Ieri ho avuto una conversazione al telefono con un amico italiano (Obama mi e' testimone) e ad un certo punto mi ha parlato di un articolo uscito sulla Repubblica , riguardante la "fuga di cervelli", parola con cui ormai si indica il fatto che i tecnici italiani stanno fuggendo all'estero, che siano ricercatori o qualsiasi altro tipo di specialisti. Ho dato un occhio all'articolo, e visto che mi si chiede di commentarlo, la mia risposta e' semplice: non vi dispiace affatto.
E' ora di dirlo: la persona competente vi infastidisce. - Cliente: sulla macchina dovremmo fare calcolo di traiettorie, stiamo cercando di andare verso molecole piu' grandi e ci servono macchine piu' potenti.
- Uriel: Interessante. E che librerie usate?
- Cliente: usiamo le sbraus libraries , che se non sbaglio il vostro compilatore supporta.
- Uriel: si, e' vero. Quindi le serve una macchina XY, con almeno 8 cpu e molta ram, e i compilatori versione tot, che hanno le librerie sbraus. Non vi serve storage perche' non usate hamiltoniane.
- Cliente: si, da quel poco che ho letto, e da quanto mi hanno detto i colleghi del <istituto straniero a piacere> una configurazione simile puo' dare buoni risultati in pochi giorni di calcolo.
- Venditore: ehi, un attimo. <sorriso da 17.85 carati> Uriel, non stiamo dimenticando lo storage?
- Uriel: col metodo che usano, scriveranno molti piccoli file, ma non hanno bisogno di tanto storage.
- Venditore: ma lo storage fa sempre comodo. Il terabyte e' il nuovo nero. Piu' spendi, meno spendi. <altre motivazioni tra i proverbi della nonna e Totti che discute di tecnologia>
- Uriel: si, ma a loro basta qualche decina di GB, per quello che fanno.
Eravamo in tre a fare pre-sales, e tutti e tre eravamo odiatissimi dai venditori. Perche'? Perche' il tecnico, specie quando sa quel che dice, e' un rompipalle infinito. E' un rompipalle perche' il venditore tipo nel mondo IT e' uno che si e' laureato in ingegneria al politennnnnnnnnnnnnnnnnico , ma non vedeva l'ora di finirla con tutti quei libri, e non ha mai capito cosa fosse - in sostanza - quel che studiava, e appena uscito si e' messo due scarpe nere da becchino, un vestito con cravatta , e si e' messo a fare il venditore per fare tutti gli aperitivi e gli afterhours di Milano.
Essenzialmente ciarlatano ed incompetente, il venditore non sa e non vuole sapere quale sia il punto, ovvero che per lavorare ancora occorre lavorare bene. Un giorno mi trovo nell'alto veneto, da un signore che ha speso 400 milioni di lire per una macchina con cui avrebbe dovuto fare videogiochi usando un modellatore 3D all'avanguardia. Ha chiamato perche' dopo aver ricevuto la macchina, non riesce a farci nulla. Dice che non funziona. Allora vado a vedere, perche' sono l'ultimo arrivato e le grane me le smazzo io. E poi perche' il mio manager sa che niente come un tecnico 100% onesto raddrizza la reputazione di un'azienda colpita da un truffatore 100% venditore. Scena:
- Uriel: la macchina mi sembra a posto. Tutti i diagnostici dicono che l'hardware e' ok. Che problema ha?
- Cliente: come che problema ho! <il cliente e' imbufalito , quindi attacca> Sta dicendo che non c'e' problema?
- Uriel: no, sto cercando di capire il problema che ha. Serve per risolverlo.
- Cliente: non lo vede? Non posso fare niente? Se voglio fare uno scenario come faccio!
- Uriel: beh, dovrebbe aprire <noto sw di modellazione, una licenza completa 90 milioni di lire> e ...
- Cliente: mi fa vedere?
- Uriel: beh, va nel toolchest e.... uh, ah! Ho capito! NOn le hanno installato <modellazione bling bling!> Ecco perche'!
- Cliente: e chi e' stato?
- Uriel: beh, dovrebbe farlo il distributore , un'azienda olandese. Secondo me si sono fumati qualcosa. Vabe', comunque e' facile: adesso prendo il cd, la licenza flexlm, e glielo installo.
- Cliente: ah, sti Olandesi. Che casini.
- Uriel: eh, sapesse. Comunque: mi mostra gentilmente la scatola con i cd che le hanno inviato? Dovrebbe avere anche un foglio con la licenza flexlm.
- Cliente: <tornando con una scatola di CD> ecco tutto.
- Uriel: uhm. Questi sono i dischi del sistema operativo. Dovrebbe avere anche un'altra scatola con <software 3D bling bling>
- Cliente: <rivolto alla segretaria> Scosciandraaaah! Xe hai miga visto una scatolota con i dischi te?
- Scosciandra: no, xe lo dao tutoooo!
- Uriel: uhm. Allora e' ancora piu' grave , o si sono dimenticati, oppure arriva in un secondo tempo o in una seconda spedizione. Non le hanno detto nulla?
- Cliente: no, mi hanno detto che era tutto.
- Uriel: no, non puo' essere tutto. Se lei aveva comprato un ambiente di sviluppo, aveva comprato anche <3D bling bling> .
- Cliente: si, io avevo detto a <venditore famoso per i disastri che ha combinato> che volevo una macchina per fare i videogiochi.
- Uriel: uhm... quindi e' stato <simmetria craniosacrale> . Mi fa vedere l'ordine? Magari capisco il malinteso.
- Cliente: ecco qui.
- Uriel: uhm. A quanto vedo, lei non ha comprato <modellazione bling bling>
- Cliente: come noooooO! COME NOOOOOOOHHHHHH! Io ho speso quattrocento milioni! <palindromia dell'apparato digerente> mi aveva detto che potevo fare tutttooooOOOOOOOHHHHH!
- Uriel: uhm. Meglio che chiami in sede. <Uriel estrae un poderoso Motorola 9700 con batteria nucleare da 7 kg> (1)
- Uriel:Senti, questo oltre a fare videogiochi e' pure presidente degli industriali veneti. E <tonsille anali> gli ha fatto spendere tutto il budget in hardware. Adesso ha una <scatolablu> con quattro <superlativ infinit inesorabil reality> ma non ha una cippa di software.
- Managerz: eh, l'azienda che fa <modellazione bling bling> e' dei nostri, ma <emorroidi facciali> non aveva nessuna revenue su quel software. Gli conveniva vendere tutto hardware.
- Uriel: capisco. Ma qui c'e' un tizio che respira alcool e usa la bestemmia come interpunzione, che e' incazzato come una biscia ed e' il presidente degli industriali veneti. Io non so come gestirla. Se gli dico che deve spendere altri 120 milioni di licenze l'onda d'urto fara' cascare la maddonina dal duomo, dopo averla ubriacata per accoppiamento induttivo.
- Managerz: ok, dammi il numero che lo chiamo mentre sei fuori. E' dentro in ufficio?
- Uriel: si, e' li'. Il numero e' uno - diocan- uno - diocan - due - diocan - tre - diocan - cinque - diocan - otto - diocan - tredici - diocan - ventitre - diocan.
- Managerz: ok, lo chiamo e ti richiamo.
Morale: il tecnico e' un rompipalle IN QUALSIASI POSTO ove il venditore abbia fretta di vendere. E scappare. Il nostro eroe aveva finito il quarter, aveva intascato il premio facendo disastri, si era comprato un'auto nuova e aveva cambiato azienda. Cazzi del "toso" andare in giro a gestire i suoi problemi.
Ma torniamo al punto di partenza: per i 20-30 venditori di quell'azienda, noi tre "pre-sales" non eravamo "valore aggiunto". Dal momento che questi signori mentivano anche quando dicevano il vero, il tecnico era per loro un inutile puntualizzatore, per non parlare di quando li contraddiceva palesemente (mostrando la loro incompetenza) o quando informava il cliente che sarebbe stato meglio comprare qualcosa d'altro.
In sintesi,
in Italia la parola "affari", "commercio" o "vendita" indicano una varieta' della truffa. Non e' possibile comprare nulla senza subire qualche grado di truffa. In questo contesto, il tecnico e' solo un rompipalle, che si lascia in ufficio con ogni scusa, che si rinchiude laddove non possa parlare, e al limite va a rimettere a posto i guai dei truffatori.
Se andiamo dentro le gerarchie aziendali, sembra di essere dentro delle classi delle scuole medie. Ci sono quelli bravi, e quelli che vivacchiano di espedienti, e gli ultimi. Solo che a differenza delle scuole, li' si parla di soldi, di stipendi e carriere.
Cosi', se proseguiamo nel paragone:
- Un certo numero di persone in ogni grande azienda e' li' per raccomandazione. Non sanno, fingono di sapere, e ovviamente hanno paura dei tecnici e dei competenti, che potrebbero mettere in evidenza la cosa. Essi sanno di avere usurpato una poltrona ed uno stipendio, e specialmente quando si parla di tagli, si tengono accuratamente alla larga, per evitare che si noti la loro incompetenza.
- Un certo numero di persone vivacchiano di lavoro altrui. Il tecnico <brutal>, che tende a fare le cose con le proprie mani, col tempo impara a lasciare che queste persone finiscano nella merda, onde essere chiamati a risolvere il problema. Ho fatto il <salvatore di progetti-porcoadicembre> . Il guaio e' che quando arrivo il Pm-cialtrone tenta di "gestirti", per evitare che non si sappia che casino ha fatto. Ma il tecnico e'<brutal> per definizione, e quindi ha cura che <the shit hits the fan>. Questo fa fare una figura di merda a chi ha lavorato male.
- PM: Uriel, ti spiace scrivere a me i problemi? Poi ci penso io a fare la gestione politica.
- Uriel: non c'e' politica qui. E' un'azienda, non un governo.
- PM: si, ma ti serve un'interfaccia col cliente.
- Uriel: il cliente non ha porte USB, SCSI o di altro tipo. Posso usare l'email.
- PM: si, ma ti mancano skill di comunicazione.
- Uriel: non si dice "skill" ma capacita', in italiano. Ho scritto una tesi da 500 pagine, e per hobby scrivo libri. So scrivere una email. E conosco abbastanza parole in italiano da non aver bisogno di prestiti dall'inglese, per dire.
- PM: si, ma certe volte non ti si capisce, parli troppo tecnico.
- Uriel: stiamo facendo informatica. E' un lavoro tecnico. Sei tu che parli troppo umanista, semmai. Senza una terminologia adeguata, non otterrai mai quel che ti serve come ti serve.
- PM: si, ma gli accordi col cliente.....
- Uriel: <grande manager> che mi ha mandato qui ha detto che riferisco direttamente al cliente. Che e' incazzato per un progetto fermo. Forse dovresti parlarne con lui.
- PM: ma non va mai bene scavalcare il PM.
- Uriel: non ti scavalco affatto. Seguo una semplice matrice RACI.
- PM: non conosco questa cosa, ho un'altra metodologia.
Alle superiori gli Uriel li facevano copiare, almeno. Ma nella vita, dopo un pochino che lavori per altri, ti stufi, e non li fai piu' copiare. Insomma, non lavori per loro. Sei un rompicoglioni, uno che mette in evidenza l'impreparazione altrui. Diciamolo pure:
Il ciarlatano vive MOLTO MEGLIO quando non ci sono persone competenti nelle vicinanze.
Cosi' come un medium stara' sempre alla larga dagli illusionisti di professione, che possono sgamarli, e i "metodi stamina" si guardano bene dal farsi misurare per efficacia, la cosa che occorre chiedersi e'"che cosa succede quando la maggioranza delle persone e' fatta da ciarlatani, e una minoranza da tecnici?". Semplice: la maggioranza si organizza per rendergli la vita impossibile, per isolarli, sino a costringerli ad andarsene.
Cosi' , quando leggo articoli come quello apparso su Repubblica ,[ http://www.repubblica.it/politica/2013/11/04/news/il_paese_che_perde_i_suoi_giovani-70173597/] mi viene sempre da obiettare una cosa:
non vi dispiace per un cazzo. E' solo una finzione.
In realta', quando un "cervello" se ne va, tirate un sospiro di sollievo. Vi siete liberati di un rompipalle. Vi siete liberati di uno che pretendeva le cose "come dovrebbero essere in teoria", ovvero "nel modo che io non ho mai studiato quando avrei dovuto farlo". La fuga dei cervelli non dispiace a nessuno.
Quando una persona competente se ne va da un'azienda, i ciarlatani festeggiano. Pochi sono preoccupati di come faranno a fare il suo lavoro, e temono che adesso il suo lavoro caschi sulle loro teste - e siccome non lo sanno fare, anche se sul CV dicono di saperlo fare - questo li preoccupa. Una volta stabilito che uno dei restanti fessi fara' il vostro lavoro, i ciarlatani sono contenti, e allora esplode la loro felicita': un rompipalle in meno.
E' inutile che scriviate articoli ove vi stracciate le vesti per la "fuga dei cervelli". Quando una persona di talento se ne va a fare il giornalista negli USA, sapete bene che c'e' un temibile concorrente in meno nella vostra redazione. Quando un tecnico se ne va a lavorare all'estero, sapete bene che adesso c'e' un rompipalle in meno in azienda. Quando uno bravo se ne va, sapete bene che vi fa piacere perche' sara' piu' facile per voi nascondere la vostra incompetenza.
La verita' e' che la "fuga dei cervelli" e' una cosa per la quale dite di essere dispiaciuti, ma se non fate nulla per fermarla e' proprio perche', in realta', VI FA PIACERE.
Se (e quando) diventera' un problema, ovvero quando le aziende inizieranno a chiudere perche' non trovano piu' personale di livello adeguato e devono spostarsi, allora inizierete a capire il problema (forse) e allora magari farete qualcosa. Perche' quando rischierete la VOSTRA pagnotta, allora vi muoverete.
Ma non raccontate palle. Non ci crede nessuno. Sapere che 80.000 persone ogni anno si iscrivono all'aire, e solo il 50% di chi se ne va si iscrive - il che fa 160.000 tecnici/anno che se ne vanno via - in fondo vi conforta. Sino a quando se ne vanno quelli bravi, i mediocri possono dire di essere dirigenti, manager, programmatori, sistemisti, qualsiasi cosa: nessuno li puo' sputtanare. Nessuno puo' smascherare coloro che usurpano un posto.
Non vi dispiace affatto. E lo sappiamo, non vi illudete. Nessuno tra quelli che se ne sono andati pensa davvero che in Italia si senta la nostra mancanza. Anzi! Sappiamo benissimo che avete tirato un sospiro di sollievo. Sappiamo benissimo che vi faccia piacere.
NON-VI-SI-CREDE
Forse chi resta in Italia si preoccupa un pochino, perche' gli si dice che cosi' rischia anche la SUA pagnotta. Certamente, quando e' chiaro che ogni azienda medio-grande si divide in equipaggio e passeggeri, a vedere l'equipaggio che se ne va, piano piano i passeggeri iniziano a chiedersi chi mandera' avanti la nave.
Allora si illuderanno che basti mezzo equipaggio.
Poi si illuderanno di poter usare un equipaggio straniero che costa meno e non scoccia.
Infine, quando apriranno gli occhi, saranno a mollo nell'acqua.
Ma al passeggero non dispiace mai quando uno dell'equipaggio lascia la nave. Loro vogliono solo vedere bella gente, belle donne, questi che lavorano e non cantano e non ballano e sono vestiti cosi' male non gli piacciono. E poi, con tutta questa disciplina, e divieti... suvvia!
Bene: allora, faccio un appello ai giornalisti italiani. Se volete fare i lacrimoni di coccodrillo per chi rimane in italia, illudendolo che vi sta a cuore il problema, e illudendo le famiglie italiani che i loro figli sono lontani all'estero - ma voi state lavorando per riportarli a casa - , e che - le lacrime di ogni mamma sono le nostre lacrime - , fate pure. Non so quale cazzo di beneficio vi porti questa TRUFFA, ma immagino che la truffa sia ormai nel vostro DNA, per cui truffate anche senza pensarci.
Ma non aspettatevi che qualcuno di quelli c he se ne vanno ci creda. Noi sappiamo benissimo, tutti noi sappiamo benissimo, che eravamo scomodi, e che NON siamo mai stati i benvenuti tra voi.
Quindi, scrivere cose tipo "e' normale che le persone si muovano, il problema e' che non ritornano", e' ipocrita e sa di presa per il culo. Sapete benissimo che NESSUNO tra i tecnici e gli specialisti che se ne sono andati tornera' MAI, e lo sapete perche' per tutto il tempo voi , tutti, avete SEMPRE fatto del vostro meglio per farci sentire fuori posto, stranieri in patria, poco benvenuti a casa nostra.
Posso dirlo? La Germania mi ha accolto MOLTO meglio di quanto non abbia fatto l' Italia. E sto parlando di un paese straniero. Ma non parlo di stipendio o di efficienza dei servizi. Parlo delle resistenze che devo vincere per fare il mio lavoro. parlo del numero di colleghi che mi considerano una risorsa e non un rompipalle. Parlo del messaggio continuo "non sei il benvenuto perche' non ci fai copiare il tuo compito in classe", o se preferite "non sei il benvenuto perche' non fai anche il nostro lavoro".
Quindi no, non vi credo. Non credo vi dispiaccia, non credo siate preoccupati, non credo sia un problema per voi. Iniziera' a diventare un problema quando le aziende italiane andranno altrove per inseguire la manodopera esperta.
Per il resto, risparmiatevi la presa in giro, non ci crede nessuno, e dentro dentro non ci credete neanche voi.
Non eravamo benvenuti, e non lo siamo mai stati, per cui smettetela di fingere che vi dispiaccia.
Tra quelli che sono andati via, non vi crede nessuno. Se tornassimo saremmo benvenuti esattamente quanto lo eravamo ai tempi in cui eravamo li': come un gattino appeso ai coglioni.
Uriel
(1) All'epoca un comodino portatile con una batteria che esplodeva col fungo atomico era la figata massima.
(2) Scusa di default. Quel mostro prendeva male in qualsiasi punto.
(3) In azienda avevamo copie di software a scopo dimostrativo, che potevamo vendere a prezzo stracciato ( o regalare) in caso di emergenza o di clienti enormi. O di clienti la cui bestemmia fosse menzionata nel trattato di non proliferazione nucleare.