Ho ricevuto numerosi commenti dopo il mio post sul senso del "no". Ne ho ricevuti molti per una ragione: e' molto tempo che nessuno, in italia, parla di coraggio ed onore. Ci sono diverse ragioni per le quali uno stato non parla di coraggio ed onore ai propri cittadini, ma in Italia ritengo che il problema sia piu' grave, dal momento che la codardia e' stata elevata addirittura a sistema educativo, sociale, politico.
Innanzitutto, per capire come mai coraggio ed onore, le parole del conflitto (e della vittoria: se anche venite sconfitti con onore, avete vinto comunque) siano cosi' osteggiate e mai menzionate.
Sicuramente una parte della responsabilita' e' legata al fatto che chi detiene il potere pedagogico (1) e' a sua volta un codardo, che ha scelto la carriera dell'insegnamento sia perche' per codardia cercava una vita comoda (come Don Abbondio faceva il curato, insomma) , sia perche' un sistema di raccomandazioni e' un sistema che funziona basandosi sull'assunzione che nessuno denunci, che nessuno si ribelli, che nessuno dica mai di no al raccomandante: il sistema delle raccomandazioni e' basato sulla codardia in se'.
Ma se questa e' la ragione pratica per cui il coraggio e' scomparso dalla societa' e dalla cultura italiana, esiste anche una ragione piu' pura, ed e' la ragione per la quale chi parla di coraggio ed onore vi fa sentire, come mi avete scritto "cosi' bene".
Allora, partiamo dall'inizio: lo stato non e' altro che la fazione militare che domina un dato territorio. Tale definizione e' sufficiente perche' se sei il potere dominante puoi far rispettare le tue leggi applicando con la forza delle sanzioni, ed e' necessaria perche' se per assurdo ipotizziamo un altro potere militare piu' forte, esso potrebbe far valere le proprie leggi a scapito di quelle dello stato.
Stabilito che lo stato sia la fazione militarmente dominante su un dato territorio, e' chiaro cosa sia la legge: la legge non e' altro che il modo con cui la fazione dominante intende mantenere il dominio, renderlo stabile e preferibilmente proficuo.
Detto questo, se esaminiamo il singolo individuo, viene da chiedersi quali siano i limiti e i poteri dello stato rispetto a quel singolo individuo. La forza dello stato e' ovviamente il fatto di poter fare del male alla persona, sino ad ucciderla. Sfortunatamente, questo e' contemporaneamente il LIMITE del potere statale, dal momento che una persona disposta a morire per qualche ragione che considera superiore alla propria vita tendera' ad infischiarsene della volonta' dello stato, e tendera' a combatterlo.
Sicuramente se la persona e' un singolo, lo stato probabilmente non avra' problemi a sopprimerlo. Se invece il numero di persone cresce, lo stato si trovera' ad affrontare un numero di conflitti che potrebbe rivelarsi eccessivo.
Cosi', la forza dello stato coincide col suo limite: il cittadino che consideri alcuni "diritti" un motivo valido per morire o essere ucciso , ignorera' la minaccia di morte. Il cittadino che abbia un onore e lo consideri piu' importante della vita, non si lasciera' intimorire, piegare, vessare.
E' assolutamente chiaro che lo stato considera chi ha un onore ed ha coraggio come totopotenti. Sebbene non abbiano gli stessi mezzi, questi cittadini sono AL DI SOPRA DELLA LEGGE, dal momento che lo stato ha esaurito le minacce. Eliminandoli fisicamente potra' forse attenuare il pericolo fisico, ma sia chiaro che l'eliminazione di questi individui e' ipso facto una sconfitta per l'ordine voluto, dal momento che questi cittadini sono irriducibili all'ordine.
Allora, adesso andiamo al punto: la democrazia puo' esistere SE e SOLO SE esiste una certa quantita' di persone disposte a morire pur di non subire oltraggi alla propria dignita'. Se queste persone esistono in numero abbastanza alto, il paese diviene democratico e mantiene la democrazia. Lo fa perche' lo stato sa che , diventando vessatorio, si troverebbe sempre piu' persone disposte a morire con cui scontrarsi, e sa bene che oltre ad un certo limite, lo scontro sarebbe troppo dispendioso.
La democrazia e' la riduzione dello stato ad un ente che e' costretto al compromesso coi cittadini. E ripeto: e' costretto. Lo stato accetta la democrazia SOLO e SOLTANTO quando e' "obtorto collo". E la accetta, obtorto collo, solo di fronte alla prospettiva di un numero di scontri troppo alto. La democrazia, cioe', e' la misura del coraggio dei cittadini. La dittatura e' semplicemente uno stato che si accorga di avere cittadini mediamente codardi.
Se prendiamo per esempio il regime che vige in Italia, possiamo per esempio chiederci come mai ci siano milioni di persone allo stremo, imprenditori che si suicidano, ma nessuno che attacchi lo stato. Eppure, soltanto negli anni 70 , lo stato veniva attaccato per molto meno. Ma attenzione: in quel periodo l' Italia fece i piu' grandi passi avanti verso diritti e democrazia: divorzio, aborto, abolizione del reato di onore, messa fuorilegge del matrimonio riparatore dello stupro, sono tutte cose che vennero insieme alla violenza di piazza e all'eversione.
E non fu un caso: si trattava di un periodo nel quale era chiaro allo stato che se non avesse fatto alcuni passi indietro , sarebbe stato costretto ad una serie infinita di scontri , che anche venendo vinti, erano comunque troppo dispendiosi.
Ma specialmente, lo stato dovette rendersi conto che esisteva piu' coraggio tra le fila degli oppositori che tra le fila dei suoi sbirri(2) , i quali dopo aver contato i morti iniziavano ad essere un pelino piu' amichevoli con la popolazione.
Non esiste un male della democrazia che non sia da attribuirsi dalla codardia dei cittadini.
E lo stato lo sa: non per nulla onore e coraggio sono valori che vengono passati alle forze armate - che non devono temere la forza militare di un altro stato - ma non ai cittadini, per i quali vengono esaltate sempre e comunque la codardia e la sopportazione.
Lo stato sa benissimo che quando qualcuno pone un limite all'umiliazione sopportabile, e decide che NEMMENO A COSTO DELLA VITA quell'umiliazione sia sopportabile, il suo potere ha incontrato il limite: potra' forse uccidere quella persona, ma non ridurla all'ordine.
Questa e' la ragione per la quale sentite questa strana sensazione, questa sensazione inebriante, quando scrivo di onore e coraggio: e' la sensazione della liberta'. Quando avete posto un limite oltre il quale la morte e' accettabile, avete posto un limite al potere dello stato, che piu' che uccidervi non potra' fare. Quando avete posto quel limite e siete DAVVERO decisi a dare la vita nel caso sia violato, SIETE LIBERI.
Nessuno che non sia disposto a morire per la propria liberta' e' davvero libero. E senza un numero adeguato di persone libere, nessuno stato sara' mai una democrazia compiuta. Non c'entra niente il ceto medio, non c'entrano le persone che hanno cultura o scuola:
Fosse per me, inserirei il diritto ad essere bellicosi tra i diritti umani, ed esso riassumerebbe OGNI altro diritto umano, dal momento che privati di questo diritto, NON SIETE ALTRO CHE SCHIAVI.
In paese LIBERO, l'imprenditore schiavista che ha 10 persone come precari e li sfrutta per un tozzo di pane si trova dieci persone armate di spranga fuori dalla porta alla fine della giornata, e impiega 4-5 anni per ricominciare a mangiare senza aiuti infermieristici. E quando arriva la polizia, i primi due poliziotti devono fare la stessa fine: solo cosi' lo stato mettera' DAVVERO mano alla legge sui lavori precari.
Poi, certo, quei dieci probabilmente moriranno: cosa succede se la polizia vi vuole mettere in carcere e voi combattete sino alla fine? Che i vostri occhi vedranno un grande giorno. Ma lo vedranno anche altri occhi.
In un paese LIBERO, all'uomo cui equitalia sequestra la casa segue la morte violenta di un ufficiale giudiziario. E poi l'inevitabile scontro con la polizia.
Che cosa manca, dunque, per la liberta'? Occorre che qualcuno decida che esiste un limite, oltre il quale morire per la propria dignita' e per il proprio onore e' BELLO.
Poi, certo, farsi ammazzare lottando contro forze impari e' difficile. Potrete ben organizzare una fazione aggressiva, bellicosa e molto piu' pericolosa. Probabilmente morirete: a meno di non fare un colpo di stato riuscito, con ogni probabilita' morirete combattendo.
Ma nemmeno lo stato puo' affrontare il numero enorme di scontri che lo aspetta se ha una popolazione CORAGGIOSA che e' disposta a morire con ONORE piuttosto che farsi vessare. Un padre di famiglia che non ha di che sfamare i figli o ha il coraggio di andarsene o quello di lottare. In quel caso, il problema semmai e' "cosa faranno alla mia famiglia se muoio", ma per il singolo senza speranze di poter formare una famiglia, in un paese libero, la risposta e' GUERRA ALLO STATO.
E' cosi' che nasce la liberta', non sono i patetici girotondi di carampane sempreindignate e vecchi sessantottini calvi col codino a portare liberta'. Non e' la bandiera della pace che vi dara' la liberta'. Non e' la manifestazione pacifica che porta lo stato a non calpestare i cittadini.
E non fu un caso: si trattava di un periodo nel quale era chiaro allo stato che se non avesse fatto alcuni passi indietro , sarebbe stato costretto ad una serie infinita di scontri , che anche venendo vinti, erano comunque troppo dispendiosi.
Ma specialmente, lo stato dovette rendersi conto che esisteva piu' coraggio tra le fila degli oppositori che tra le fila dei suoi sbirri(2) , i quali dopo aver contato i morti iniziavano ad essere un pelino piu' amichevoli con la popolazione.
Non esiste un male della democrazia che non sia da attribuirsi dalla codardia dei cittadini.
E lo stato lo sa: non per nulla onore e coraggio sono valori che vengono passati alle forze armate - che non devono temere la forza militare di un altro stato - ma non ai cittadini, per i quali vengono esaltate sempre e comunque la codardia e la sopportazione.
Lo stato sa benissimo che quando qualcuno pone un limite all'umiliazione sopportabile, e decide che NEMMENO A COSTO DELLA VITA quell'umiliazione sia sopportabile, il suo potere ha incontrato il limite: potra' forse uccidere quella persona, ma non ridurla all'ordine.
Questa e' la ragione per la quale sentite questa strana sensazione, questa sensazione inebriante, quando scrivo di onore e coraggio: e' la sensazione della liberta'. Quando avete posto un limite oltre il quale la morte e' accettabile, avete posto un limite al potere dello stato, che piu' che uccidervi non potra' fare. Quando avete posto quel limite e siete DAVVERO decisi a dare la vita nel caso sia violato, SIETE LIBERI.
La strana, inebriante sensazione che provate quando io scrivo di onore e coraggio non e' altro che la sensazione, che non avete MAI provato, di LIBERTA'. Perche' soltanto quando avete posto un limite a quello che gli altri possono farvi, e solo quando per voi esso e' piu' importante della VITA, allora siete LIBERI. L'uomo libero grida "viva la morte!" , e nessun altro e' un uomo libero.
Nessuno che non sia disposto a morire per la propria liberta' e' davvero libero. E senza un numero adeguato di persone libere, nessuno stato sara' mai una democrazia compiuta. Non c'entra niente il ceto medio, non c'entrano le persone che hanno cultura o scuola:
la democrazia non e' altro che il bilanciamento del potere dello stato da parte del bellicoso coraggio dei cittadini.
Fosse per me, inserirei il diritto ad essere bellicosi tra i diritti umani, ed esso riassumerebbe OGNI altro diritto umano, dal momento che privati di questo diritto, NON SIETE ALTRO CHE SCHIAVI.
In paese LIBERO, l'imprenditore schiavista che ha 10 persone come precari e li sfrutta per un tozzo di pane si trova dieci persone armate di spranga fuori dalla porta alla fine della giornata, e impiega 4-5 anni per ricominciare a mangiare senza aiuti infermieristici. E quando arriva la polizia, i primi due poliziotti devono fare la stessa fine: solo cosi' lo stato mettera' DAVVERO mano alla legge sui lavori precari.
Poi, certo, quei dieci probabilmente moriranno: cosa succede se la polizia vi vuole mettere in carcere e voi combattete sino alla fine? Che i vostri occhi vedranno un grande giorno. Ma lo vedranno anche altri occhi.
In un paese LIBERO, all'uomo cui equitalia sequestra la casa segue la morte violenta di un ufficiale giudiziario. E poi l'inevitabile scontro con la polizia.
Che cosa manca, dunque, per la liberta'? Occorre che qualcuno decida che esiste un limite, oltre il quale morire per la propria dignita' e per il proprio onore e' BELLO.
Poi, certo, farsi ammazzare lottando contro forze impari e' difficile. Potrete ben organizzare una fazione aggressiva, bellicosa e molto piu' pericolosa. Probabilmente morirete: a meno di non fare un colpo di stato riuscito, con ogni probabilita' morirete combattendo.
Ma nemmeno lo stato puo' affrontare il numero enorme di scontri che lo aspetta se ha una popolazione CORAGGIOSA che e' disposta a morire con ONORE piuttosto che farsi vessare. Un padre di famiglia che non ha di che sfamare i figli o ha il coraggio di andarsene o quello di lottare. In quel caso, il problema semmai e' "cosa faranno alla mia famiglia se muoio", ma per il singolo senza speranze di poter formare una famiglia, in un paese libero, la risposta e' GUERRA ALLO STATO.
E' cosi' che nasce la liberta', non sono i patetici girotondi di carampane sempreindignate e vecchi sessantottini calvi col codino a portare liberta'. Non e' la bandiera della pace che vi dara' la liberta'. Non e' la manifestazione pacifica che porta lo stato a non calpestare i cittadini.
La democrazia, i diritti e la liberta' sono solo nomi alternativi che diamo alla presenza di cittadini coraggiosi e bellicosi alla bisogna, disposti a morire con onore piuttosto che vivere da codardi. Solo quegli uomini sono LIBERI, e solo con molti uomini liberi lo stato inizia a diventare democratico.
Del resto, e' del tutto ovvio che se lo stato non e' altro che la fazione militare dominante, e da esso trae autorita' il corpo di leggi che esso emana, il limite del suo potere e' il limite delle sue sanzioni, ed il limite delle sue sanzioni e' semplicemente il limite militare, ovvero la presenza di una cittadinanza bellicosa e coraggiosa.
Esiste UN SOLO "diritto umano" ed e' il diritto di battersi fino, se necessario, alla morte. Da questo diritto discendono tutti gli altri, perche' solo laddove molti si battono, molti sono liberi. Priva di questa introduzione, la "dichiarazione dei diritti dell'uomo" e' solo una varieta' scadente di carta igienica.
Nella costituzione tedesca , articolo 20, comma IV, c'e' un interessante articolo:
(IV)Gegen jeden, der es unternimmt, diese Ordnung zu beseitigen, haben alle Deutschen das Recht zum Widerstand, wenn andere Abhilfe nicht möglich ist.
(IV) Tutti i tedeschi hanno diritto alla resistenza contro chiunque intenda rimuovere l'ordinamento vigente, se non sia possibile alcun altro rimedio.
Significa che qualora non abbiate alcuno strumento per garantire i diritti enunciati dalla costituzione, ed essi stiano venendo aboliti, la lotta e' consentita dalla costituzione.
Ovviamente, direte voi che essendo sempre possibile formare partiti, "non sia possibile altro rimedio" sia una limitazione forte. Ma voi avete in mente la lotta "politica", e non quella per l'onore. Supponiamo di essere dentro una scuola media di Genova, la polizia vi trattiene con la forza, e vi tortura. Non e' possibile uscire senza uccidere un poliziotto. Ecco che un articolo simile nella costituzione e' fondamentale, perche' mentre in Italia se siete "ospiti" della polizia e vi stanno torturando non potete uccidere il poliziotto per fuggire(3), in Germania e' del tutto legale. Avete DIRITTO ad uccidere quel poliziotto, nel momento in cui dentro la caserma vengono sospesi i vostri diritti, e uccidere un poliziotto e' l'unico modo di uscire.
Vero che cosi' le cose cambiano?
Vero che cosi' le cose cambiano?
Con questo voglio dire che se il vostro paese sta decadendo e ormai non e' piu' annoverabile tra le democrazie occidentali - se non in apparenza - il punto non e' nella fine del ceto medio o nel tradimento della sinistra o dei sindacalisti.
La fine della democrazia non e' altro che la dominazione della codardia. Non esiste alcuna dittatura che sia possibile quando i cittadini sono coraggiosi e bellicosi. Non esiste alcuna tirannia che sia possibile se un numero sufficiente di cittadini gridano "viva la morte".
Nel momento stesso in cui decidete, DAVVERO, che esiste un limite oltre il quale sceglierete di morire in combattimento contro gli uomini dello stato, SOLO e SOLTANTO quando quel limite esiste e solo e soltanto quando direte che siete DAVVERO disposti a vedere un grande giorno, allora vi sentite LIBERI.
E la cosa che sentite quando leggete queste parole e' una senzazione inebriante, nuova, mai provata? Non e' esaltazione. Non e' voglia di menare le mani (anche se ce ne sarebbe bisogno). No, questa cosa che provate, questo respiro di aria fresca, ha un nome diverso.
Si chiama "liberta' "
Se siete bellicosi e coraggiosi, siete liberi.
Altrimenti, siete solo schiavi.
Uriel
(1) Curioso come si siano separati accuratamente i poteri come quello legislativo, quello esecutivo e quello giudiziario, ma nessuno si sia chiesto che potere abbia la scuola in se.
(2) Lo sbirro non e' un soldato, ne' potra' mai esserlo. Anche la finzione dei "carabinieri" e' un puro bluff. Non e' un caso se per una persona delle forze armate e' relativamente semplice passare alla polizia, mentre per lo sbirro e' difficile passare alle forze armate. C'e' un abisso tra la qualita' delle persone.
(3) Fino a pochi anni fa era possibile anche in Italia reagire contro la polizia in caso di violazioni del propri diritti, ma la legge Maroni vi ha tolto questo diritto.