentro la vostra testa, che non vi lascia dormire sereni,  non e' la nuova suoneria del cellulare.

E' la vostra coscienza.


Uriel

Teoria della montagna di merda, II.

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E' passato molto tempo da quando ho scritto per la prima volta sulla "teoria della montagna di merda" (uno dei miei post piu' citati: http://www.keinpfusch.net/2010/03/la-teoria-della-montagna-di-merda.html ) e oggi sento il bisogno di aggiornarla, perche' ho trovato diciamo un nucleo, un punto della montagna di merda che e' sorprendentemente duro. O meglio, piu' di un punto, almeno due. Ma occorrono altre due parole.



Nel primo post ho scritto che mettersi a debunkare tutta la merda di internet sia inutile, dal momento che di merda ne verra' comunque prodotta molta piu' di quanta non possiate spalarne. Ci sono quattro fattori in gioco, che riassumerei cosi':

1) Il cittadino è onnisciente. Nonostante i fiumi di retorica da cui siamo inondati, la democrazia non è un valore in sé, bensì semplicemente un metodo mediante il quale un corpo sociale sceglie i propri valori, la proprie leggi, il proprio governo. Potrebbe sceglierli in mille altri modi; in regime democratico, il corpo sociale attua tale scelta attribuendo al cittadino la possibilità di esprimere il proprio volere in una determinata occasione (le elezioni) e con un determinato sistema (il voto). Ogni cittadino è chiamato a votare e col voto ogni cittadino esprime implicitamente una valutazione, un giudizio, sul governo esistente o su quello che auspicherebbe. Ed ecco che si nota qui il primo postulato dello spirito democratico: il cittadino è onnisciente, il cittadino ha conoscenze sterminate. Poiché infatti l'operato del governo, e della legge in generale, copre pressoché ogni aspetto dell'esistenza umana, poiché il governo avrà una politica estera, una politica della scuola, una politica economica, una politica della famiglia, una politica dello sport, una politica ambientale, ecc., il cittadino - chiamato a valutare su questi ambiti il suo governo - si suppone che sia pressoché onnisciente, che sappia esprimere un'opinione (e si può immaginare quanto fondata!) su una serie di fatti che va dalla guerra in Iraq all'inquinamento elettromagnetico, dai Parmalat bond agli asili nido, dai rapporti con la Russia alle politiche per incentivare l'occupazione. Si chiede insomma al cittadino comune di saperne di più di quanto ne sapevano i grandi statisti del glorioso passato europeo: in fondo Richelieu era un gran volpone in politica estera, ma in politica interna ed economica forse non era poi questo genio, forse Colbert era un mago dell'economia ma in politca estera si trovava un po' spaesato; il cittadino moderno no, il cittadino moderno, lui, sa tutto, ma proprio tutto di tutto. Quanto questo aspetto dello spirito della democrazia sia in totale opposizione alla specializzazione crescente in ogni lavoro scientifico degno di tal nome, è superfluo notarlo.


Quello che voglio invece notare è un'altra cosa. Al cittadino hanno insegnato (e per primi glielo hanno insegnato quei tuttologi, quei sommi maestri dell'orbe universo che sono i giornalisti) che lui sa tutto: è facile allora che la convinzione di sapere tutto penetri in profondità nella sua mente, che lui si convinca di poter dare lezioni di storia agli storici e di scienza agli scienziati. Se io so tutto, ovunque la mia mente volga il suo occhio, troverò qualche vecchia idea da correggere, qualche nuova scoperta da fare, troverò qualcosa da innovare, da cambiare, da modificare; io so tutto, se non in atto certo perlomeno in potenza, e quindi ogni disciplina mi è aperta, in ogni disciplina posso dire la mia alla pari di chi in essa abbia trascorso una vita di ricerche.



2) Il voto è sintesi. Alle elezioni il cittadino è chiamato a dare una valutazione "tuttologa" sul governo passato e su quello che lui auspica. Vediamo ora come sia chiamato a dare questa valutazione. Lo strumento della democrazia è il voto, un singolo voto che il cittadino attribuisce al partito o allo schieramento di sua preferenza. Pensiamoci, si potrebbe votare in mille altri modi; si potrebbe ad esempio chiedere ai cittadini di esprimere delle "pagelle", di dire "a Tizio attribuisco 7 voti su 10, a Caio attribuisco 2 voti su 10, a Sempronio attribuisco 0 voti"; lo strumento della democrazia è invece un voto unico, mediante il quale il cittadino sintetizza tutto il proprio giudizio sullo sconfinato campo della politica. Si tratta a mio parere di una sintesi impressionante: tutta quell'enorme serie di conoscenze di cui il cittadino si suppone in possesso, tutta quell'enorme serie di valutazioni che si suppone il cittadino compia, deve essere compressa, condensata, sintetizzata nella semplice nuda espressione di un unico voto. E tale sforzo di sintesi comporta che ogni percezione degli aspetti fini delle questioni, ogni lettura in filigrana degli eventi, debbano essere impietosamente sfrondate. Il voto è un impoverimento delle questioni; si trova idealmente al polo opposto rispetto allo spirito analitico che la cultura deve possedere, rispetto alla quieta paziente tenace analisi dei fatti; certo, le sintesi possenti sono uno degli aspetti più attraenti della scienza e della cultura, ma queste sintesi non sono mai gratuite, dietro di esse c'è sempre una meticolosa opera di analisi, di scomposizione, giù giù fino ad arrivare al banale number-crunching della fisica o alle tediose cronologie della storiografia. Le sintesi gratuite sono infondate, le sintesi gratuite sono la fuffa a cui ci ha abituato il sistema del voto unico. Superfluo dire che, nei loro giudizi trancianti e nelle loro sbandierate certezze sono fuffa anche tutta la pseudostoria e la pseudoscienza.



3) La democrazia non tollera i privilegi. Il metodo democratico non ammette privilegi, ma a ciascun cittadino senza distinzione attribuisce uno ed un solo voto; certo, il potere esiste in democrazia e non potrebbe non esistere, ma nell'urna non ci sono privilegiati, vige la più assoluta e rigorosa uguaglianza. Ogni voto ha lo stesso peso, lo stesso valore di ogni altro voto. L'estensione di questo concetto di uguaglianza, fondativo dello spirito democratico, all'ambito della cultura ha effetti devastanti. Se i privilegi non sono tollerati in democrazia, se non sono tollerate classi o caste, non lo devono essere neppure nel campo della cultura; se tutti siamo uguali, rigorosamente uguali, tutti dovremo avere la stessa voce in capitolo in materia di cultura, tutti avremo diritto (parola dall'aspetto alquanto arrogante) di dire la nostra, di essere ascoltati, di scrivere, di parlare. Il pensionato INPS in materia di mitologia indiana avrà la stessa voce in capitolo del docente di sanscrito: l'abbattimento dei privilegi, anche dei privilegi dello spirito, è il reale demone che anima questo miserabile giacobinismo. Ecco allora tutto il fiorire di queste leggende metropolitane, sia nel campo della storia (Virishna, il protocristianesimo) sia nel campo della scienza. Di solito il processo mentale che sta dietro tali fenomeni è semplice: la storia e la scienza sono difficili, sono discipline che richiedono una vita di studi, e quindi - implicitamente e naturalmente - la formazione di una casta di persone che, avendo operato questa scelta di vita, siano i professionisti della cultura. Ma l'uomo democratico non può tollerare ciò, non può tollerare la loro presenza, non può tollerare che loro ne sappiano più di lui, che loro non siano uguali a lui. Ecco allora che l'uomo democratico, mediante i due fattori descritti sopra (onniscienza e sintesi) si crea una sua storia, una sua scienza, belle belle, facili facili; storia e scienza fatte a suo uso e consumo, fatte di leggende metropolitane, di miti senza fondamento, di clamorose antiscientifiche bugie. Ma va bene, va bene così: l'importante è non dover ammettere che loro ne sappiano più di lui.


Voglio notare per inciso che la più antica delle democrazie, la polis di Atene, già conosceva questi abissi di volgarità che sono connaturati allo spirito stesso della democrazia: il famoso episodio dell'ostracismo di Aristide,

nelle parole di Plutarco (Vita di Aristide, VII, 5-6), cioe' il racconto di un episodio che accadde durante l'assemblea che ne decise l'ostracismo:

"Si stavano scrivendo i nomi sui cocci quando - così si racconta - un rozzo analfabeta che si trovava vicino ad Aristide gli dette il suo coccio e gli chiese di scrivere proprio il suo nome. - Ma cosa ti ha fatto di male Aristide? - gli chiese stupito. - Nulla - rispose l'analfabeta - non lo conosco neppure. Solo mi sono stancato di sentirlo sempre chiamare il Giusto. - E Aristide, senza rispondere, scrisse il proprio nome sul coccio e glielo riestituì."



Ma la polis ateniese non conosceva ancora l'ultima delle caratteristiche della democrazia, peculiare alle nostre contemporanee democrazie di massa:


4) La rivoluzione come hobby. Fin qui abbiamo analizzato come l'uomo democratico, tra i tanti hobby che potrebbe scegliersi, anziché dedicarsi alla distillazione della grappa o alla coltivazione delle petunie, abbia deciso di dedicarsi alla storia. E fin qui nulla di riprovevole. Abbiamo anche analizzato come lo spirito democratico lo spinga a voler dare lezioni ai professionisti della storia elaborando una pseudostoria a suo uso e consumo ed atteggiandosi quindi a "storico" o a "ricercatore". E questo è già molto più riprovevole. Assolutamente deprecabile, poi, è lo scopo che l'uomo democratico si prefigge nelle sue ricerche, nella continua elaborazione di nuove quanto infondate leggende metropolitane. Nonostante l'apparenza di potere democratico nella cui illusione si culla, l'uomo contemporaneo, in quanto infinitesimale frazione di un'enorme massa umana, si trova in condizioni di assoluta impotenza: nell'ancien régime poteva almeno decidere se e quando piantare un albero nella strada di fronte a casa, nella moderna democrazia non è libero neppure di prendere ed attuare questa banalissima decisione. La condizione di impotenza dell'uomo contemporaneo mi pare così evidente che non ci spendo altre parole. Vale la pena però analizzarne gli effetti sul nostro storico dilettante: perché ha elaborato tutta la sua pseudostoria, perché mai lo ha fatto? Semplice. Per giocare a fare il rivoluzionario, per illudersi che nella sua pseudostoria covino le scintille di una rivoluzione che le sue scoperte faranno scoppiare; il nostro storico ha messo così tanto ardore, così tanto impeto nella costruzione delirante dei suoi miti perché, a differenza della distillazione della grappa e della coltivazione delle petunie, in quei miti si immagina nelle vesti di rivoluzionario, come il portatore di verità sconvolgenti. Costretto all'impotenza, alla banalità e all'uniformità, spera di redimersi mediante la rivoluzione che scaturirà dalle sue teorie. E loro saranno abbattuti, e loro moriranno, e loro saranno schiacciati. Questa volta loro non sono più gli scienziati o gli storici di cui al punto 3), questa volta loro sono proprio i potenti, i potenti occulti, i misteriosi burattinai che tengono le fila di tutto; quelli, in definitiva, a cui il nostro storico dilettante attribuisce inconsapevolmente le responsabilità per la sua vita abortita. E scopriamo che in fondo storici e scienziati, nella sua visione del mondo, sono solo servi dei burattinai, servi di coloro che vogliono soffocare la verità per mantenere il potere. Per distruggere loro il nostro storico dilettante ha passato notti intere a navigare in internet, per distruggere loro ha inventato la storia che un alieno sia sbarcato a Roswell e sia conservato al sicuro dalla CIA, per distruggere loro ha inventato di sana pianta e dal nulla uno pseudoeroe indiano la cui vita somiglia a quella di Cristo. Niente e' troppo per chi ha un hobby come la rivoluzione.


Queste considerazioni, che ho gia' espresso in precedenza, sono  piuttosto descrittive ma non  contengono ancora il nucleo duro della montagna di merda.

La montagna di merda ha un nucleo duro impossibile da scalfire in questi casi:

"Il credo per narcisismo."

I popoli non perdono mai la propria liberta'. Chi dice che un popolo abbia perso la liberta', come si trattasse di una battaglia, non dice il vero. I popoli la liberta' la svendono per un piatto di lenticchie. Come mai la svendono per un prezzo misero? Perche' insieme al prezzo misero, viene pagato loro un altro obolo: un obolo in narcisismo.

L'uomo contemporaneo sa di essere un numero di merda. Quando entra dentro un supermercato, sa bene che in quel supermercato , o in uno identico, sono entrate decine di migliaia di persone. E sa che se entra in un negozio, migliaia di persone ci sono entrate. Sa che qualsiasi cosa compri, per quanto ci sia scritto "esclusivo" o "migliore", viene prodotta in stock da milioni di parti. Sa che la sua auto ha, quando va bene, il 60% di parti in comune con la concorrenza di prezzo analogo, per cui ha scelto tra automobili sostanzialmente identiche. Sa bene che non ha modo di sottrarsi a questo meccanismo, perche' per via del suo reddito puo' andare a fare spesa solo in alcuni sueprmercati, comprare solo alcune auto, eccetera. Insomma, l'uomo moderno sa di essere  praticamente identico a qualsiasi altro. Sa di non avere nulla di speciale.

Ma adesso gli raccontiamo una palla particolare. Gli chiediamo di rinunciare a qualcosa, dandogli in cambio la soddisfazione di sentirsi speciale, diverso dagli altri, unico. Prendiamo una citta': Roma. Di per se' esistono megalopoli piu' grandi, conurbazioni enormi come Tokyo, citta' multietniche come Mosca, e in molte di queste i servizi pubblici funzionano meglio che a Roma.

Ora, il cittadino ha ragione di incazzarsi, o di pensare che ha perso dei diritti, almeno quello di una buona amministrazione. Ma possiamo raccontargli che: "Roma e' una citta' cosi' antica e speciale che non e' possibile gestire bene i servizi, per via della sua storia enorme: li' e' nata la civilta'". A questo punto abbiamo gonfiato l'ego del nostro cittadino. Ok, ha servizi di merda. Ma accidenti, questo e' il giusto prezzo da pagare per il grandissimo privilegio di vivere a Roma. Uno di Roma e' speciale, perche' vive a Roma. E quindi, accettera' di perdere qualcosa. Se per un istante scoprisse che Roma e' una citta' come un'altra, perche' gran parte della sua estensione deriva da epoche recenti e lontane dai "Cesari" , scoprirebbe di essere un pirla qualsiasi che viene defraudato dei propri diritti. Ma, attenzione: questo cozza col narcisismo. Ammettere di essere un pirla qualsiasi senza nulla di speciale rispetto a milioni di altri e' qualcosa che non paga in narcisismo. Non dopo aver vissuto con tutto il mondo che ti racconta che sei speciale perche' usi quella tale lacca per capelli, perche' indossi quel tale vestito, insomma, dopo tutto quel tempo passato a sentirsi dire di essere speciale, l'ego del nostro uomo NON accetta piu' di venire declassato a pirla qualsiasi.

Se lo unite ad una palla che soddisfa il suo narcisismo, qualsiasi danno e' accettabile.

"Sai, la Toscana e' un posto cosi' bello che tutti vogliono viverci. Non ti preoccupa se il costo delle case cresce enormemente e il mercato immobiliare uccide ogni altra cosa, vero? Non hai un cazzo di futuro, ma non hai un cazzo di futuro IN TOSCANA."

Vi hanno appena tolto il diritto di comprare casa  prezzi ragionevoli per una speculazione, ma vi ripagano facendovi credere che questo sia il prezzo inevitabile per vivere in un posto speciale, e dunque, in qualche modo di essere speciali, diversi, unici.

"Non ti dico che cazzo ci sia dentro questo cibo, ma ti dico che e' stato coltivato entro 30 km da qui. E siccome qui si coltiva il meglio del meglio, ho gia' detto tutto. Per non parlare del fatto che se mangi a KM zero salvi il mondo. Sei batman. Sei superman. Sei un supereroe, solo perche' accetti di mangiare roba di cui non sai un cazzo di niente, tranne che la compri perche' sei stupendo, testimoniando che sei stupendo.".

Qualsiasi balla e' passabile, se insieme ci vendete la convinzione che la persona che se la deve bere e' speciale quanto piu' la palla e' creduta.  Spalare questa merda e' inutile, perche' spalarla significa colpire l'ego di chi ci crede. Se fate una mera analisi chimica del cibo, scoprirete che il parmigiano non ha nulla di speciale. Ma chi crede di essere un privilegiato da dio solo perche' vive nella zona del parmigiano  non accetta di vivere in un posto qualsiasi del pianeta. Quindi, se anche gli dite che i laboratori stabiliscono l'autenticita' del formaggio osservando la quantita' di piombo, dovuta all'autostrada , non ci crederanno.

Cosi', e' stato possibile sostituire indicatori di qualita' veri con indicatori farlocchi tipo "provenienza geografica" , per una semplice ragione: nella provenienza geografica e' insito un narcisismo , quello di chi intende illudersi di essere speciale perche' vive in una zona speciale. Cosi' non potete piu' confrontare due cibi leggendo cosa contengono, dal momento che sapete solo da dove vengano. Vi hanno tolto il diritto di scegliere coscientemente che cosa mangiate, ma in cambio vi hanno rifilato una paga narcisista, quella di pensare di essere unici, speciali, dei capolavori, semplicemente perche' vivete in un posto.


"Credo a qualsiasi cosa, purche' dimostri che non e' colpa mia , cosa che sospetto".

Un altro nucleo della montagna di merda e' cio' che si crede perche' si e' in cerca di un'assoluzione.

Come ho gia' spiegato, il governo fa sempre cio' che il cittadino VUOLE. SEMPRE. Oh, leggete bene la frase: ho detto che il governo FA quel che i cittadino vuole, non che REALIZZA quel che il cittadino CHIEDE. Cosa intendo?

Se voi parcheggiate spesso  in doppia fila, non volete una multa per questo. Lentamente, nel tempo, unendo le forze con altri cittadini, riuscirete ad ottenere che la doppia fila sia normale e non multata. Il governo ha FATTO, cioe', cio' che VOLEVATE. Poi, CHIEDETE al governo di REALIZZARE un traffico scorrevole. Ma questo e' impossibile, perche' il governo ha FATTO cio' che VOLEVATE (ovvero non multarvi quando siete in doppia fila) e quindi non puo' REALIZZARE quel che CHIEDETE.

Detto questo, al cittadino che parcheggia in doppia fila non piace pensare di essere colpevole del pessimo traffico. E' ovvio. Cosi' come all'evasore non piace sentirsi dire di essere colpevole del deficit di bilancio dello stato. E cosi' come chi sniffa cocaina non vuole sentirsi dire che ha finanziato la mafia che poi taglieggia il suo negozio.

Cosi', un altro nucleo duro della montagna di merda consiste nella quantita' di gente che crede a palle assolutorie.  Potete raccontargli quel che volete, a patto di dimostrare che il suo peccatuccio e' veniale e che non e' davvero la causa del male generale.
Non importa se inventiate gli illuminati, il grande complotto oppure il signoraggio. NON PUO' essere colpa della sua piccola mazzetta se la pubblica amministrazione e' una merda. NON PUO' essere colpa del suo parcheggiare male se il traffico e' in merda. NON PUO' essere colpa della sua evasione fiscale se il paese affonda.  Non puo' essere colpa del suo assenteismo, della sua pensioncina di invalidita' non necessaria. No.

Deve essere il signoraggio, si. E gli illuminati. E Goldman Sachs. Satana. QUALSIASI COSA lo assolva e' credibile. Raccontategli che sono gli alieni i colpevoli del traffico, e ci credera' . Ciecamente. Perche' lo assolvono.

In questi casi, ANCHE in questi casi, spalare la montagna di merda e' inutile. Non serve a nulla principalmente perche'  le persone sono troppo attaccate alle palle in cui credono, e se anche ne demolite una, crederanno ad un'altra, a costo di inventarla.

E quindi, potete considerare queste due come aggiunte al precedente post, ovvero: perche' non perdere tempo a debunkare stronzate , neanche in questi due casi.

Uriel





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