Ho diverse email in coda, con la richiesta di dare un parere su "ripresa: c'e' o non c'e'?" . In realta' il problema sarebbe di capire come sia una "ripresa", nel senso che se c'e' ripresa economica ma solo per i nati nel segno del saggitario probabilmente non e' quello che avete in mente, ma capisco che in ogni caso se non si puo' parlare di ripresa non si puo' neanche porre un interrogativo su quale ripresa e come. Cosi', facciamo una cosa per volta.
Per prima cosa, non c'e' alcuna ripresa. Ci sono dei fenomeni positivi, che sono causati da un fenomeno MOLTO diverso.Dunque, l' INTEGRAZIONE tra queste tre citta' fece nascere un distretto industriale. In realta' ne esistevano diversi, a seconda dei settori, ma il punto e' che se rendete facile per le aziende comunicare e scambiarsi beni e servizi allora nasceranno i distretti, perche' le economie tendono ad integrarsi.
Era assai facile , ai tempi del triangolo industriale, per chiunque aprisse un'azienda a Milano, capire che doveva avere subito una sete a Genova e una a Torino. Tutti sapevano cosa fosse il triangolo industriale.
In ogni caso, come distretto agroalimentare sono circa al 50% dell'andata a regime, mentre come distretto industriale/finanziario sarebbero al 70% se gli inglesi cooperassero, oppure sono attorno al 40%, visto che non cooperano. Anche olandesi e Belgi stanno soffrendo della mancata integrazione.
Quindi, ricapitolando: le buone notizie per l'economia di alcune regioni italiane viene dall'entrata a regime del distretto "renano" e del buon processo di integrazione, e nel mondo IT italiano si inizia a sentire l'effetto benefico dell'entrata a regime del distretto informatico del baltico.
Le cattive notizie sono che il distretto che definirei "angloiberico" e quello "balcanico" sono in ritardo o distorti, impattando sul meridione d'italia (per via del distretto iberico che si sposta sull'agroalimentare) e e sull'est , sia nord che sud, che non riesce a trovare sbocchi sufficienti ma risente della concorrenza.
Detto questo, il problema e': ma se supponiamo che il prossimo governo inglese abbia sale in zucca e rimedi al disastro(1), e se supponiamo che l' Ukraina decida da che parte stare e i serbi si rendano conto di essere un pochino meno speciali di quanto credono, e partisse anche il distretto produttivo balcanico, che cosa succederebbe? Ok, ripresa, ma QUALE ripresa? La societa' italiana come ne beneficierebbe?
La risposta sta negli indici di Gini. Stando a Wolfram Alpha, l'indice di gini sui redditi in Italia e' di 0.36. Quello sui patrimoni e' attorno a 0.52.
Per chi non lo sapesse, l' indice di Gini misura l'equita' nella distribuzione delle cose che si misurano 0.36 per i redditi non e' male ma neanche un bene se consideriamo che la Danimarca sta attorno allo 0.23 (cioe' la ricchezza e' ben redistribuita) , ma neanche tanto un bene, se pensiamo che negli USA e' 0.49 e su scala mondiale e' 0.70. Sebbene l' indice di Gini tenda a migliorare su popolazioni piccole, per via di un ovvio problema di varianza , diciamo che si potrebbe fare di meglio. Ma non e' questo IL punto.
Il punto e' che ho nominato DUE indici di Gini: uno sul reddito (che in Italia ha un valore abbastanza occidentale) ed uno sulle proprieta' (immobili, conti in banca, beni di lusso che non svalutano, etc), che in Italia ha un valore tipicamente "sudamericano", ovvero un valore da sistema latifondista.
Adesso dobbiamo chiederci: questi due indici come interagiscono? Se pensiamo che solo chi ha un buon reddito ha possibilita' di possedere patrimoni, e che i patrimoni hanno una resa che produce reddito, capiamo subito che tendenzialmente i due indici tendono AD AVVICINARSI.
Ora, il guaio e' che bisogna capire quale dei due si muova. Se le proprieta' ed i patrimoni passano facilmente di mano, mentre i redditi sono rigidi, ovviamente nel tempo sara' l'indice sui patrimoni a scendere e diventare simile a quello sui redditi. Se invece i redditi sono volatili mentre le proprieta' sono stabili, sara' l'indice sui redditi ad alzarsi, fino ad assomigliare a quello sui patrimoni.
Ora, in passato i redditi erano molto rigidi, perche' molto garantiti, cosi' (volente o nolente) era il patrimonio che lentamente (perche' garantito anch'esso, ma meno) si muoveva verso il reddito. Il benessere avuto nel periodo del boom era trainato proprio da questo: redditi ben garantiti da lavoro ben garantito davano risparmi alle famiglie, che compravano cosi' proprieta' costruendo lentamente il patrimonio familiare.
Se al sud molte famiglie hanno due case (una per vivere ed una per l'estate) e' anche per via del gran numero di impieghi pubblici , che sebbene garantissero stipendi non altissimi, davano alle famiglie la possibilita' di costruire lentamente la seconda casa. In questo esempio, l'esempio di come la distribuzione delle proprieta' si adatti al reddito.
Il disastro e' venuto con la riforma Treu, che ha improvvisamente reso molto volatile il reddito, per una singola generazione. Questo ha fatto si' che l'indice di gini sui redditi, piu' mobile, fosse "attratto" da quello sui patrimoni. Ma un indice come quello sui patrimoni , se si verificasse sui redditi, trasformerebbe l' Italia in un paese socialmente infernale, come il messico o certe aree del Brasile.
Poiche' una "ripresa" indica comunque uno spostamento di redditi, che sono piu' volatili delle proprieta', essa si esprime come una concentrazione di redditi nelle stesse mani di chi possiede le proprieta'.
Fatto salvo il fatto che "uscire dall'Europa" oggi non e' possibile se non al prezzo di uscire dal distretto produttivo renano (per integrarsi nel quale si e' investito moltissimo da parte delle aziende ) al costo di una catastrofe vera e propria, il vero problema dell' Italia e' di manovrare il rapporto tra distribuzione del patrimonio e distribuzione del reddito in modo che sia la distrubuzione dei patrimoni (oggi iniqua) ad avvicinarsi a quella dei redditi.
Il guaio e' che invece l' UNICA proposta dominante, da Berlusconi a Renzi, e' proprio quella OPPOSTA: detassazione dei patrimoni (immobiliari e non) e liberalizzazione del licenziamento.
Il guaio e' che invece l' UNICA proposta dominante, da Berlusconi a Renzi, e' proprio quella OPPOSTA: detassazione dei patrimoni (immobiliari e non) e liberalizzazione del licenziamento.
In questo modo, si rende stabile e rigido l'indice di Gini sui patrimoni (se non pago tasse sul patrimonio ma le pago sul lavoro, perche' usare il patrimonio per creare lavoro?) facendo in modo che chi possiede patrimonio NON lo venda e tenendo alta la domanda. Poi si rende "flessibile" il lavoro, ovvero si rende volatile l'indice di distribuzione dei redditi.
Che cosa succede cosi' facendo? Che appena togliamo tasse sugli immobili e rendiamo piu' flessibile il lavoro, improvvisamente l'indice di Gini sul reddito viene "attratto" da quello sul patrimonio. E vi trovate un indice di Gini a sul reddito a 0.52, cioe' una situazione da favelas brasiliana.
Che cosa succede cosi' facendo? Che appena togliamo tasse sugli immobili e rendiamo piu' flessibile il lavoro, improvvisamente l'indice di Gini sul reddito viene "attratto" da quello sul patrimonio. E vi trovate un indice di Gini a sul reddito a 0.52, cioe' una situazione da favelas brasiliana.
Quello che serve in Italia e' semmai l'opposto:
- Piu' tutela sul reddito dipendente, in modo da ri-spostare in basso l'indice di Gini sui redditi. Meno precariato.
- Piu' tasse sul patrimonio, in modo da portare chi non lo reinveste con resa alta a venderlo, rendendolo volatile.
in questo modo, non sara' l'indice di Gini sui redditi (che stabilizziamo) ad essere attratto da quello sui patrimoni (che invece rendiamo volatili) , bensi' il contrario.
Se non gettate quell'idioliberista di Renzi nel cesso e non osservate meglio i dati economici del paese anziche' seguire ideologie precotte, il risultato sara' che questa "ripresa" portera' ricchezza, ma aumentera' le disuguaglianze.
Se non gettate quell'idioliberista di Renzi nel cesso e non osservate meglio i dati economici del paese anziche' seguire ideologie precotte, il risultato sara' che questa "ripresa" portera' ricchezza, ma aumentera' le disuguaglianze.
E siccome anche l'indice di Gini sul patrimonio PER ETA' e' catastrofico, quello che otterrete e' una distribuzione del reddito per eta' simile a quella sui patrimoni: un disastro epocale.
Quindi, in sintesi, direi di si: esistono segni buoni, diciamo positivi, ma se volete che diventino "il vostro benessere" dovete per prima cosa fermare i cialtroliberisti come Renzi e Berlusconi. E poi dovete spiegare bene ai vostri industriali cosa succede, ovvero dove siano le occasioni e come sono fatte. Non e' possibile che ancora molti industriali al nord non abbiano capito di trovarsi dentro un distretto industriale che copre 4-5 nazioni.
Uriel
(1) Presto non saranno piu' in tempo. Il distretto produttivo renano, nella sua integrazione, sta investendo persino la svizzera (che sinora non aveva mai brillato per integrazione) e si sta espandendo lentamente: acquisti come Ducati e la lenta penetrazione in marche e toscana fanno capire che il distretto e' in espansione, anche in Francia e Belgio, cosi' come in repubblica ceca. Motivo per cui trovo stupido chiamarlo "renano". Se l'espansione continua, presto per gli inglesi sara' troppo tardi.Hanno 2/3 anni di tempo per decidere. Molto meno se la politica fiscale irlandese dovesse cambiare.